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Dall'alchimia alle armi chimiche nella Grande Guerra: convegno a Rimini

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Non solo in Italia ma nell’intera Europa il nome di Rimini richiama alla mente un’idea di vacanza spensierata ed allegra. Difficile immaginare per i vacanzieri occupati tra spiaggia e discoteche che nel centro storico, adorno di importanti monumenti come il celebre ponte di Tiberio e il Tempio Malatestiano, ci sia una splendida biblioteca civica, la “Gambalunga”, ricca di antichi testi scientifici conservati con amorevole cura. Pochi sanno, inoltre, che la città diede i natali, intorno al 1456, ad Augurèllo, il poeta-alchimista autore di  Chrysopoeia. Il XVI Convegno di Storia e Fondamenti della Chimica gli ha ridato lustro ma, naturalmente, si è occupato anche d'altro, inclusi i drammatici eventi bellici di cent'anni fa.

Rispettando una consuetudine ormai consolidata, il Gruppo Nazionale di Fondamenti e Storia della Chimica (GNFSC) ha organizzato il Convegno in collaborazione con i Dipartimenti di Chimica Industriale “Toso Montanari”, di Chimica “Giacomo Ciamician” dell’Alma Mater Università di Bologna e l’Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL. La Società Chimica Italiana e Società Italiana per la Storia della Scienza hanno concesso il loro patrocinio.

Si è trattato, per la precisione, del XVI della serie, iniziata a Torino nell’ormai lontano 1985. Per una piccola associazione qual è il Gruppo Nazionale di Fondamenti e Storia della Chimica (GNFSC) si è trattato di un traguardo importante e quasi insperato. Oggigiorno l’organizzazione di una manifestazione del genere in ambito universitario, con fondi esigui e numerosi vincoli di carattere amministrativo, non è impresa semplice. I lavori si sono svolti dal 22 al 24 settembre 2015 presso il Campus di Rimini dell’Università di Bologna, dove si era già tenuto pure il XIV Convegno.

Il Convegno comprendeva sia relazioni su invito che comunicazioni libere. Come in quello bolognese del 2013, alle sessioni dedicate alla storia della chimica antica e moderna, si è aggiunta quella speciale a ricordo di un anniversario. Nel 2013 fu la volta del cinquantenario del Premio Nobel a Karl Ziegler e Giulio Natta. Quest’anno non si poteva trascurare la Prima Guerra Mondiale 1914-1918, un evento drammatico per l’Europa intera in cui la maggior parte degli scienziati ebbe un ruolo di primo piano. È noto a tutti che, a partire dai gas asfissianti e dagli esplosivi, le competenze chimiche sono state ampiamente sfruttate, anche dagli italiani, a scopo bellico con conseguenze terrificanti. Se questo è il settore che, per ovvi motivi, ha interessato maggiormente gli storici della chimica, ce ne sono anche altri (agricoltura, energia, materie prime) che hanno sfidato sul piano scientifico le competenze dei belligeranti. Al Convegno di Rimini, nella sessione “Chimica e Grande Guerra”, si è preferito affrontare soprattutto i temi inerenti le armi chimiche, i mezzi difensivi, i sensori e saggi rapidi. Uniche eccezioni, quello meno studiato sul regime alimentare delle truppe e, come introduzione alla serie di interventi, una riflessione critica sul pensiero del chimico Giulio Provenzal, rivelatrice dell’eclisse degli ideali internazionalisti e pacifisti tra gli intellettuali dell’epoca. La relazione generale l’ha tenuta il Gen. Giorgio Seccia, chimico e storico militare, autore di numerosi libri sull’argomento, e si sono poi susseguiti gli interventi di Dall’Olio, Breda, Fausone, Fontani e Priori. In virtù di questa particolare sessione, la Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio ha riconosciuto al Convegno lo status di manifestazione del Centenario.

Ma a Rimini non si è parlato solamente di guerra. La sessione inaugurale, dopo i saluti di rito, l’ha aperta Marco Ciardi con la relazione dal titolo “Poesia, oro e alchimia: la Chrysopoeia del riminese Giovanni Aurelio Augurelli (ca. 1456 - 1524)”. Si è trattato di un doveroso omaggio alla città ospitante e il Relatore, come c’era da aspettarsi, ha svolto al meglio il suo compito anticipando per i convegnisti i risultati di studi che lo hanno condotto a scoperte interessanti. La sessione, cui hanno contribuito anche Carusi, Vizza, Anatrini, oltre a chi scrive, era intitolata “Sogni alchemici ed ideali moderni”, in sintonia con gli argomenti trattati. A quella successiva, intitolata “Industria e conoscenza”, hanno contribuito: Trifirò, Ciabatti, Zani e Bassani, D’Auria e Cervellati. L’apertura è avvenuta con la relazione di Trifirò, attuale Vice-Direttore de La Chimica e l’Industria, organo ufficiale della Società Chimica Italiana. Il Relatore ha presentato la storia della rivista, fondata nel 1919 con l’intento di favorire lo sviluppo dell’industria chimica nazionale. La sessione conclusiva del convegno, intitolata “Scienza, filosofia e lettere”, si è aperta il giorno seguente con la relazione di Annibale Mottana dedicata ad una esauriente sintesi storica delle applicazioni della spettroscopia a raggi X. All’intervento di Mottana sono seguiti quelli di Cavarra, Baldassarri, Drago, Fraulini e Aquilini.

Gli Atti della manifestazione in forma integrale sono in corso di stampa con il supporto dell’Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL. Un’anticipazione è venuta dalla rivista La Chimica e l’Industria che nel fascicolo n. 6 del 2015 ha ospitato i testi delle comunicazioni sulla Prima Guerra Mondiale in forma breve.

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