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Nessuna analogia tra Genomi-Italia e Human Technopole

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In riferimento all'articolo Renzi, salva (tutta) la ricerca! dello scorso 25 febbraio a firma del dott. Carra è doveroso precisare che ogni analogia proposta dall'autore tra il Progetto Genomi Italia promosso dalla Sen.ce Elena Cattaneo ed il conferimento diretto di risorse senza bando pubblico, senza libera competizione, per via legislativa, ad una specifica istituzione di ricerca quale è il caso di Istituto italiano di Tecnologia (IIT), è impropria, forviante e offensiva nella sua approssimazione. Quel che l'autore riconosce essere una "prassi discutibile" in relazione al caso IIT, ovvero un finanziamento "top-down" per via legislativa, è quanto di più distante dalla volontà e dall'azione parlamentare promossa dalla Professoressa nel caso del Progetto Genomi-Italia. Tale valutazione è testimoniata da fatti, norme e condotte qui brevemente riassunte:  

1) Nel ragionamento del dott. Carra in riferimento al Progetto Genomi-Italia, pur linkando l'articolo del 15 dicembre 2015, non viene dato peso alla conclusione in cui la Professoressa espressamente si concentra sull'aspetto fondamentale dell'erogazione dei fondi:

"Se il Parlamento, come credo, approverà nella Legge di Stabilità il Progetto Genomi-Italia, bisognerà renderlo innovativo anche nella regolamentazione dei bandi. Le erogazioni di soldi pubblici tramite "phone calls" (invece che "public calls") o "ad personam" e senza competizione tra le idee sono pratiche inaccettabili. Chi le propone o ne trae vantaggio fa un danno al Paese. Per il bando è dunque previsto un comitato di esperti, terzi, indipendenti e competenti, ispirato a "politiche basate sulle prove d'efficacia": con controlli e valutazioni in itinere si erogheranno fondi solo a risultati dimostrati. Con i buoni auspici, tra qualche anno il nostro Ssn, terzo al mondo per efficienza, potrà ragionevolmente scalare qualche posizione.

L'emendamento "Genomi-Italia" formulato dalla Sen.ce non prevede di erogare quindi alcun finanziamento "top down" a nessuna istituzione pubblica o ente privato o di diritto privato che sia, ma si limita ad indicare e vincolare delle risorse pubbliche per precise finalità di ricerca demandando ad una commissione istituita presso il Ministero della Salute l'istruttoria e l'infrastruttura regolamentare necessaria per individuare le modalità con cui i ricercatori italiani potranno competere per la realizzazione dei  singoli progetti.

Tale informazione, nel caso si avesse difficoltà ad orientarsi con la legge di stabilità 2016, l'autore la avrebbe potuta reperire leggendo quanto pubblicamente illustrato dalla stessa Sen.ce Cattaneo, in un precedente articolo del 30 novembre 2015:

 “Il fondo potrà contare su uno stanziamento di cinque milioni di euro all’anno per i prossimi tre anni destinati ad un piano nazionale finalizzato a incrementare conoscenze e tecnologie per lo studio di migliaia di genomi italiani. Il piano sarà predisposto dalla Commissione che dovrà stabilirne condizioni e obiettivi, demandando ad un bando pubblico e ad esperti, terzi e indipendenti, la selezione dei migliori progetti di ricerca negli ambiti individuati. La Commissione avrà anche l’incarico di individuare i soggetti, pubblici o privati, necessari a cofinanziare il progetto. La delicatezza di questo aspetto, di cui vado particolarmente orgogliosa, è che non solo non ci si affida alle sole, spesso esauste, risorse pubbliche ma, anzi, si prevede — fino a condizionarne la fattibilità — un cofinanziamento da altri soggetti in misura almeno pari alle risorse pubbliche impegnate. Se questi non dovessero manifestarsi, non un euro delle risorse pubbliche sarà investito nel progetto.”

2) Anche il giornalista più distratto non potrà non notare le differenze con le modalità di finanziamento ha beneficiato l'IIT. Infatti l'ente in questione è stato coinvolto dal Governo con un decreto legge,  lo strumento normativo a disposizione dell'esecutivo per provvedere ai casi straordinari di necessità ed urgenza (art. 77 Cost.), poi convertito senza modificazione in legge, (n. 9/2016), che dunque nulla ha che vedere con la legge di stabilità 2016 erroneamente richiamata dal dott. Carra.

