Gustavo Colonnetti (Torino, 1886 – Torino, 1968) a 25 anni ha già una doppia laurea, in Ingegneria (conseguita nel 1908) e in Matematica (conseguita nel 1911) e un doppio incarico: libero docente di Scienza delle costruzioni (nel 1910) e professore straordinario di Matematica applicata presso la Scuola Superiore Navale di Genova (nel 1911).
Dopo pochi anni si trasferisce a Pisa, dove diventa direttore della Scuola di Ingegneria. Infine ritorna nella sua Torino nel 1920, diventando poco dopo direttore del Politecnico (dal 1922 al 1925). Carica che abbandona per non iscriversi al partito fascista.
La sua attività scientifica riguarda l’ingegneria e la matematica applicata. È autore, tra l’altro, del “Secondo principio di reciprocità”, conosciuto anche come Teorema di Colonnetti, che spiega le tensioni interne di un corpo elastico. Si è occupato anche di scienza delle costruzioni e di idrodinamica.
Tuttavia, Colonnetti è noto soprattutto come organizzatore di scienza. Membro dal 1936 della Pontificia Accademia delle Scienze, è un antifascista convinto. Nel 1943 emigra in Svizzera clandestinamente per evitare persecuzioni da parte delle autorità fasciste della Repubblica di Salò. A Losanna dirige una scuola universitaria per rifugiati italiani.
Nel 1945 viene nominato presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Carica che conserva fino al 1956, contribuendo alla rinascita della scienza italiana. Fu particolarmente impegnato anche a restituire alla scienza italiana una dimensione internazionale e appoggiò, per esempio, la creazione di un Centro europeo per la ricerca nucleare a Ginevra, proposto e fortemente voluto da Edoardo Amaldi.
Fu anche attivista cattolico (militò nelle fila dell’Azione Cattolica) e politico: iscritto alla Democrazia Cristiana, fu membro dell’Assemblea Costituente.
Chi di noi non ha conosciuto biologi che si sono prestati a difendere le teorie razziali; o economisti che hanno trattato come un progresso sociale quella macchina burocratica che fu il corporativismo fascista, o tecnici che hanno considerato l’autarchia come una conquista […] E' di costoro un nuovo genere di reato; il reato di prostituzione della scienza. Essi vanno inesorabilmente cacciati dall’Università, a colpi di frusta, come i mercanti dal Tempio (Gustavo Colonnetti)