Bruno Zanettin
È nato a Malo (Vicenza) il 1.3.1923 e si è laureato a Padova in Scienze Geologiche. Ha svolto tutta l’attività didattica e scientifica nell’Istituto (poi Dipartimento) di Mineralogia e Petrologia dell’Università di Padova. È stato ordinario di Petrografia dal 1961 al 1998, professore emerito dal 1999.
È stato per molti anni direttore del sopraddetto Istituto e del centro di Studio CNR che, sotto varie denominazioni, aveva per obiettivo lo studio geologico-petrografico delle Alpi orientali.
È socio nazionale dell’Accademia dei Lincei e socio effettivo dell’Istituto Veneto (Ve) e dell’Accademia Galileiana (Pd), Olimpica (Vi), dei Concordi (Ro) nonché dell’Ateneo Veneto (Ve).
Per l’attività scientifico-esplorativa compiuta nel corso della vittoriosa spedizione italiana al K2 (1954) gli è stata conferita la cittadinanza onoraria delle città di Vicenza e Aosta.
Le sue ricerche si sono svolte in aree molto diverse dal punto di vista geodinamico. Ha infatti operato sia in aree di compressione, caratterizzata dalla formazione di catene montuose a pieghe (Alpi orientali, Karakorum), sia in aree di distensione continentale (Etiopia, Eritrea, Kenya), caratterizzata da prolungati cicli di attività vulcanica e dalla formazione di zone depresse (rift) fra blocchi sollevati. Nelle Alpi e nel Karakorum l’attenzione è stata rivolta alla distribuzione areale ed alla variazione dell’intensità del metamorfismo ed ai rapporti fra metamorfismo e genesi di masse granitoidi. In Etiopia è stata stabilita una correlazione fra le variazioni di chimismo dei magmi basaltici emessi e l’intensità dei movimenti distensivi che hanno determinato la formazione dapprima dei rifts e infine il distacco dell’Africa dalla penisola arabica (formazione del Golfi di Aden e del Mar Rosso).
Bruno Zanettin fa parte fin dalla sua costituzione della Commissione della International Union of Geological Sciences per la classificazione delle rocce vulcaniche e plutoniche. Negli anni della sua presidenza (1980-84) è stato elaborato a Padova un diagramma che consente una buona classificazione delle zone magmatiche mediante semplici, ma adeguati, parametri chimici. L’uso di tale diagramma si va ormai affermando in tutto il mondo e presto consentirà di eliminare la lamentata confusione preesistente nel campo della terminologia petrografica.