Giovanni Polvani (Spoleto, 1892 – Milano, 1970) è stato un fisico, presidente del CNR, rettore dell’Università di Milano e storico della scienza.
Nato a Spoleto, in Umbria, il 17 dicembre 1892, dopo il liceo compie gli studi superiori presso la Scuola Normale di Pisa. Nella città toscana si laurea in fisica nel 1917, discutendo una tesi di cui è relatore Luigi Puccianti. Inizia a lavorare presso l’Istituto di fisica dell’università pisana, frequentata in quegli anni da alcuni studenti d’eccezione, come Enrico Fermi e Franco Rasetti, che Polvani conosce e frequenta. Incontra poi Gilberto Bernardini e Giovannino Gentile (figlio del filosofo e politico). Di Gentile è relatore della tesi di laurea, che ha per argomento l’equazione di Schrödinger.
Polvani si interessa, infatti, sia di termodinamica sia di meccanica quantistica. Presto diventa professore universitario, andando a insegnare a Bari (1927), prima di fare ritorno a Pisa. Nel 1929 si trasferisce all’Università di Milano, succedendo sulla cattedra di fisica sperimentale ad Aldo Pontremoli, morto durante la spedizione di Umberto Nobile.
A Milano, Polvani, già prima della Seconda guerra mondiale, si impegna con Bolla e anche con Gentile a trovare strumenti nuovi per sviluppare la ricerca sui raggi cosmici e, a guerra finita, lavora per riorganizzare la ricerca in fisica, dando tra l’altro vita a una scuola che si distingue per vivacità intellettuale oltre che nello studio dei raggi cosmici, settori nella spettroscopia, nell’elettroacustica e nell’elettronica. Polvani è, insieme a Edoardo Amaldi e ad altri, uno degli animatori della fisica italiana nel secondo dopoguerra.
È presidente della Società italiana di fisica dal 1947 al 1961. Nel 1953 fonda la Scuola Internazionale di Fisica di Varenna. È presidente del CNR dal 1960 al 1965. Durante la sua gestione il massimo Ente pubblico di ricerca cresce di dimensioni e affina i suoi obiettivi.
Dal 1966 al 1969 è rettore dell’Università di Milano.
Ha realizzato importanti studi di storia della fisica, in particolare ha effettuato ricerche originali su Pacinotti e Volta.
Dopo aver assunto la presidenza [del CNR, ndr], Polvani era riuscito ad ampliare progressivamente l’organico dei ricercatori, passati dalle poche decine del 1960 a circa 900 alla fine del 1964; ma dopo il varo del regolamento per i comitati, la strada dei provvedimenti per il reclutamento di nuovi ricercatori e per lo sviluppo degli organi di ricerca si fece improvvisamente assai più impervia del previsto, e il processo di evoluzione del CNR improvvisamente rallentò. Il fatto è che dalla benevola attenzione del mondo politico verso i problemi della ricerca registrata nel 1961-1962 si era passati in breve tempo a un rapporto più guardingo e diffidente, a causa del precipitare dei rapporti tra comunità scientifica e organi amministrativi e di controllo. Il detonatore della crisi era stato il «caso Ippolito»... (Gianni Paoloni e Raffaella Simili)
Recenti episodi hanno reso noto alla pubblica opinione le difficoltà in cui si dibattono gli uffici amministrativi degli enti di ricerca finanziati dallo Stato, posti spesso dinanzi al dilemma o di applicare rigorosamente le leggi e i regolamenti relativi alla gestione amministrativa Degli organi scientifici e tecnici, o di trascurare le norme per realizzare con efficace sollecitudine la ricerca scientifica. Lo snellimento delle operazioni amministrative che accompagnano la ricerca s’impone veramente (Giovanni Polvani)
Polvani mentre rilascia un’intervista al CNR