fbpx Politica e tribunali uniti contro i vaccini: che fare? | Science in the net

Politica e tribunali uniti contro i vaccini: che fare?

Tempo di lettura: 5 mins

Nel 1998 il medico Andrew Wakefield ha pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet un articolo che dimostrava il legame [1] tra vaccini e autismo. Nonostante l’articolo in questione sia stato ritirato [2] e lo stesso Wakefield sia stato espulso dall’ordine dei medici, i timori per i rischi legati ai vaccini sono andati via via crescendo. A cominciare dalle famiglie che, per paura di possibili (e spesso mai provati) effetti collaterali gravi sui propri figli hanno sospeso le vaccinazioni dei propri figli.
Numerose sono state le occasioni, anche recenti, nelle quali le sentenze dei tribunali hanno decretato il nesso tra vaccini e autismo, senza però il consulto della comunità scientifica.
Pochissimi giorni fa la Procura di Trani ha aperto un’inchiesta per valutare l’ipotetica connessione tra vaccino Mpr e autismo.
Anche a livello politico cresce la diffidenza verso la vaccinazione, nonostante sia considerata  dalla stragrande degli esperti dell’ambito scientifico come uno dei più grandi progressi dell’ultimo secolo.
L’ultimo caso di qualche settimana fa riguarda la proposta del Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle Lombardia di sospendere l’obbligatorietà delle vaccinazioni.
Il titolo del progetto è chiaro: «Obbligo vaccinale: sospensione per l’età evolutiva» e il primo firmatario, Dario Violi, motiva così la proposta: «Gli ambulatori italiani iniettano oggi ai piccoli pazienti un unico vaccino chiamato esavalente, contenente cioè sei vaccini, due in più oltre a quelli considerati obbligatori. La pratica, che ha ricadute evidenti in termini di risparmio per il Sistema sanitario nazionale, suscita obiezioni e perplessità nel mondo accademico e scientifico. La sospensione dellobbligo vaccinale non comporterebbe conseguenze per la salute pubblica e consentirebbe un notevole risparmio di denaro».

Diffidenze politiche verso i vaccini

Non è la prima volta che il Movimento Cinque Stelle si distingue per le sue idee “antivacciniste”, facendo suscitare le perplessità della comunità scientifica. Violi da una parte riconosce i meriti dei vaccini, come l’aver debellato o ridotto fortemente gravi malattie del passato come poliomielite, difterite e morbillo. Dall’altra si schiera di fianco al cittadino, impugnando la necessità del consenso informato. Sospendere l’obbligatorietà dei vaccini, dice il consigliere, permetterebbe di far risparmiare grandi quantità di denaro, senza però compromettere la salute pubblica.
Questo sarebbe possibile, secondo i proponenti, grazie a un costante monitoraggio: la proposta, infatti, parla di un osservatorio pubblico che semestralmente si occuperebbe di valutare l’andamento epidemiologico delle malattie per le quali verrebbe sospesa l’obbligatorietà. In altre parole si sfrutta il fatto che chi vuole vaccinarsi potrebbe continuare a farlo e l’obbligatorietà dei vaccini verrebbe reintrodotta qualora ci fossero problemi. 

Quale obbligo?

Ma che cosa vuol dire realmente "obbligatorietà vaccinale" in Italia nel 2014? “La legislazione a riguardo è stata modificata nel corso del tempo. L'obbligatorietà era pronunciata in modo esplicito per le vaccinazioni introdotte con norma di legge prima della riforma del titolo V della costituzione, spiega Vittorio Demicheli, Responsabile del Servizio di riferimento regionale di epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle Malattie infettive (SEREMI) dell’ASL di Alessandria. “Oggi le vaccinazioni vengono introdotte tramite intesa tra Stato e Regioni e non costituiscono un obbligo bensì un Livello Essenziale di Assistenza. Attualmente è vigente un Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale che parla di "offerta attiva e gratuita" per un consistente numero di vaccini (12 nell'infanzia). Alcune regioni non comminano più le sanzioni amministrative previste per la mancata vaccinazione. I tribunali dei minorenni non vogliono neppure essere informati sull'eventuale rifiuto vaccinale (a meno che non sia indizio di trascuratezza verso il minore)”.

