Piero Caldirola (Como, 1914 – Milano, 1984) è stato uno dei fondatori della scuola italiana di fisica dello stato solido.
È nato a Como il 5 dicembre 1914. Il padre, orfano con quattro fratelli minori cui ha dovuto provvedere, è un ottimo artigiano, cui si rivolgono architetti di prestigio per realizzare i loro progetti. La madre è figlia di un giardiniere.
Finito il liceo scientifico, Caldirola si trasferisce a Pavia, al Collegio Ghislieri, per i suoi studi universitari. Ed è a Pavia che si laurea nel 1937 in Fisica con Attilio Palatini e Rocco Serini. La tesi riguarda la diffusione dell’idrogeno nel palladio riscaldato. Nel 1938 si trasferisce Roma, per specializzarsi in fisica teorica con Enrico Fermi, prima che questi parta per la Svezia e poi per gli Stati Uniti. Nel 1939 torna a Pavia come docente di Fisica sperimentale, mentre nel 1947 diventa professore straordinario di Fisica teorica. Due anni dopo si trasferisce a Milano per insegnare Fisica teorica presso l’Università Statale.
In questi anni Piero Caldirola ha il grande merito di riorganizzare i gruppi di ricerca in fisica sia a Pavia che a Milano, collegandoli nella rete nazionale che si va creando.
Intanto ha lavorato con Ugo Fano e Werner Heisenberg. Mentre lavora con Giancarlo Wick elabora una teoria del metodo di Rabi per la misura dei momenti magnetici.
Da un punto di vista strettamente scientifico il suo contributo maggiore sono gli studi, classi e quantistici, sull’elettrone. In particolare Caldirola propone una trasformazione dell’equazione di Lorenz in cui introduce il “quanto di tempo”, chiamato cronone. Gli sviluppi di questa teoria portano a ipotizzare l’esistenza, mai finora provata, di particelle che si muovo a velocità superiori a quelle della luce (i tachioni). Ma Caldirola mostra notevoli competenze anche nel campo della meccanica statistica.
Oltre a un contributo determinante nello sviluppo degli studi di fisica della materia (o dello stato solido), Caldirola ha fondato il Gruppo di Ricerca per l'Elettronica Quantistica a Milano, il laboratorio di Fisica del plasma del CNR di Milano e la Scuola internazionale di fisica del plasma a Varenna.
Prima della guerra il lavoro della Fisica, un po’ ovunque ma soprattutto in Italia, era a livello artigianale, cioè in ogni istituto c’era il professore con due assistenti che facevano la ricerca, si pigliavano un argomentino e lavoravano su quello […] finito quello ne dovevano pensare un altro, era difficile che ci fosse proprio un filone di ricerca […] fin dopo la guerra non ci sono stati gruppi che lavoravano sistematicamente, dopo la guerra, invece, quando si è incominciato con i raggi cosmici […]Il fatto stesso che la Fisica nucleare aveva una posizione di privilegio è dovuto al fatto che […] i fisici che operavano in Italia erano per più del 90% impegnati in questo campo, quindi lo squilibrio era totale […] “Tale squilibrio diminuì proprio con l’azione di Milano - Pavia, con la costituzione del gruppo di Fisica dei solidi tra Milano - Pavia, ma prima di allora tutti lavoravano ai raggi cosmici (Piero Caldirola)
Piero Caldirola a una scuola di fisica del plasma a Varenna