Poco tempo fa è stato presentato il progetto del governo per
il dopo Expo: il premier Renzi ha finalmente parlato di ricerca, di futuro e
della necessità di “accendere una scintilla” a Milano per creare nuove
eccellenze scientifiche di marca italiana nuove eccellenze scientifiche di
marca italiana.
Nell’ambito di questo progetto e, più in generale, della ricerca in Italia
manca però un’idea forte e sistemica di governance.
Il Gruppo 2003 (www.gruppo2003.org; www.scienzainrete.it ) da anni invoca la creazione anche
nel nostro Paese di un’Agenzia per la Ricerca: nulla di più e nulla di meno di
quanto accade nei Paesi “normali”, quelli con i quali competiamo nella “knowledge
society globale”. Per Agenzia non intendiamo un nuovo (ulteriore) “carrozzone”
a motore burocratico, bensì una struttura agile e snella, indispensabile per il
rilancio della ricerca, in particolare della ricerca di base, che il Piano Nazionale delle Ricerche (PNR) , tarato su
Horizon 2020, ignora sostanzialmente.
Pensiamo ad una struttura direttamente collegata con la Presidenza del
Consiglio, con il compito di riassumere in una sola sede tutte le risorse
destinate alla ricerca da parte dei vari Ministeri.
Nel contesto strategico ed organizzativo che abbiamo in mente, al Governo
spetterebbe l’onere di dare gli input per quanto riguarda le aree di ricerca
prioritarie e le risorse economiche da assegnare, all’Agenzia quello di mettere
a disposizione strutture adeguate per fare bandi di concorso sui singoli
progetti, istruire il referaggio, premiare il merito e valutare i risultati. La
struttura dovrà gestire, nei giusti equilibri, i bandi per la ricerca a lungo
termine con le necessità della ricerca
traslazionale, raccordando i progetti italiani con quelli della ricerca
europea. Il Governo non può più delegare il supporto della ricerca italiana
solo ai bandi europei, ma deve rafforzare a livello nazionale il sostegno ai
suoi ricercatori – troppo pochi rispetto agli altri paesi! – per migliorare le
nostre performance in campo internazionale. Circa la sostenibilità finanziaria
e gestionale dell’Agenzia va considerato
che potrebbero essere utilizzate appropriatamente risorse già esistenti presso
Enti di Ricerca Pubblica (ad esempio il CNR) e presso i vari Ministeri.
Costituire un’Agenzia per la Ricerca sarebbe non solo un ulteriore fortissimo
segnale di fiducia e di investimento sul futuro lanciato, in particolare ai
giovani, ma anche la sede ideale per valutare con metodo ed oggettività
iniziative come quella sul dopo Expo o,..cronaca recente, il recente
finanziamento di uno studio con cellule staminali destinato dal sistema
politico ad personam, con inaccettabile discrezionalità.
In sostanza ci chiediamo: perché, accanto alla “prima scintilla” indicata da Renzi, non accenderne un’altra nell’area Expo e costituire qui l’Agenzia per la Ricerca?
Articolo pubblicato sul Il Corriere della Sera, il 27 novembre 2015