Filippo De Filippi (Milano, 1814 – Hong Kong, 1867) è nato a Milano il 20 aprile 1814. Si è laureato nel 1836 a Pavia in Medicina, diventando subito dopo assistente di zoologia. Nel 1840 si trasferisce nella sua città natale, Milano, per lavorare presso il Museo Civico, dove tiene un ciclo di lezioni di zoologia, mineralogia e geologia.
Nel 1848 viene chiamato presso l’Università di Torino per salire sulla cattedra di zoologia appartenuta fino all’anno precedente a Giuseppe Gené. Non poteva esserci cambiamento più radicale: Gené era un “fissista”, un convinto assertore dell’immutabilità delle specie; De Filippi è, al contrario, un convinto evoluzionista.
Negli anni decisivi per l’Unità d’Italia, De Filippi sviluppa una vasta serie di ricerche in zoologia sistematica, embriologia e anatomia comparata. E quando Darwin pubblica, nel 1859, "Sull’origine delle specie", De Filippi è tra i primi in Italia a fare proprio il pensiero e a divulgarlo.
È famosa la conferenza su "L’uomo e le scimmie" che De Filippi, divenuto intanto Senatore del Regno, tiene a Torino la sera dell’11 gennaio 1864, presso il Teatro di Chimica di San Francesco di Paola, in via Po. Il testo sarà poi pubblicato su Il Politecnico. È una conferenza importante, non solo perché De Filippi espone la teoria darwiniana, ma perché ne trae le debite conseguenze per l’uomo prima che lo faccia, pubblicamente, lo stesso Darwin. La nostra, sostiene lo zoologo milanese, è una specie che si è evoluta come le altre. Abbiamo progenitori comuni con le scimmie, dunque.
De Filippi è anche un grande viaggiatore scientifico. Nel 1862 è in Persia, per una missione scientifica e diplomatica, con i suoi allievi Michele Lessona e Giacomo Doria. Nel 1865 si imbarca sulla corvetta Magenta per un viaggio di studio intorno al mondo. Un viaggio che non riesce a portare a termine: muore proprio durante il viaggio, probabilmente di colera, a Hong Kong.
La infinitamente bella e grande varietà di forme di piante e di animali che popolano ora la superficie della terra, non è apparsa tutta insieme d'un sol getto, ma è stata preceduta da una successione di altre forme diverse, di altri mondi di viventi, che hanno lasciate, a documento della loro passata esistenza, spoglie più o meno complete negli strati della corteccia terrestre. Serviamoci pure di una locuzione assai usata; parliamo pure ancora di epoche della natura. Quando, con quella potenza che solo è data alla mente umana, si facciano rivivere le generazioni passate, e si contemplino nel loro ordine cronologico, si è colpiti da questi due fatti: che ogni grande epoca della storia fisica del nostro globo è distinta da un complesso di forme organiche sue proprie; che grandissima è la differenza fra le piante e gli animali delle prime epoche della creazione, in confronto delle forme ora esistenti; ma che, procedendo regolarmente da quelle più lontane epoche, siffatte differenze andarono mano mano scemando verso l'epoca attuale che ha per suo proprio distintivo la presenza dell'uomo (Filippo De Filippi)