La proposta dei M5S fa leva su un problema reale: la poca consapevolezza da parte dei cittadini sui vaccini. L’”obbligo” di vaccinare i figli per un genitore che non è consapevole di cosa essi prevengano può essere sentito come un’imposizione inutile, per cui permettergli di compiere una scelta potrebbe secondo alcuni essere una strategia per fargli acquisire consapevolezza e, al tempo stesso, risparmiare.

Ma a che prezzo? Secondo molti esperti, il rischio è che in questo modo la minore adesione porti alla perdita dell’immunità di gregge: ovvero la quota di copertura vaccinale che impedisce alla malattia di diffondersi. Andare sotto tale quota, che va dall’80% al 95% a seconda delle malattie,  significherebbe consentire alle malattie infettive di diffondersi con grande facilità.
Questa prospettiva non è peraltro così lontana dalla realtà, dal momento che sono sempre di più le famiglie che non vogliono più vaccinare i propri figli. I recenti casi di morbillo in tutta Europa devono essere un monito: malattie una volta pressoché scomparse possono ritornare a diffondersi velocemente, senza un programma serio e continuativo di vaccinazioni. Il Council on Foreign Relations (Cfr) ha costruito una mappa interattiva per mostrare la diffusione negli ultimi cinque anni delle epidemie di morbillo e parotite: colpite da queste malattie non sono state solo zone povere del pianeta, come quelle africane, ma anche paesi ricchi come Stati Uniti ed Europa, che, per via di paure spesso infondate, stanno perdendo la protezione guadagnata grazie alle compagne di vaccinazioni obbligatorie degli ultimi decenni. Ancora qualche giorno fa il nuovo allarme: il morbillo, dopo più di dieci anni di “assenza”, è tornato negli Stati Uniti con un numero di casi che è triplicato in solamente un anno e che potrebbe salire ancora di più nel 2014.  

Prima di tutto, trasparenza

Molti degli allarmismi ingiustificati sottolineano i possibili effetti collaterali delle vaccinazioni.
“E’ vero i vaccini non sono esenti da effetti indesiderati e, purtroppo, la possibilità di identificarli tutti prima della registrazione dei nuovi prodotti è molto limitata. Da qualche anno però la sorveglianza è decisamente migliorata anche nel nostro Paese e disponiamo di un quadro abbastanza affidabile: molti piccoli effetti lievi (dolore, indurimento, febbre) e pochi eventi seri (soprattutto neurologici e, per fortuna, transitori). Esiste però ancora molta resistenza ad affrontare il tema: gli stessi sostenitori dell'obbligo sono quelli più restii a parlare apertamente di eventi avversi. E' quasi come se non ci si fidasse della capacità critica del pubblico. Bisogna chiarire bene i motivi dell'offerta vaccinale facendo presente i rischi reali. Sottolineare la differenza tra vaccini usati per il controllo delle malattie e vaccini che semplicemente proteggono contro malattie che non possono essere eradicate. Chi rinuncia ai secondi rischia solo in proprio mentre chi rifiuta i primi mette a rischio anche il resto della comunità. Se tutto il mondo ha pensato di eradicare la poliomielite bisogna farlo presente a chi non vuole vaccinarsi e prospettare anche quali sono i rischi reali in un mondo globalizzato. Il virus della poliomielite continua, infatti, a circolare anche nell'area europea e ci sono epidemie in atto a poche ore di viaggio da noi”, conclude Demicheli. 

Per Approfondire:
[1] Vaccinazione anti-morbillo-parotite-rosolia (Mpr) e autismo
[2] Vaccini e autismo: nessuna associazione

Articoli correlati

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Neanderthal genes made Covid more severe

A primitive man with a spear, blazer and briefcase

The Origin study from the Mario Negri Institute has identified genetic variants from Neanderthals in the DNA of those who had the most severe form of the disease.

Image credits: Crawford Jolly/Unsplash

A small group of genes that we inherited from the Neanderthal man - and from his romantic relationships with our sapiens ancestors - exposes us today to the risk of developing severe Covid. This is the unique conclusion of the Origin study by the Mario Negri Institute, presented yesterday in Milan and published in the journal iScience.