Una start-up californiana progetta droni con lo scopo di abbattere le barriere dell'Africa: a settembre dovrebbe partire la prima rete di consegna drone al mondo per sangue, farmaci e dispositivi d'urgenza.
DRONE. Il velivolo senza pilota che negli ultimi anni ha conquistato il cuore di tutti, dagli hobbisti del fine settimana all'aeronautica militare, non è solo un giocattolo per Paesi ricchi ma può aiutare le economie emergenti. Sul territorio africano sono infatti in fase di lancio progetti che potrebbero rivoluzionare le catene di forniture mediche, la distribuzione commerciale e la lotta al bracconaggio.
Zip - il drone
L'oggetto del desiderio si chiama Zip, ha un'apertura alare di soli due metri, viaggia a 100km/h e può percorrere 120 km con una singola ricarica di batteria, anche in caso di vento o pioggia, bypasssando quindi le barriere fisiche e geografiche del territorio africano. Attivato con un semplice messaggio di testo, il piccolo aeromobile può lasciare il suolo in pochi minuti; la navigazione aerea avviene attraverso la rete GPS e, una volta arrivato a destinazione, il drone non necessita di atterraggio: il carico viene infatti rilasciato in un'area di scarico (grande pochi metri) attraverso un piccolo paracadute, che permette al prodotto di raggiunge gentilmente il suolo, garantendone l'integrità.
Il piccolo aeromobile nasce da Zipline, una start-up nata nel 2014 nella Silicon Valley. Il suo alto potenziale di sviluppo ha fatto sì che, in poco tempo, Keller Rinaudo e William Hetzler, pionieri 3.0 e co-founders di Zipline, abbiano ottenuto finanziamenti di venture capital da Sequoia Partners e Google Ventures, e il sostegno di investitori come Paul Allen, co-fondatore di Microsoft.
Rwanda, il primo paese che apre il cielo a Zipline
Il Rwanda è stata la prima nazione a firmare un contratto con la Silicon Valley per servizi di consegna su lunghe distanze di beni d'urgenza, in particolare sacche di sangue: il piccolo stato africano è, infatti, uno dei Paesi più poveri del mondo, dove il tasso di mortalità infantile risulta ancora molto elevato con 2,9 milioni morti/anno sotto i 5anni. Il governo investe pesantemente sul sistema sanitario ma il territorio prevalentemente montuoso (è chiamata “la terra delle mille colline”), le stagioni delle piogge, le strade impraticabili, la mancanza di carburante e gli elevati costi di trasporto rendono difficili, a volte impossibili, le forniture di farmaci e dispositivi d'urgenza via terra. In un territorio così ostile la start-up californiana sta organizzando le sue rotte giornaliere.
A ottobre, quando le prove di sicurezza saranno completate, Zipline prevede di coprire un territorio di 75 km con 50-150 consegne di sacche di sangue/giorno; una volta perfezionato il progetto, la rete aerea provvederà anche alla distribuzione di vaccini e altre forniture urgenti. Sarà prevista la presenza di due diverse linee drone giornaliere: una rete Redline che garantirà rifornimenti medici in tempi brevi, e una Bluline per la distribuzione commerciale, indipendente dalla catena di forniture mediche.
“L'Africa sta crescendo troppo in fretta per costruire una propria rete stradale. Stiamo parlando di un sistema di trasporto complementare; non vogliamo sostituire le rotaie, i camion o le moto, ma vogliamo aggiungere una rete che ora non esiste, è questo che dà senso al progetto”, afferma Keller Rinaudo.
Se il progetto prenderà forma come previsto da Zipline, il Rwanda si mostrerà più innovativo di molte delle economie più ricche del mondo in termini di una visione di distribuzione aerea-drone.
Il droneport, progetto di Norman Foster
Ad appoggiare l'idea pionieristica anche l'archistar britannica Norman Foster, maestro dell'architettura Sky-ground, che ha progettato il primo droneport al mondo. Il prototipo del mini-aeroporto è stato presentato alla Biennale di Venezia a Maggio: una serie di strutture ad arco 10x10x6mt low-tech in laterizio da 70,000 $, che rispettano i principi di sostenibilità ambientale. “Il drone-port è la convergenza tra architettura, tecnologia delle costruzioni e la scienza dei droni, che per la prima volta abbandona il campo militare, e viene utilizzata per scopi umanitari e per creare un sistema salva-vita in Africa, come la distribuzione di forniture medicali. Il concetto di base è realizzare tanto con poco”, dice Foster alla presentazione del modello creato dalla Norman Foster Foundation.
Droni anti-bracconaggio
L'innovativo sistema aereo potrebbe essere impiegato anche per sconfiggere un altro grande nemico del continente nero: il bracconaggio. Gli ambientalisti stanno infatti lavorando con operatori di droni in diversi parchi del Sud Africa per monitorare le popolazioni di rinoceronti ed elefanti. La UAV and drone solution (UDS), in collaborazione con il South African National Parks e il Peace Parks Foundation, sta testando soluzioni aeree anti-bracconaggio nel Kruger National Park e nelle provincia di KwaZulu-Natal. “I parchi utilizzano tecniche convenzionali durante il giorno per individuare i bracconieri,
ma senza droni e immagini termiche lo stesso risultato non si può ottenere nelle ore notturne”, sostiene Werdmuller von Elgg, responsabile del progetto.
I progetti con droni in altri paesi
La tecnologia drone è in fase di sperimentazione in altre economie emergenti. Matternet, un'altra startup della Silicon Valley, trasporta campioni di sangue provenienti da cliniche rurali a un laboratorio in Papua Nuova Guinea e sta contemporaneamente lanciando una piccola rete di consegna di dispositivi medici nella Repubblica Dominicana. La società collabora inoltre con l'Unicef in Malawi, per sviluppare un progetto che utilizza gli aeromobili a pilotaggio remoto per raccogliere materiale biologico di bambini nati da genitori sieropositivi.
Nonostante una parte della popolazione si mostri scettica riguardo l'introduzione dei droni nella realtà cargo e si siano aperte discussioni sulla sicurezza del sistema, l'ottimismo suscitato dal mondo tech prevale nel continente africano.
“Credo che i droni siano una prossima importante realtà”, dice Mbwana Alliy, fondatore e manager di Savannah Fund, una società focalizzata sull'introduzione di tecnologie emergenti in Africa. “Ci sono grandi possibilità oltre alla consegna e alla logistica, che si parli di forniture mediche o di vendita al dettaglio. I droni possono aiutare gli agricoltori a capire la loro terra attraverso la mappatura del suolo, dei cantieri e delle miniere”.
Nuovi mercati e professioni con i droni-commerciali
I droni stanno plasmando posti di lavoro esistenti e ne stanno creando di nuovi, con le imprese che investono grandi capitali nel settore aero-tech: fotografi, geometri, architetti e l'industria video stanno tutti abbracciando questa tecnologia relativamente nuova per rendere il loro lavoro più facile, più sicuro e innovativo. Circa il 90 per cento del mercato drone-commerciale è investito nell'ambito della fotografia, seguita dalla mappatura e rilevazione delle attività e ispezione delle costruzioni. Per il continente nero, invece, la tecnologia aerea senza equipaggio, associata generalmente al mondo militare o a economie ricche e tecnologicamente avanzate, racchiude un potenziale molto più eccitante: sconfiggere le vere e grandi sfide fisiche del territorio africano con la rivoluzione digitale.