Metti che un mercoledì pomeriggio, nel Centro Congressi Fondazione Cariplo di via Romagnosi a Milano, si svolga un Gran Finale.
Che cos'è un Gran Finale? A dispetto di grisaglie, cravatte, tubini e tacchi a spillo d'ordinanza, quello che si è tenuto mercoledì 25 settembre a Milano è stata una simpatica sfida fra innovatori, con tanto di tifo ed esultanze dei vincitori. A sfidarsi in questo grande slam imprenditoriale erano giovani ricercatori - medici, ingegneri, biotecnologi - che si sono inventati una start-up per portare un'idea dai laboratori al mercato. Riusciranno i nostri eroi a raccogliere i capitali e a convincere il mercato che l'idea è quella che spacca? Chissà, magari solo uno arriverà a realizzare il suo sogno, ma il percorso compiuto da questi undici team è stato comunque utile.
Scelti fra 250 candidature, le 11 start-up tecnologiche hanno potuto contare sul sostegno di SeedLab, un acceleratore di imprese che ha messo questi intrepidi ricercatori sui binari di una logica d'impresa, formandoli ai segreti dei business-plan e del marketing, e affiancando ciascuno di loro con due angeli custodi freschi di master al SDA della Bocconi o al Sant'Anna di Pisa, e sotto la supervisione di un senior.
SeedLab è una creatura di TTVenture, il primo fondo italiano di venture capital nato nel 2008 da un'idea della Fondazione Cariplo. “Si è partiti dalla constatazione che le casse di risparmio sono i principali finanziatori privati della ricerca di base, con punte di investimenti fino a 200 milioni di euro all'anno” racconta Nicola Redi, Chief Investment & Technology Officer di TTVenture. “Mancava l'anello del trasferimento tecnologico, di come cioè portare sul mercato le idee e i brevetti nate da queste ricerche”. Da qui la nascita di un fondo che facilitasse la creazione di imprese basate sulla ricerca: fino a oggi ne sono nate 16 grazie a questi contributi.
Il Gran Finale, quindi era l'occasione per presentare a un pubblico di potenziali finanziatori le 11 start-up selezionate nel 2013. Tutte caratterizzate dall’essere fortemente tecnologiche - dal biomedicale, alle energie pulite, dall’industriale al web marketing – le 11 micro imprese hanno avuto l’opportunità di presentare i loro progetti con brevi pitch in inglese davanti a una giuria composta da tutti i principali investitori italiani, fondi di venture capital, grandi aziende e business angel, oltre ad un vasto pubblico interessato al mondo dell’innovazione. Hanno vinto un biglietto per Silicon Valley, alla scoperta del business statunitense, le tre imprese tutto sommato più mature, e i cui rappresentanti se la sono cavata meglio nel difendere il prodotto davanti a una giuria piuttosto esigente.
Ecco i vincitori:
- NeuronGuard, di Enrico Giuliani, Modena, ha brevettato un sistema integrato per la protezione cerebrale di pazienti che subiscono danno neuronale grave, basato su ipotermia terapeutica e anestetici alogenati, in grado di “congelare il cervello” e ritardare l’irreversibile degradazione neuronale (vedi filmato)
- SBSkin, di Marco Morini, Palermo, sviluppa ed è pronta a portare sul mercato pannelli di vetro-mattone che permettono sia di ridurre fortemente le dispersioni termiche che di produrre energia fotovoltaica, il tutto minimizzando i costi di installazione e con effetti estetici personalizzabili (vedi filmato)
- Greenrail, di Manfredi Inguaggiato, Palermo, ha progettato e brevettato una traversa ferroviaria fatta con plastica e pneumatici riciclati, in grado di ridurre i costi di manutenzione delle linee ferroviarie e di produrre elettricità al passaggio dei convogli.(vedi filmato)
Ma anche le altre start-up – molte nate all'interno di università - meritano di essere ricordate:
• Epinova Biotech di Manuela Rizzi, Novara, progetta e produce idrogeli bioattivi destinati ad applicazioni sia nella cosmesi che nel trattamento avanzato delle ferite; [email protected]
• Gustowine, di Riccardo Petelin, Trieste, ha lanciato un mercato online opaco per favorire l’incontro tra amanti del vino alla ricerca della qualità a prezzo contenuto e produttori desiderosi di smaltire le eccedenze di produzione; [email protected]
