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Stanislao Cannizzaro

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Stanislao Cannizzaro (Palermo 13 luglio 1826 – Roma 10 maggio 1910) inizia a studiare medicina nel 1841 a Palermo per poi dedicarsi alla chimica, a partire dal 1845, diventando preparatore (assistente) di Raffaele Piria. Partecipa alle “Riunioni degli scienziati Italiani”. Dal 1847 al 1849 partecipa anche ai moti siciliani, sia come ufficiale che come Commissario di governo. Finita la rivoluzione siciliana, ripara in Francia inseguito da una condanna a morte del Borbone. Nel 1851 scopre la reazione di trasformazione delle aldeidi aromatiche in acidi e alcol (reazione di Cannizzaro), nel 1858 è professore a Genova e scrive il "Sunto di un corso di filosofia chimica" in cui rilancia la teoria atomica e molecolare di Amedeo Avogadro. Teoria che verrà accolta dalla comunità scientifica internazionale grazie a una relazione che Cannizzaro tiene nel 1860 al congresso di Karlsruhe, in Germania, ove riceve l’appoggio di Mendeleev. Come ha scritto l’inglese Harold Hartley: «La Conferenza, grazie alla presenza di Cannizzaro, fu destinata ad avere un’influenza decisiva sul progresso della teoria chimica e a essere una pietra miliare nella sua storia».

Dopo la proclamazione del Regno d’Italia, Stanislao Cannizzaro torna come professore e poi come rettore all’Università di Palermo. Dieci anni dopo è a Roma, dove fonda il primo laboratorio chimico italiano organizzato con criteri moderni. Ha molti allievi. Diventa Senatore del Regno. Riceve, terzo italiano dopo Volta e Matteucci, la Medaglia Coopley della Società Chimica Britannica. Riceve la Medaglia Lavoisier dell’Istituto di Francia.    

Io credo che i progressi della scienza, fatti in questi ultimi anni, abbiano confermato l'ipotesi di Avogadro, di Ampère e di Dumas sulla simile costituzione dei corpi allo stato aeriforme, cioè che i volumi eguali di essi, sieno semplici, sieno composti, contengono l'egual numero di molecole; non però l'egual numero di atomi, potendo le molecole dei varii corpi o quelle dello stesso corpo nei varii suoi stati, contenere un vario numero di atomi, sia della medesima natura, sia di natura diversa.
Per condurre i miei allievi al medesimo convincimento che io ho, gli ho voluto porre sulla medesima strada per la quale io ci son giunto, cioè per l'esame storico delle teorie chimiche (Lettera del professor Stanislao Cannizzaro al professor S. De Luca. Da Sunto di un corso di filosofia chimica di Stanislao Cannizzaro)