Bruno Benedetto Rossi, più noto come Bruno Rossi (Venezia, 1905 – Boston, 1993), genero di Cesare Lombroso, “padre” della fisica dei raggi cosmici è uno dei più grandi scienziati, non solo italiani, del XX secolo.
Nato nella città lagunare, inizia gli studi di fisica presso l’Università di Padova, ma si laurea a Bologna nel 1927. L’anno dopo è assistente di Antonio Garbasso presso la cattedra di fisica sperimentale all’università di Firenze. Lavora presso l’osservatorio di Arcetri e si dedica alla fisica dei raggi cosmici, ancora poco conosciuta ma di cui si prevede lo sviluppo. Nel 1932 diventa professore di fisica sperimentale a Padova.
È tra Firenze e Padova che fonda la scuola italiana di fisica dei raggi cosmici.
Era stato l’austriaco Victor Hess a scoprire, nel 1912, che dallo spazio giunge sulla Terra una radiazio¬ne ricca di energia e di natura ignota che, nel 1925, Robert Millikan battezza «raggi cosmici». Per molto tempo Millikan e un po’ tutti i fisici pensano che i raggi cosmici di ignota origine siano costituiti per l’appunto da raggi, ovvero da radiazione elettromagnetica ad altissi¬ma frequenza, e chiamati per questo «raggi ultra-gamma». Ma poi, nel 1929, due fisici tedeschi, Walther Bothe e Werner Kohlhörster dimostrano che quella parte di raggi cosmici che penetra nell’atmosfera terrestre e raggiunge la superficie a livello del mare è costituita da particelle cariche e molto penetranti. Resta da capire quale sia la natura delle «particelle cosmiche».
Bruno Rossi accetta la sfida. In poche settimane mette a punto un nuovo sistema di rilevamento e parte per l’Asmara in Etiopia, verificando sia la straordinaria capacità penetrante dei raggi cosmici sia la presenza di un’intera pioggia di radiazione secondaria prodotta dai raggi primari nel loro impatto con la materia dell’alta atmosfera. Inoltre verifica l’esistenza di un «effetto latitudine» e di un «effetto est-ovest» che corroborano l’ipotesi particellare. I raggi cosmici dono particelle con carica elettrica positiva. Al medesimo risultato giunge, in maniera indipendente, anche Arthur Compton, con la collaborazione di Luis Alvarez. Cosicché Rossi diventa, insieme a Compton, il più noto paladino al mondo della teoria corpuscolare dei raggi cosmici.
Resta il problema di definire il tipo di particelle. Un problema che diventa di stringente attualità e interesse quando, nel 1937, Carl Anderson e Seth Neddermeyer scoprono che le particelle individuate nei raggi cosmici da Compton e Rossi hanno una massa intermedia tra quella dei protoni e degli elettroni. Anderson e Neddermeyer chiamano mesotrone questa particella (che sarà poi ribattezzata mesone). E tutti si pongono la domanda: il mesotrone di Anderson e Neddermeyer è per caso della particella prevista dal fisico teorico Hideki Yukawa?
È mentre si accinge a rispondere a queste domande che, nel 1938, il governo fascista vara le leggi razziali. Bruno Rossi è ebreo. E preferisce lasciare il paese, anche perché la sua avversità al fascismo è più che nota. Su invito di Compton si trasferisce in America per insegnare alla Cornell University. Intanto non dimentica la ricerca e nel 1941 evidenza l’effetto relativistico di dilatazione del tempo dei muoni, che sono parte della radiazione cosmica secondaria.
Intanto, però, è chiamato da Enrico Fermi a partecipare al Progetto Manhattan per la costruzione della bomba atomica. Al termine di quella drammatica esperienza si trasferisce al Massachusetts Institute of Technology dove fonda il Cosmic Ray Group. Più tardi diventa un pioniere della ricerca astronomica ai raggi X.
Nel 1974 ritorna in Italia per insegnare a Palermo. È stato più volte proposto per il premio Nobel. Non lo ha mai vinto.
La scuola sui raggi cosmici fondata da Bruno Rossi a Firenze e Padova è, insieme a quella romana di fisica nucleare di Enrico Fermi, la massima espressione della fisica italiana a cavallo della seconda guerra mondiale. Fondendosi, di fatto, nel dopoguerra le due scuole hanno creato i presupposto per la rinascita della fisica in Italia dopo il “disastro” provocato dalle leggi razziali e dalla guerra. In questo campo molti italiani, oltre a Rossi, hanno conseguito risultati di assoluto valore. Come lui, nessuno è stato premiato con il Nobel.
Se si dovesse riassumere in una battuta che cosa è stato Rossi per la fisica, penso che bisognerebbe dire che è stato l'ideatore della strumentazione elettronica appropriata allo studio delle particelle elementari (sto parlando degli anni a cavallo tra i '20 e i '30). Probabilmente, non è casuale che Bruno Rossi abbia sempre avuto un interesse di tipo "misto" per le particelle elementari e per la fisica del cosmo. […] Lavorò senza sosta sui raggi cosmici, con risultati di rilevanza notevolissima. Ma... aveva sposato Nora Lombroso, la nipote di Cesare Lombroso; e i Lombroso erano fortemente invisi ai fascisti: uno di quei numerosi esempi di persecuzione a cui non dobbiamo abituarci mai (Carlo Bernardini)