Giovedì mattina nella piccola e silenziosa Isola della Certosa, a Venezia, già di buon mattino l'aria era un misto di odore di porto e di sigari di buona qualità. In quello che negli ultimi anni sta diventando un fiore all'occhiello per il settore nautico lagunare d'elite infatti, è approdata la Tûranor - Planet Solar, il più grande catamarano completamente a energia solare, che in 584 giorni ha fatto letteralmente il giro del mondo.
Partita dal porto di Monaco il 27 settembre 2010, il 4 maggio 2012 la nave vi faceva rientro avendo toccato 52 tappe in tutti i continenti e 28 paesi, navigando attraverso l'Atlantico, il canale di Panama, il Pacifico, l'Oceano Indiano, il Golfo di Aden e il Canale di Suez.
Nata
dall'idea dello svizzero Raphael Domjian,
che desiderava fare il giro del mondo come un moderno Phileas Fogg su di una
barca alimentata solo a energia solare, e diventata realtà grazie all'incontro
con l'imprenditore tedesco Immo Stroeher, Planet Solar è stata costruita a Kiel
in soli 18 mesi, grazie alla collaborazione con l'Università di Ginevra.
Oggi
questa nave a emissioni zero, completamente autonoma dal punto di vista
energetico, sta vivendo una seconda vita, trasformandosi in una piattaforma per
la ricerca scientifica. Nel 2013 attraverso la campagna Deepwater,
con l'obiettivo di analizzare i processi nell'interfaccia oceano-atmosfera
della Corrente del Golfo, e successivamente con il progetto
TerraSubmersa al largo della costa greca, precisamente nelle acque del
Golfo di Argo, nel quale Planet Solar è stata utilizzata per misurazioni
geofisiche che permetteranno agli archeologi di ricostruire i paesaggi
sottomarini di carattere antropico di epoca preistorica.
A ben guardarlo, questo gioiello della tecnologia solare sembra
una sorta di navicella spaziale, essendo letteralmente ricoperto per tutta la
sua superficie superiore di pannelli solari, che si possono aprire per
raccogliere più luce, come delle enormi ali che si spiegano. Sebbene sia la più grande nave
solare al mondo però, Planet Solar non è certo una “grande nave”, di quelle
tanto combattute in laguna. È lunga infatti 35 metri e larga circa 23, ed è
dotata di 512 metri quadrati di pannelli solari, che fanno sì che per navigare
non ci sia bisogno di nemmeno una goccia di carburante. Non a caso è stato
scelto il nome Tûranor, tratto dalla saga del Signore
degli Anelli di J.R.R. Tolkien, che significa proprio “potere del Sole”.
E se
durante i suoi spostamenti non dovesse esserci abbastanza sole, la nave,
che accumula calore anche se il cielo è
oscurato fino all'80%, è comunque in grado di garantire 72 ore di autonomia. È
infatti provvista di due motori elettrici da 60 kW che possono raggiungere una
potenza massima di 120 kw.
Planet
Solar rimarrà ormeggiata nell'isola veneziana fino a maggio 2015 e non è un
caso che sia stata scelta proprio la Certosa per ospitare il riposo invernale
di questa barca innovativa. La Certosa è infatti teatro nell'ultimo decennio di
un ambizioso progetto di
riqualificazione ambientale ed economica, un'isola che per quasi un secolo,
fino agli anni '60, è stata utilizzata come fucina per la produzione di
prodotti bellici, armi e siluri.
Verso la
fine degli anni '90, dopo trent'anni di abbandono, sono cominciati studi di
fattibilità di una riqualificazione dell'isola, e alla fine si è deciso di
optare per un partnerariato pubblico/privato tra il Comune di Venezia e “Vento di Venezia” una società fondata
nel 2003. Come spiega durante la conferenza stampa che ha presentato Planet
Solar in laguna Alberto Sonino, fondatore della società, nonché “padre” del
polo nautico Vento di Venezia, questo partnerariato prevede che Vento di
Venezia si accolli i costi economici della riqualificazione, che consta di una
bonifica ambientale dell'isola e della costruzione di un parco pubblico.
Parallelamente agli oneri però, Vento di Venezia ha ottenuto anche la
concessione di installare attività commerciali ed economiche sull'isola.
Possibilità che negli ultimi anni si è già tradotta nella messa a punto di un
ricovero per barche private a 300 posti, attrezzati per imbarcazioni a vela e a
motore dai 6 fino ai 50 metri, cioè veri e propri yacht, un cantiere che
realizza barche tradizionali veneziane e si occupa della manutenzione di
natanti e imbarcazioni in genere, attività di promozione degli sport d'acqua,
una scuola nautica e una struttura alberghiera per accogliere i turisti. Oltre
alla costruzione del parco pubblico naturalistico che ad oggi è ancora cantiere
e il cui termine è fissato per il 2015.
Il 2015 per Venezia non è infatti un anno qualsiasi. È l'anno di Expo e la città dei dogi ne è uno dei poli. Il tema che il Comitato Expo Venezia sulla base di un protocollo d’intesa firmato dal Comune di Venezia con il Comune di Milano ha proposto è l'acqua. L'acqua come tema su cui far convergere – si legge nel sito web dedicato - “le iniziative legate all'Expo 2015 di Milano che punta su un turismo alternativo rispetto a quello tradizionale della città lagunare, non escludendo appendici enogastronomiche, alimentari, ittiche.”
L'arrivo di Planet Solar si inserisce dunque in
una prospettiva più ampia per Venezia, dove il tema dell'acqua e quello
dell'ecosostenibilità sono diventati veri e propri leitmotiv.
Ma Venezia a parte, Planet Solar è oggi un ambasciatore
d'eccellenza per la tecnologia solare, non tanto per la possibilità di
sostituire in futuro queste navi a quelle utilizzate oggi, quanto piuttosto per
la possibilità di migliorare la ricerca scientifica. “Esistono già barche più
piccole a energia solare, ma il nostro obiettivo non è costruire altre navi
come questa, ma farci ambasciatori dell'energia solare.” ci racconta il
capitano della Planet Solar Gerard D'Aboville. “Non è la nave del futuro, ma è una nave che ha un futuro, specie come strumento innovativo per le spedizioni scientifiche in mare”.