Carlo Luciano Bonaparte (Parigi, 1803-Parigi, 1857) è stato un zoologo e naturalista dalle origini davvero ingombranti. Era infatti uno dei dieci figli nati dal secondo matrimonio di Luciano Bonaparte, fratello di Napoleone, con Alessandrina Bleschamps. Un matrimonio molto avversato dall’Imperatore.
Nato a Parigi nel 1803, segue il padre a Roma, dove passa una parte della sua giovinezza, prima di recarsi negli Stati Uniti, dove si occupa di ornitologia con risultati brillanti.
Di idee progressiste, torna in Francia con la rivoluzione del 1830. Si sposta poi in Italia e nel 1834 pubblica a Roma l’"Iconografia della fauna italiana". È il principale ideatore delle Riunioni degli Scienziati italiani. È lui che presiede la sessione, a Napoli, nel 1845 nel corso della quale tiene una delle sue prime relazioni pubbliche Stanislao Cannizzaro. Ed è lui che avrebbe dovuto presiedere la sessione di zoologia a Venezia nel 1847, se non fosse stato costretto dalla polizia della città a lasciare il territorio veneto a causa delle sue idee politiche. Ciò non gli impedisce di partecipare, nel 1848 a Torino, alla Sezione nazionale per la confederazione italiana di Vincenzo Gioberti e di partecipare in maniera attiva ai moti del 1849 a Roma. Proprio qui diventa membro della giunta della Repubblica Romana. È anche membro e, per quattro mesi, Presidente della Costituente.
Di forte carattere, si trova spesso in dissenso con Giuseppe Mazzini. Si all'intervento armato francese, voluto peraltro dal cugino Luigi Napoleone, e durante l’assedio dei Roma resta fermo al suo posto fino all’ultimo giorno. Accetta, infine, l’esilio e ritorna a Parigi, restando un fervente repubblicano anche quando il cugino diventa imperatore col nome di Napoleone III.
Nel 1852 torna tuttavia in Itala e sbarca a Civitavecchia. Si pensa voglia riaccendere la rivolta contro il Papa. Viene espulso e ritorna definitivamente in Francia.
Nel 1849 ha fondato la Società italiana per il Progresso delle Scienze.
Carlo Luciano Bonaparte, principe di Canino e Musignano, non soltanto uomo di origini ingombranti, ma anche stimato zoologo e naturalista […] fu forse colui che più di ogni altro intese le riunioni [degli scienziati italiani, nda] come strumento di rinnovamento della scienza italiana, traendo ispirazione proprio dal fondatore dell’Antologia, Giampiero Vieusseux (Marco Ciardi)