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Stamina: è ancora tempo di indignarsi

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Il termine “indignados”, divenuto popolare per le proteste iniziate in Spagna e poi diffusosi a buona parte del mondo, rappresentava la richiesta da parte dei cittadini, tutti titolari di uguali diritti civili, di una democrazia più partecipativa.

Oggi in Italia è tempo di indignarsi per la incapacità del mondo clinico-scientifico di rendere la società civile partecipe delle regole della scienza e dei pericoli che si corronno  non seguendole.
La scienza non è nella cultura del nostro Paese, è trascurata dalla classe dirigente; è da sempre poco ascoltata, poco capita e poco apprezzata dall'opinione pubblica, dalla classe politica e soprattutto dai media.

La pratica della medicina si basa su regole scientifiche, che prevedono per qualsiasi forma di terapia l’esistenza di prove di efficacia. Anche il cosiddetto uso compassionevole delle terapie, in un determinato settore privo di evidenze sperimentali affidabili, prevede che la decisione di estenderne l’uso si basi comunque su dimostrazioni di efficacia in altre malattie, che riconoscano meccanismi patogenetici simili.
Purtroppo, il contesto culturale attuale, poco consapevole e attento alle regole della scienza, lascia ampio  spazio a decisioni come quella recente della magistratura, che prevede la ripresa del trattamento di pazienti molto giovani con il metodo Stamina, a fronte della non esistenza di alcuna una prova scientifica basata sulle evidenze del valore terapeutico dell’intervento.

Certamente non è pensabile che i magistrati siano dotati di competenze specifiche che consentano loro di entrare nel merito delle basi scientifiche di un trattamento o della loro assenza. Crediamo però che alla popolazione debba essere garantito che i magistrati ricorrano alle consulenze più appropriate ed affidabili – con particolare riferimento in questo caso ai saperi clinico-scientifici – per agire come elemento portante della società e non come un potere sovraordinato rispetto a quello della ricerca e del metodo scientifico. Altrimenti, decisioni come queste, anche se apparentemente favorevoli ai pazienti, in realtà negano loro le garanzie che la scienza può e deve offrire, elevando impropriamente a livello di terapia prassi generate al di fuori delle regole clinico-scientifiche accettate in tutti i paesi culturalmente evoluti.

La ripresa dell'infusione a Brescia del metodo Stamina (improprio e fuorviante definirlo terapeutico) è la riprova che in questo momento l'Italia si comporta, sul piano delle norme e delle regole che hanno impatto sulla salute, come un paese bipolare: spicca la mancanza di equilibrio fra poteri che dovrebbero invece rispettarsi a vicenda e, in particolare, fra competenze scientifiche e competenze della magistratura: in nessun altro contesto internazionale si è mai realizzata una così ampia dissociazione, che ci preoccupa, ci indigna e ci spiazza a livello politico e scientifico nei confronti di tutti i paesi evoluti.
Abbiamo tante cose da fare e tante da riparare per restare in Europa con dignità: all'elenco dei nostri impegni dovremo certamente aggiungere anche quello più generale di evitare di essere grotteschi e ridicoli.

Il Ministro della Giustizia, il Ministro della Salute e il Ministro della Università e Ricerca vigilino e assicurino di concerto che la nostra crescita civile e la salute della popolazione non siano soffocate dal nuovo medioevo: stregoni sorprendentemente supportati da Giudici mal consigliati. 

Elenco delle Società scientifiche aderenti al SCV

GIAN FRANCO GENSINI
per la Consulta Cardiovascolare SCV


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