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Cesare Lombroso

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Cesare Lombroso (Verona, 1835 -Torino, 1909), psichiatra e antropologo, è considerato il padre della criminologia moderna. Nato in una numerosa famiglia ebraica di Verona come Ezechiah Marco ha poi cambiato il suo nome in Cesare. Sulla sua prima formazione ha notevole influenza il cugino David Levi, un pensatore illuminista e un patriota che ha partecipato al Risorgimento. David Levi indirizza il giovane parente verso il distacco dall'ortodossia religiosa. Ma sulla formazione di Lombroso ha una notevole influenza anche il medico Paolo Marzolo, che lo introduce allo studio dell'antropologia e della linguistica. Sotto la guida di Marzolo nel 1850 abbandona la scuola pubblica per studiare  privatamente. Tre anni dopo s’iscrive a medicina e chirurgia presso l'Università di Pavia, seguendo i corsi di Giuseppe Balsamo Crivelli e di Bartolomeo Panizza, ma recandosi per motivi di studio anche a Padova e a Vienna.

Cesare Lombroso è uno studente eccellente ed eclettico. Oltre alla medicina si interessa di lettere, storia e scienze naturali. Rientrato a Pavia, si laurea nel 1859 con una tesi sul cretinismo in Lombardia. Ormai il suo interesse professionale è per l’antropologia, la psichiatria e la criminologia. Dopo l'Unità d’Italia supera una serie di esami a Genova e si laurea nuovamente nel Regno di Sardegna, per poi arruolarsi  come volontario nel corpo sanitario dell'esercito regio. Nel 1862 venne inviato per qualche mese in Calabria partecipando, sempre come medico, alla guerra contro il brigantaggio. Un’esperienza che lo segna, sia nella sue riflessioni antropologiche ed etnologiche che nelle conoscenze sanitari ed epidemiologiche. Rientrò in ambiente accademico nel 1863.

Nel 1864 pubblica "Genio e follia". Il libro avrà diverse edizioni e a partire dalla quarta, nel 1882, cambia titolo in "L’uomo di genio". Dal 1864 al 1876 dirige il manicomio di Pavia e insegna psichiatria presso l’università pavese. In questo periodo organizza un gabinetto speciale per le ricerche sulle malattie mentali e per le dimostrazioni didattiche, lavorando al confine tra psichiatria e medicina legale.

Dopo il 1875 si sposta a Torino, per insegnare Medicina legale e igiene pubblica a Torino.  Il suo lavoro è intenso. Diventa membro della Società freniatrica italiana da poco fondata Arricchisce i laboratori universitari di nuova strumentazione e fonda quel Laboratorio di medicina legale e di psichiatria sperimentale che in breve lo rende celebro in tutto il mondo.

Lombroso fonda a Torino una nuova disciplina, l’antropologia criminale, sostenendo che i delinquenti sono portatori di tratti somatici distintivi. Nel 1876 pubblica L’uomo delinquente. Nel 1880 fonda con Enrico Ferri e Raffaele Garofalo l’Archivio di psichiatria, scienze penali e antropologia criminale. Nel 1893 pubblica "La donna delinquente, la prostituta e la donna normale". Nel 1895, infine, "Grafologia". La rivista e i tutti i suoi libri hanno notevole influenza nell’ambito dell’antropologia criminale.

Nel 1898 fonda a Torino un museo di psichiatria e criminologia.
Nel corso della sua vita professionale, Lombroso viaggia molto, recandosi a Parigi, Budapest, Mosca, Amsterdam. Nel 1907 si sposta a Roma, per insegnare proprio l’antropologia criminale, per la quale è tuttora famoso.
Tuttavia la sua attività di ricerca è molto vasta. Da giovane svolge una serie di indagini epidemiologiche con metodo statistico, incrociando i dati sanitari con quelli geografici e climatici, e dimostrando lo stretto rapporto tra l’uomo, la sua salute e l’ambiente. Nell'ambito di queste ricerche si concentra su alcune malattie come cretinismo, il gozzo e la pellagra, dimostrando come una cattiva alimentazione possa favorirle. È proprio grazie ai risultati delle ricerche di Lombroso che venne imposto il divieto di vendere mais avariato.

Lombroso è un positivista e tra i suoi interessi c’è anche lo studio dei fenomeni medianici, nel tentativo di ricondurli, appunto, in ambito scientifico.
Ma sono le ricerche nel campo dell'antropologia e della psichiatria applicate alla medicina legale che lo rendono famoso. Lombroso studia infatti le caratteristiche anatomiche e psicologiche di diverse etnie e con una serie di ai validi collaboratori dell'Università di Pavia fornisce un notevole contributo alla nascita della psichiatria scientifica.

Rivolge una particolare attenzione al rapporto tra genio, follia, alienazione e crimine, descrivendo due tipi di follia: la follia morale, ovvero un grave disturbo di origine sociale, e la follia naturale, dovuta appunto alla natura del delinquente che si manifesta nella fisionomia del criminale. Oggi questi studi sono del tutto screditati.

Lombroso è anche sostenitore dell'eugenetica e si batte per la sterilizzazione dei delinquenti. E tuttavia, in campo politico, è un democratico e rivolge particolare attenzione alle classi disagiate. Muore a Torino nel 1909. 

 

 

 

Lombroso tentò di scoprire una possibile relazione tra la psicopatologia criminale e i difetti fisici e costituzionali […] la sua visione, comunque, oggi è largamente screditata (Encyclopedia Britannica)

Quasi nulla di rilevante accadde in Italia, se si eccettua la figura prestigiosa di Cesare Lombroso, ambiguamente sospesa tra criminologia e freniatria, e comunque saldamente legata a una prospettiva di anomalia costituzionale – degenerazione psichica su base ereditaria da classificare con precise osservazioni antropologiche –, che non sempre si accorda con la nascente psichiatria a indirizzo biologico  (Mario Colucci e Pierangelo Di Vittorio)