Giuseppe Domenico Botto (Moneglia, 1791 – Torino, 1865) è stato un fisico e un patriota italiano. Nato a Moneglia, in Liguria, studia sia all’Università di Genova che all’École Polytechnique di Parigi, dove si laurea in Architettura. Entra nell’esercito e diventa capitano del genio nel 1821. Partecipa poi ai moti di Alessandria contro l’Austria ed è costretto a lasciare la carriera militare. Nel 1828 diventa professore di Fisica generale all’Università di Torino e, di conseguenza, diventa direttore dell’Istituto di fisica sperimentale, carica che conserva fino al 1855.
I suoi interessi scientifici riguardano l’elettricità e i fenomeni magnetici e termici indotti dalla corrente elettrica. Con Avogadro studia anche i fenomeni chimici indotti dalla corrente elettrica.
Nel 1830 è il primo a descrivere in una nota non pubblicata un motore elettrico. Nel 1836 la descrizione appare in un saggio. Il suo principale contributo scientifico, probabilmente, riguarda la scoperta che la massima quantità di calore fornita da un generatore a un circuito esterno si ha quando la resistenza del circuito esterno è uguale alla resistenza interna del generatore.
Tuttavia Botto ha realizzato anche l’elettrolisi dell’acqua mediante un generatore manuale di scariche elettriche e ha proposto un sistema originale di trasmissione e di codifica per il telegrafo elettrico.
L’attività sperimentale di Botto è dedicata a temi rilevanti per l’epoca: effetti magnetici, termici e chimici delle correnti elettriche e induzione. Nell’agosto del 1834 in una nota riferisce la realizzazione di un prototipo di motore elettrico di cui sta sperimentando un modello; nel 1836 segue la memoria alla Accademia che descrive una «Machine Loco-motive mise en mouvement par l’électro-magnétisme», a moto rotatorio. […]] Botto svolse anche una notevole opera di diffusione della cultura scientifica, con conferenze e pubblicazioni popolari non soltanto di fisica (interessante un Catechismo Agrologico, ossia principi di Scienza applicati all’Agricoltura Torino, Stamperia Reale 1846, di notevole importanza per diffondere le tecniche atte a migliorare l’agricoltura piemontese). La ricca biblioteca personale del Botto, donata all’Università, costituisce il primo nucleo della Biblioteca di fisica come ente separato presso l’Istituto di fisica. Con il Botto quindi l’attività di fisica presso la nostra Università mantiene un alto livello (Accademia delle Scienze di Torino)
Il motore elettrico di Botto