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Il rilancio della ricerca negli USA

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Gli investimenti in ricerca scientifica e sviluppo tecnologico (R&S) ritornano a crescere negli Stati Uniti d’America.
Dopo la stagnazione e persino il regresso del 2009 e del 2010, gli anni duri della crisi finanziaria ed economica, gli Usa ritornano a credere nell’opportunità di puntare sulla produzione di nuova conoscenza scientifica e sull’innovazione tecnologica.
Secondo un recente rapporto della National Science Foundation nel 2011 gli Stati Uniti hanno investito in R&S 428,2 miliardi di dollari: oltre 20 miliardi di dollari in più che nel 2010, con un incremento al netto dell’inflazione del 2,8%, superiore all’incremento del prodotto interno loro (Pil) che è stato dell’1,8%.
La performance è stata addirittura migliorata nel 2012. Gli investimenti complessivi in R&S hanno raggiunto la cifra di 452,6 miliardi di dollari, con un incremento al netto dell’inflazione del 3,8%. Un incremento ancora una volta superiore a quello del Pil, che nel 2012 è stato del 2,2%.
Tutte queste cifre ci dicono, appunto, che gli Stati Uniti ritornano a puntare sulla ricerca scientifica e sull’innovazione tecnologica per rilanciare la loro economia. E questa volta il rilancio non avviene a opera del governo federale, come nel caso famoso “pacchetto di stimolo” deciso dal presidente Barack Obama nel 2009, ma a opera delle imprese, che nel 2011 hanno aumentato gli investimenti in R&S del 5,4% rispetto all’anno precedente e nel 2012 hanno ulteriormente accelerato, con un incremento del 7,7% rispetto al 2011.
Questo ritorno degli Stati Uniti e, in particolare, delle imprese americane alla tradizionale fiducia nella produzione di nuova conoscenza e di alta tecnologia viene confermato da un altro recente rapporto del R&D Magazine, relativo al consuntivo dell’anno appena trascorso, il 2013, e alle previsioni per l’anno 2014.
Secondo gli esperti della rivista, nel 2013 gli Stati Uniti hanno aumentato gli investimenti in R&S dello 0,7% in termini reali rispetto al 2012 e quest’anno si prevede un ulteriore incremento al netto dell’inflazione del 3,3%. Cosicché gli investimenti Usa in R&S restano stabili intorno al 2,8% del Pil. Contro l’1,9% della media europea, il 2,0 della Cina. Tra i grandi paesi, solo il Giappone, col 3,4%, investe di più.

Il R&D magazine conferma che in questa fase a trainare l’espansione della R&S negli Usa è il settore business (le imprese, per lo più private), nella convinzione  che la competitività americana nell’economia globale può risultare vincente solo nel settore ad alto tasso di conoscenza aggiunto.
Anche se è difficile quantificare, tutti riconoscono che gli investimenti in R&S hanno un impatto enorme sull’economia. Alcuni studiosi reclutati dal governo federale Usa sostengono che almeno il 75% della produzione di nuova ricchezza nel dopoguerra negli Stati Uniti sia stato realizzato grazie alle applicazioni delle nuove conoscenze scientifiche.
Tuttavia, sostengono gli esperti del R&D Magazine, è possibile quantificare anche gli effetti nel breve periodo degli investimenti in R&S. I 465 miliardi di dollari, il 69% dei quali a opera di imprese private, che gli Usa investiranno nel 2014 in ricerca scientifica e sviluppo tecnologico daranno direttamente lavoro a 2,7 milioni di persone (1,4 milioni dei quali ricercatori); in maniera indiretta daranno lavoro ad altri 2,0 milioni di persone e indurranno lo sviluppo di settori economici dove troveranno impiego altri 4,0 milioni di persone. Ai 465 miliardi di dollari spesi direttamente nella R&S si dovranno aggiungere altri 860 miliardi di dollari nell’indotto. In pratica, l’8,0% dell’economia americana si reggerà, nel 2014, sulla ricerca scientifica e sull’innovazione tecnologica.
Tutto questo, sostengono gli esperti del R&D Magazine, perché tutti negli Stati Uniti riconoscono che: a) che gli investimenti in R&S hanno un ritorno economico importante sia nel breve che nel lungo termine; b) che gli Usa possono conservare la loro competitività solo aumentando gli investimenti, perché il resto del mondo sta facendo altrettanto; c) che, infine, anche in un paese con un quadro politico profondamente diviso, tutta la classe politica concorda sulla necessità di conservare agli Stati Uniti la leadership nel settore della ricerca scientifica e dello sviluppo economico.


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