fbpx Bologna, campus stellare | Science in the net

Bologna, campus stellare

Tempo di lettura: 3 mins

La Big Science, quella che rivela le onde gravitazionali oppure il bosone di Higgs, ha bisogno di grandi gruppi di ricerca internazionali che devono saper progettare, costruire, gestire e sfruttare al meglio strumenti complessi e costosi dai quali ci aspettiamo le risposte alle molte domande ancora aperte. Grandi risultati richiedono organizzazione e coordinamento tra numerosi gruppi di ricerca, distribuiti in molte nazioni. Sono responsabilità che ricadono sugli uffici centrali delle organizzazioni: gli headquarters. Ospitare gli headquarters di un grande progetto è un onore (e un onere), per questo siamo particolarmente soddisfatti che il cuore della prossima grande avventura mondiale nell’astrofisica delle alte energie sarà a Bologna nel nuovo Campus della ricerca dove hanno le loro sedi l’INAF, l’Università e il CNR. 

Parliamo di una della branche più nuove dell’astronomia delle alte energie dove l’Italia, grazie alla tradizione di INAF ed INFN, ha una posizione di primo piano. Proprio perché relativamente recente, l’astronomia gamma da terra ha un grande potenziale di crescita che si sta concretizzando con un progetto ambizioso che riunisce scienziati da tutto il mondo: il Cherenkov Telescope Array (CTA). Si tratterà di una schiera di oltre 100 telescopi divisi tra un osservatorio dedicato allo studio dell’emisfero Nord ed uno dell’emisfero Sud.  CTA è uno dei pilastri dell’astronomia del futuro e l’Europa l’ha inserito nella lista delle sue grandi infrastrutture scientifiche.  La comunità italiana ha dimostrato, da subito, grande interesse al progetto che è cresciuto grazie al supporto del MIUR, che ha finanziato prima il progetto Bandiera ASTRI e poi il Premiale TECHE, e, più recentemente, dal MISE, con i fondi dedicati all’Astronomia Industriale. In effetti, la felice combinazione tra l’interesse della comunità e la disponibilità di finanziamenti ha permesso all’Istituto Nazionale di Astrofisica di avere un ruolo importante tra gli “azionisti” scientifici di CTA.

Per questo, quando è stata aperta la gara per scegliere la sede del quartier generale dell’Osservatorio CTA, non abbiamo esitato a farci avanti proponendo una struttura INAF all’interno del nuovo campus di Bologna dove saranno concentrate esperienze in tutti i campi dell’astronomia, dell’astrofisica e della gestione di osservatori astronomici. Non eravamo gli unici a voler ospitare il quartier generale di CTA ma la nostra squadra ha lavorato benissimo e, alla fine, la decisione è stata presa all’unanimità: Bologna ospiterà il quartier generale del nuovo Osservatorio.  Sarà a portata di voce di tre istituti INAF, del dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Bologna e dell’area della ricerca del CNR. Un ambiente unico dove l’Osservatorio CTA troverà le condizioni ideali per operare al meglio. Bisognerà iniziare subito a coordinare la costruzione dei siti osservativi, affrontando problematiche complesse per arrivare ad avere uno strumento fantastico con il quale affronteremo  le grandi sfide che aspettano l’astronomia del futuro.

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 26 giugno 2016.


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Why have neural networks won the Nobel Prizes in Physics and Chemistry?

This year, Artificial Intelligence played a leading role in the Nobel Prizes for Physics and Chemistry. More specifically, it would be better to say machine learning and neural networks, thanks to whose development we now have systems ranging from image recognition to generative AI like Chat-GPT. In this article, Chiara Sabelli tells the story of the research that led physicist and biologist John J. Hopfield and computer scientist and neuroscientist Geoffrey Hinton to lay the foundations of current machine learning.

Image modified from the article "Biohybrid and Bioinspired Magnetic Microswimmers" https://onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.1002/smll.201704374

The 2024 Nobel Prize in Physics was awarded to John J. Hopfield, an American physicist and biologist from Princeton University, and to Geoffrey Hinton, a British computer scientist and neuroscientist from the University of Toronto, for utilizing tools from statistical physics in the development of methods underlying today's powerful machine learning technologies.