Inoltre con la decretazione d'urgenza e nell'ambito delle iniziative relative alla partecipazione dello Stato nell'attività di valorizzazione delle aree in uso alla Società Expo S.p.a, senza alcuna procedura selettiva o comparativa si è attribuito a IIT un   "primo contributo dell'importo di 80 milioni di euro per l'anno 2015 per  la realizzazione di un progetto scientifico e di  ricerca,  sentiti  gli enti  territoriali e le principali istituzioni   scientifiche interessate, da attuarsi anche utilizzando parte delle aree in uso  a EXPO S.p.a. ove necessario previo loro adattamento." Sempre all'IIT, infine, è stata demandata "l'elaborazione di un progetto esecutivo da approvarsi con decreto  del  Presidente  del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze." (Art. 5, commi 1 e 2)

Le differenze strutturali tra i due interventi normativi  sono dunque lunari. Da una parte il legislatore indica gli ambiti e obiettivi di ricerca  e affida ad una Commissione ministeriale la gestione delle procedure finalizzate alla erogazione delle risorse a soggetti terzi in competizione tra loro. Nel secondo si conferiscono 80 milioni "chiavi in mano" - accompagnati da reiterati e pubblici impegni da Parte del Presidente del Consiglio  circa la volontà di corrispondere risorse pari a 150 milioni di euro per almeno 10 anni - per un progetto scientifico di ricerca (sia quello che sia) collegato alla forma più tenue di partecipazione amministrativa possibile, il "sentito" le istituzioni scientifiche e gli enti territoriali interessati. 

Su un aspetto il dott. Carra non sbaglia ovvero che le modalità di erogazione dirette come quelle fatte per IIT sono una, eufemisticamente definibile, "prassi" del legislatore abituato a gestire e finanziare i programmi di ricerca sulla scorta di preferenze fondate su conoscenze, vicinanze o semplici suggestioni di utilità (anche in buona fede), anziché con standard di trasparenza, efficacia ed efficienza.

3) Se il dott. Carra avesse voluto cimentarsi in un’analogia, poteva certamente trovare nella  legge di stabilità 2016 una norma paradigma di questo modo di agire “impositivo su cosa sia la migliore scienza”. Ci si riferisce in particolare all'emendamento approvato in prima lettura al Senato che prevedeva di assegnare senza alcun bando un finanziamento “top-down" di tre milioni di euro - ancorandosi alla disciplina eccezionale introdotta dal Ministro Balduzzi per il caso Stamina - specificamente alla sperimentazione clinica di fase II con cellule staminali neurali per la Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla) condotta in Italia da un unico studioso. Quella vicenda si è conclusa  felicemente grazie all'attivismo di una ingente parte della comunità scientifica nazionale e internazionale che si espresse contro le assegnazioni “top-down” (oltre ad alcuni parlamentari sensibili al tema della trasparenza della ricerca), ottenendo la riformulazione completa dell'emendamento che, nella sua versione finale, ha abrogato la norma Balduzzi con contestuale destinazione di quelle ed altre risorse per la ricerca sulle malattie neurodegenerative su base competitiva.

Infine, circa la considerazione del dott. Carra secondo cui “Se Renzi ha individuato nell’IIT un motore per un grande progetto è probabilmente perché, di fatto, l’IIT prefigura ciò che dovrebbero essere gli enti scientifici italiani in un prossimo futuro: di natura pubblica ma liberi dai lacci di concorsi pubblici”, senza scendere - in questa sede- sulla performance globale dell'Ente beneficiato dal Presidente del Consiglio o nel merito della innegabile presenza "lacci burocratici" degli enti universitari, si sottolinea che è proprio contro una decisione della politica totalmente arbitraria, in perfetta antitesi ad ogni libera competizione scientifica, che la Senatrice è intervenuta.

José De Falco
Capo Segreteria della Sen.ce Elena Cattaneo
Senato della Repubblica

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