• Hoobla, di Ivano Greco, Firenze, propone un servizio di fidelizzazione per i negozi che permette alle aziende di costruire e gestire la reputazione online a partire dalle “review online” delle vendite effettuate in negozio; [email protected]
• Hy Diagnos, di Matteo Pavani, Reggio Emilia, ha sviluppato un sistema diagnostico per impianti oleodinamici avanzati che permette un costante ed efficace monitoraggio degli impianti in modo completamente wireless abbattendo i costi di installazione; [email protected]
• Plumestars, di Anna Giulia Balducci, Parma, sviluppa processi in grado di rendere respirabili medicinali per somministrazione inalatoria, rendendoli così in grado di penetrare nei polmoni e attaccare selettivamente i microrganismi resistenti; [email protected]
• Seagate, di Paolo Giudici e Marcello Segato, Milano, ha progettato una vela a delta richiudibile pensata per imbarcazioni commerciali e in grado di garantire alle grandi navi risparmio di carburante e riduzione delle emissioni inquinanti; [email protected] (vedi filmato)
• Silk Biomaterials, di Antonio Alessandrino, Como, sviluppa dispositivi nano-micro strutturati in seta per la rigenerazione di nervi periferici in pazienti che con nervi danneggiati; [email protected]
• Witzzi, di Felipe Belo, Pisa, fornisce a designer e imprese del “Made in Italy” hardware e software per co-creare rapidamente e a basso costo prodotti di consumo con un cuore tecnologico; [email protected]
Come ha notato Carlo Mango di Fondazione Cariplo, c'era molta energia (e allegria) in sala, tra una presentazione e l’altra, segno che il sistema della ricerca universitaria italiana ha fame di sbocchi sul mercato, e tutto sommato ancora ci crede, e lotta. E questo è già un piccolo miracolo, visto che nelle tavole rotonde che hanno intervallato i pitch dei ragazzi, diversi rappresentanti istituzionali hanno dipinto un quadro con luci e ombre.
Nicola Redi, ad esempio, ha mostrato una serie di interessanti “curve gemelle” per illustrare questa bizzarra situazione: la ricerca italiana cresce nella sua dimensione internazionale, mentre gli spin-off basati sulla ricerca diminuiscono.Perché non riusciamo a valorizzare con iniziative imprenditoriali questa ricerca di qualità? Per diversi motivi - dalla carenza di management alla mancanza di strategie di marketing - così riassumibili (vedi figura):
Conferma la difficoltà del decollo di una solida economia della conoscenza anche in territori privilegiati come Milano Roberto Calugi della Camera di Commercio di Milano: “Su 312.000 imprese registrate a Milano, le imprese iscritte al registro delle start-up innovative sono 135... E' ovvio che il criterio di iscrizione fissato dal legislatore è troppo restrittivo. Più realisticamente possiamo dire che su 25.000 imprese che si registrano ogni anno, circa 2.700 sono in settori innovativi”. Ancora troppo poche, comunque, nonostante la Camera di Commercio di Milano riservi ad esse il 35% delle risorse, e finanziamenti a tasso zero. La crisi morde ancora. Idee nuove e brevetti non mancano nei centri di ricerca, ma i capitali dove sono? Qualche idea per mettere anche l'Italia sulla strada “coreana” dell'economia della conoscenza? “Non è detto che la diminuzione del numero degli spin-off sia un male di per sé” spiega Redi. “L'importante è puntare su progetti credibili con chance internazionali. Il nostro fondo si sta concentrando quindi soprattutto sulle università, che esprimono un grande bisogno, ancora in buona parte inespresso, di generare imprese dal loro interno”. Intanto SeedlLab va avanti e prepara la prossima sfida. “Anche se solo tre sono state premiate oggi, tutte le start-up che hanno partecipato hanno le carte in regola per avere successo, come quelle della scorsa edizione, che hanno ottenuto finanziamenti 20 volte più della media” spiega il coordinatore Matteo Faggin. “E da oggi si riaprono le iscrizioni online a SeedLab per la prossima edizione”. Per iscrivervi collegati qui.