La Società Chimica Italiana, insieme a membri di primo piano della chimica e della scienza italiana, ha inteso diffondere un comunicato sul mancato premio Nobel a Vincenzo Balzani sulla «progettazione e sintesi di macchine molecolari» (andato a tre ricercatori – Jean-Pierre Sauvage dell’università di Strasburgo, Fraser Stoddart della Northwestern University di Evanston e Bernard L. Feringa dell’università di Groningen). Fra le ragioni di questa esclusione va considerato "l’indebolimento sistematico della ricerca di base italiana, ormai giunta allo stremo delle forze dopo decenni di sottofinanziamento e regolata da sistemi di reclutamento, funzionamento e valutazione non sempre adeguati".
Balzani, Il Nobel sfiorato. Perché l’Italia di nuovo fuori? - Roma, 12 ottobre 2016
Con Vincenzo Balzani, professore emerito dell’Università di Bologna e pioniere della ricerca sulle macchine molecolari, il nostro paese è arrivato ad un passo dal premio Nobel per la Chimica 2016.
A oltre 50 anni dal riconoscimento a Giulio Natta, il prestigioso premio è stato assegnato ad un settore di ricerca nel quale l’Italia è leader internazionale grazie a Vincenzo Balzani e ai suoi collaboratori. Balzani ha contribuito in modo fondamentale non solo alla realizzazione dei primi prototipi di macchine molecolari, in collaborazione con Fraser Stoddart e Jean-Pierre Sauvage, ma anche allo sviluppo e al consolidamento dei concetti alla base di questo campo di ricerca, divenuto negli anni uno dei settori più attivi e stimolanti della chimica moderna. Balzani e il suo gruppo posero le basi progettuali per la costruzione di macchine molecolari in un articolo del 1987 e in un libro del 1991, scritto da Balzani e Scandola. Anche il termine "molecular machine" venne pienamente discusso per la prima volta in un articolo firmato da Balzani, Stoddart e collaboratori nel 1993, mentre il libro “Molecular devices and machines” di Balzani, Credi e Venturi, primo testo sull’argomento, è uscito nel 2003 in inglese ed è stato tradotto in cinese e in giapponese. Studi su movimenti molecolari indotti dalla luce sono stati pubblicati in collaborazione tra i gruppi di Balzani e Sauvage negli anni ‘90. Molte delle nanomacchine citate nella motivazione del premio, fra le quali il celebre “ascensore molecolare”, non avrebbero funzionato - forse non avrebbero neppure visto la luce - senza il lavoro del gruppo di Bologna.
Perché, allora, Vincenzo Balzani non è fra i premiati?
Diciamo subito che il riconoscimento a Jean-Pierre Sauvage, Fraser Stoddart e Ben Feringa è assolutamente meritato. L’Accademia svedese, quindi, ha visto giusto; ma i fatti dimostrano che il suo verdetto fornisce una rappresentazione purtroppo incompleta della tematica scelta. Il problema è che il premio non può essere assegnato a più di tre persone. Sulla torre erano in quattro e uno doveva essere buttato giù.
Quando la competizione internazionale arriva a questi livelli, non basta il curriculum scientifico. Occorre che gli scienziati siano supportati dalla comunità nazionale: gli Atenei, i grandi Enti di Ricerca, le Accademie, le Società, i Ministeri. Fin da ora, noi ci impegniamo a creare gli strumenti per fare sistema, affinché episodi come questo, già avvenuti in passato anche in altre discipline – basti pensare alla clamorosa esclusione di Nicola Cabibbo e Giovanni Jona-Lasinio dal Nobel per la Fisica nel 2008 – non accadano di nuovo.
Dobbiamo purtroppo rimarcare che questo infausto risultato è anche figlio dell’indebolimento sistematico della ricerca di base italiana, ormai giunta allo stremo delle forze dopo decenni di sottofinanziamento e regolata da sistemi di reclutamento, funzionamento e valutazione non sempre adeguati. Un sistema fortemente indebolito è percepito come tale anche all’estero, dove l’Italia fatica a raccogliere i frutti che merita. Auspichiamo che questa grande opportunità persa dalla scienza italiana, e dall’intero Paese, possa diventare occasione di riflessione e di cambiamento.
Alessandro Abbotto – Università di Milano Bicocca
Angela Agostiano – Università di Bari, Presidente Eletto della Società Chimica Italiana
Nicola Armaroli – Consiglio Nazionale delle Ricerche, Bologna
Vincenzo Barone – Direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa
Alberto Bellini – Università di Bologna
Marco Bettinelli – Università di Verona
Carlo Alberto Bignozzi – Università di Ferrara
Sebastiano Campagna – Università di Messina
Paola Ceroni – Università di Bologna
Roberto Cingolani – Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia
Alberto Credi – Università di Bologna
Luigi Dei – Rettore dell’Università di Firenze
Maria Cristina Facchini – Consiglio Nazionale delle Ricerche, Bologna
Maurizio Fermeglia – Rettore dell’Università di Trieste
Sandro Fuzzi – Consiglio Nazionale delle Ricerche, Bologna
Elio Giamello – Università di Torino
Massimo Inguscio – Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche
Elisa Molinari – Università di Modena e Reggio Emilia
Luigi Nicolais – Università di Napoli, Presidente Gruppo 2003 per la Ricerca Scientifica
Gianfranco Pacchioni – Pro Rettore alla Ricerca, Università di Milano Bicocca
Claudio Pettinari – Pro Rettore Vicario, Università di Camerino
Maurizio Prato – Università di Trieste
Raffaele Riccio – Università di Salerno, Presidente della Società Chimica Italiana
Franco Scandola – Università di Ferrara
Leonardo Setti – Università di Bologna
Antonio Sgamellotti – Università di Perugia
Francesco Ubertini – Rettore dell’Università di Bologna
Renato Ugo - Decano Soci Chimici, Accademia Nazionale dei Lincei
Margherita Venturi – Università di Bologna
Adriano Zecchina – Università di Torino