Leopoldo Pilla (Venafro, 1805 – Curtatone, 1848) nasce in Molise, ma si trasferisce molto giovane, ad appena 14 anni, a Napoli per studiare medicina e seguire le orme paterne. Il padre, di cultura politica liberale e sospettato di aver frequentato gli ambienti della Carboneria, è il medico di Venafro. Dopo i primi anni di studi in medicina veterinaria, si laurea nel 1829 in Medicina e Chirurgia.
Tuttavia non è la medicina il suo solo interesse. Studia anche da un lato la letteratura e dall’altro mineralogia e geologia, con il professor Matteo Tondi. In breve diventa così bravo che Tondi lo sceglie come suo primo assistente.
I suoi percorsi sembrano paralleli. Come medico diventa chirurgo militare ed è inviato, nel 1831, a Vienna per studiare il cholera morbus per cercare di prevenire la diffusione epidemica in Italia.
Come geologo inizia a pubblica lavori su riviste scientifiche in Francia e in Germania e ad acquisire una tale notorietà che nel 1835 potrebbe succedere a Matteo Tondi come docente di Geologia all’Università di Napoli. Ma un po’ la fama del padre, un po’ la sua stessa vicinanza agli ambienti liberali ne bloccano la nomina fino al 1841, quando diventa professore di Mineralogia e Geognosia. A novembre del medesimo anno tiene la prima lezione, ma a dicembre incontra il Granduca di Toscana che lo invita a trasferirsi a Pisa.
Pilla accetta e raggiunge la città toscana nel giugno 1842, in qualità di professore di geologia. I suoi successi scientifici aumentano. Scrive molto, compreso un trattato di geologia diretto specialmente a fare un confronto tra la struttura fisica del settentrione e del mezzogiorno di Europa (in tre volumi, pubblicati nel 1847).
Non smette la sua attività politica. E quando si forma il Battaglione universitario non esita a imbracciare il fucile e a partecipare alla Prima Guerra d’Indipendenza. Con il grado di capitano diventa comandante supplente della prima compagnia, che partecipa alla battaglia di Curtatone del 19 maggio 1848.
Leopoldo Pilla resta ucciso, raggiunto da un colpo mentre è in trincea. Il suo corpo non è mai stato trovato.
Certamente la conoscenza dell’avvenire non è concessa alle facoltà dell’uomo; il quale rispetto al corso de’ fenomeni naturali anomali può fare vaticini soltanto in grado di probabilità, deducendoli dalla esperienza del passato, o dal ragionamento che fa sopra di essi una sagace riflessione (Leopoldo Pilla)