Il DEF, il Documento di economia e finanza che il governo
è tenuto a presentare ogni anno al parlamento entro il 30 giugno, è ancora in
bozze. È stato presentato dal Primo Ministro, Matteo Renzi, lo scorso 8 aprile,
ma è ancora in fase di costruzione. Un capitolo importante di questo documento
che, pur non avendo valore di legge, una volta approvato vincola il governo del
paese e la spesa pubblica, riguarda l’università e la ricerca.
Per quanto riguarda l’università, le bozze che circolano
– che, lo ripetiamo, non hanno nulla di definitivo – parlano di ulteriori tagli
al Fondo di finanziamento ordinario (FFO): -30 milioni nel 2014 e -45 milioni
nel 2015. Sono tagli realizzati sull’abbrivio di decisioni dei governi scorsi
(Berlusconi, Monti e Letta) non messe in discussione.
Meno chiaro è quanto succederà agli Enti pubblici di
ricerca (EPR). Le bozze che circolano parlano anche di una "razionalizzazione della spesa” che
sarà assicurata mediante una riduzione del Fondo ordinario di tutti gli enti di
ricerca, a eccezione dell'Invalsi. Dunque, si parla di ulteriori tagli. Ma non
si quantifica. Ovvero non si dice a quanto ammonterà la "razionalizzazione"
e neppure se sarà proporzionale alla dotazione dei singoli Enti.
Ma se per l’università sono abbastanza chiare la
struttura e la serie storica degli investimenti pubblici – ne ha dato conto di
recente anche Scienzainrete – meno noto è il dettaglio della spesa per gli Enti
pubblici di ricerca. È tuttavia possibile trovare una sintesi panoramica nel Rapporto sullo stato del sistema
universitario e della ricerca 2013 reso pubblico di recente dall’ANVUR.
Gli Enti pubblici di ricerca in Italia sono diversi, con
diversi ordinamenti e funzioni. Inoltre sono vigilati (cioè controllati) e
ottengono fondi da diversi ministeri, per cui non è semplice avere un quadro
preciso nel dettaglio.
In questo articolo prenderemo in considerazione solo quelli
vigilati dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, che sono dodici e
che nel 2013 hanno ottenuto questi finanziamenti (vedi Tabella 1):
Tabella 1 - Finanziamenti ordinari nel 2013 per gli Enti pubblici di Ricerca vigilati dal Miur
In realtà l’assegnazione ordinaria proposta per il 2013 ai
12 Enti pubblici di ricerca vigilati dal MIUR è stata, nel complesso, di
1.403,9 milioni di euro. Il 5% in meno rispetto all’assegnazione ordinaria del
2012. Ma la cifra è aumentata di circa 200 milioni di euro in seguito a una
serie di contributi speciali. E di altri 150 milioni per ulteriori assegnazioni
varie (INVALSI, ANVUR, INDIRE e, soprattutto, per la quota premiale del 7%).
In
totale il MIUR per gli Enti pubblici di ricerca ha speso nel 2103 poco meno di
1.8 miliardi di euro.
Si tratta, rispettivamente, del 9,1% della spesa totale
nazionale e del 20,1% della spesa pubblica in ricerca e sviluppo (R&S).
Questa spesa è sostanzialmente stabile negli ultimi anni, come riporta il
rapporto dell’ANVUR (Tabella 2).
Tabella 2 - Andamento storico fondi per la ricerca degli EPR (in milioni di euro)
Tra il 2010 e il 2103 le variazione del FOE sono
inferiori al 2%. Ed è in aumento del 6,1% rispetto a dieci anni fa.
Tuttavia va tenuto in conto che il Fondo Ordinario non è
il solo modo con cui gli Enti Pubblici di Ricerca vigilati dal MIUR si
finanziano. Ci sono anche, come ci ricorda l’ANVUR, i cosiddetti “fondi
competitivi”: ovvero i fondi in cui occorre presentare un progetto e vederselo
approvato. Si chiamano complessivamente
FIRST (Fondi di investimento per la ricerca e lo sviluppo tecnologico) e
si dividono in PRIN (Progetti di rilevante interesse nazionale) e FIRB (Fondi
per gli investimenti della ricerca di base).
Come si vede dalla tabella, i fondi FIRST sono molto più
alt anelanti. E, negli ultimi anni tendono a diminuire. Cosicché il MIUR nel
2013 ha assegnato agli Enti pubblici che vigila 138 miliardi in meno che nel
2010, con un taglio secco del 7,1%. Cui bisogna aggiungere l’erosione dovuta
all’inflazione. Con una perdita reale nel 2013 rispetto al 2012 di circa 150
milioni di euro.
In totale, tra tagli e inflazione, nel 2013 gli Enti
pubblici di ricerca italiani vigilati dal MIUR hanno perduto quasi 290 milioni
rispetto al 2010, pari al 15,9% del loro
budget attuale.
Per il 2014 i fondi FIRB e PRIN dovrebbero essere sostituiti dai fondi SIR (Scientific Independence of Young Researchers), voluti dal Ministro del governo Letta, Maria Chiara Carrozza, e destinati ai soli giovani ricercatori per un ammontare previsto di 45 milioni. Ma non è ancora chiaro se questa cifra verrà confermata.