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Domenico Pacini

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Domenico Leone Pacini (Marino, 1878 – Roma, 1934), fisico, è uno dei primi “Nobel mancati” della fisica italiana. Nato a Marino, nell’area dei castelli Romani, si laurea, per l’appunto in fisica nel 1902, diventando subito dopo assistente di Pietro Blaserna. Insieme ad Alfonso Sella si interessa di conduttività elettrica dei gas. Ma ben presto, con i suoi studi, segna il passaggio dall’elettrologia alla “nuova fisica”. Tutto inizia quando, nel 1906, viene assunto all’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica, con il compito di studiare i fenomeni elettrici dell’atmosfera. C’era un problema aperto, allora: tutti potevano osservare che gli elettroscopi (strumenti che consentono di verificare se un corpo è elettricamente carico) si scaricano spontaneamente, ma nessuno sapeva spiegare esattamente perché.

Sono gli anni in cui si parla molto di radioattività, scoperta di recente. E la radioattività naturale era stata riconosciuta come una causa della radiazioni ionizzanti generate dalle rocce. D’altra parte era stato verificato che gli elettroscopi si scaricano più velocemente in vicinanza di sostanze radioattive. Per cui era stata avanzata la teoria che la radiazione che scarica gli elettroscopi è di origine “terrestre”. Ovvero proviene dalle rocce.

Tra il 1907 e il 1912, Domenico Pacini effettua una lunga serie di esperimenti alla superficie del mare e sott’acqua, a diverse profondità, proprio per verificare la teoria e verificare una volta e per tutte la causa della “radiazione penetrante” capace di far scaricare gli elettroscopi. In pratica verifica qual è la velocità con cui si scaricano gli strumenti. E verifica che sotto la superficie del mare gli elettroscopi si scaricano, ma molto più lentamente. E più si scende in profondità, più la velocità di scarica diminuisce. Ne concluse che una parte importante della “radiazione penetrante” non avesse origine dalle rocce terrestri, ma venisse dall’alto. Probabilmente era di origine cosmica.

Proprio nel medesimo anno in cui Pacini giunge alle sue conclusioni, il 1912, l’austriaco Victor Hess, utilizzando degli aerostati, scopre che l’intensità di radiazione aumenta al crescere dell’altezza. Non c’è dubbio. I dati combaciano con quelli di Pacini ed entrambi dimostrano che la “radiazione penetrante” è formata da raggi che provengono dal cosmo. È la scoperta dei “raggi cosmici”.

Nel 1936 Victor Hess otterrà il premio Nobel per questa scoperta. Di Pacini, invece, nessuno si ricorda. Sebbene nel 1913 avesse avuto l’incarico di professore di “fisica terrestre” all’Università di Roma e nel 1928 avesse ottenuto la cattedra di “Fisica sperimentale” all’Università di Bari.

Le osservazioni eseguite sul mare nel 1910  mi conducevano a concludere che una parte non trascurabile della radiazione penetrante che si riscontra nell'aria, avesse origine indipendente dall'azione diretta delle sostanze attive contenute negli strati superiori della crosta terrestre. (...) I risultati precedentemente ottenuti indicavano esistere, sulla superficie del mare, dove non è più sensibile l'azione del terreno, una causa ionizzante di tale intensità da non potersi spiegare esaurientemente considerando la nota distribuzione delle sostanze radioattive nell'acqua e nell'aria.(…) La spiegazione che sembra doversi dare del fenomeno è che per il potere assorbente dell’acqua e per la quantita minima di sostanze radioattive contenute nel mare, realmente si verifichi, nell' atto della immersione, un assorbimento delle radiazioni (Domenico Leone Pacini)