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Il lungo viaggio nella scienza di Piero Angela

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Mercoledì, 29 giugno. Sebbene in calo rispetto alla precedente, la seconda puntata di SuperQuark con 2,9 milioni di spettatori e il 14,76% di share batte tutti gli altri e si afferma come il programma televisivo più seguito in prima serata. Smentendo, ancora una volta, quel luogo comune secondo cui la scienza e i programmi privi di urla non fanno ascolto in televisione. E confermando Piero Angela, 89 anni il prossimo 22 dicembre, come il comunicatore di scienza più seguito in Europa.

Autobiografia di un comunicatore

L’autore e il conduttore di SuperQuark, tra le sue tante attività di comunicazione della scienza – non solo televisione, ma anche conferenze, allestimenti di musei, giornalismo scritto, fondatore di movimenti culturali come il CICAP – ha anche quella di scrittore. Ha in carico, infatti, molti libri di successo. Ma quello che ha pubblicato nelle scorse settimane, Il mio lungo viaggio. 90 anni di storie vissute (Mondadori; 2017; pp. 224; 19,00 €), è davvero particolare. E non solo perché è un’autobiografia – l’autobiografia del più noto grande comunicatore di scienza del nostro paese – scritta in punta di penna. Con leggerezza e sobrietà. Ma perché vi traspare quello che, a nostro avviso, è il vero segreto del suo successo: la gentilezza d’animo.

Leggerezza, sobrietà, gentilezza

Come ogni vero scienziato e come ogni vero giornalista, Piero Angela è dotato di due altre qualità indispensabili per comunicare scienza (per comunicare, tout court): la curiosità e la passione. Ma non puoi comunicare scienza e battere decine e decine di altri programmi in prima serata – come si è verificato spesso negli ultimi 26 anni, con SuperQuark – se non hai gentilezza d’animo.

Cerchiamo di spiegarci, perché questo è decisivo non solo per riconoscere i meriti di Piero Angela, ma anche per analizzare l’essenza di quel genere così particolare e così essenziale nella società della conoscenza che è il giornalismo scientifico.

La gentilezza d’animo è, a sua volta, un insieme composito e ben equilibrato di qualità. Due ingredienti di questa complessa miscela Piero Angela ce li indica a pagina 20 e 21 del suo nuovo libro.

Il primo è “la buona educazione, il rispetto per gli altri”. È un ingrediente ormai raro, anche in televisione. Anche sui giornali. Eppure è straordinariamente moderno nella comunicazione della scienza. Perché se la scienza non è altro che raggiungere un consenso razionale di opinione sui temi più disparati, senza buona educazione e rispetto per gli altri questo convincimento generale fondato esclusivamente sulla ragione e non sulla forza (morale o fisica) difficilmente può essere raggiunto. Piero Angela, in televisione, sui media in generale come nella vita privata, è una persona bene educata che dimostra chiaramente il rispetto per gli altri.

Il secondo è la sobrietà. Piero Angela non solo ne tesse le lodi, ricordando la battuta di quel grande fisico di origini piacentine che è stato Edoardo Amaldi: “A Piacenza, di quello che non c’è si fa senza!”. Ma la mostra in tutti i suoi atti comunicativi, che hanno il dono della sintesi e, appunto, della sobrietà.

Le tante battaglie a favore della scienza

La gentilezza d’animo, tuttavia, non è mai né arrendevolezza né tentativo di evitare gli ostacoli. È, al contrario, anche onestà intellettuale, capacità di dire pane al pane e vino al vino. Con gentilezza, appunto, ma con fermezza. Doti ulteriori che incontri continuamente sfogliando le pagine di questa bella autobiografia. Angela ci ricorda alcune tra le sue tante battaglie – da quella contro le affermazioni sui fenomeni paranormali culminata nella fondazione del CICAP, a quella per una politica della ricerca degna di un paese avanzato che vuole essere protagonista della società della conoscenza.

L’onestà intellettuale ha come corollario il rigore. Un altro degli ingredienti che costituiscono la comunicazione della scienza di Piero Angela. Un rigore che il giornalista nato a Torino nel 1928 persegue non solo facendo riferimento al meglio della comunità scientifica nazionale e internazionale, ma anche e soprattutto assumendolo come metodo.

Rigore e capacità di comunicare

Nelle sue tante attività, Piero Angela ha raggiunto un ottimo equilibrio tra rigore e comunicabilità.

Della curiosità scientifica – la curiosità di sapere com’è fatto il mondo e di come possiamo realizzare un mondo migliore – non ci sarebbe davvero nulla da dire, se quest’ansia di conoscere non trasparisse in maniera prepotente dalle pagine in cui Piero Angela racconta di come, per inseguirla, ha rinunciato a seguire una carriera giornalistica che lo avrebbe portato facilmente ai vertici della comunicazione RAI, dopo essere stato inviato all’estero e conduttore di telegiornali – per dedicarsi alla comunicazione della scienza. Sono pagine da non perdere – perché molto educative – per un giovane che approccia la professione: è molto più gratificante seguire la curiosità e la passione, che non inseguire la carriera e il potere.

Bene, la gentilezza d’animo non è necessaria per fare comunicazione rilevante e chiara della scienza. Basta ricordare Galileo Galilei, che in opere come Il saggiatore o Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, utilizza piuttosto la vis polemica e il sarcasmo che non il dialogo pacato. Anche oggi molti comunicatori di scienza – italiani e non – di successo non disdegnano la polemica più viva e anche qualche parola pesante per comunicare scienza al grande pubblico.

Pacatezza invece che vis polemica

Tuttavia, è solo quella miscela composita che abbiamo chiamato gentilezza d’animo che, accompagnata al rigore e alla comunicabilità, ti consente di parlare a milioni di persone in prima serata catturandone sempre – anno dopo anno, decennio dopo decennio – l’attenzione e battendo talk show, quiz, sceneggiati, film e qualsiasi altro genere di proposta televisiva.

Non è un’impresa – una bella impresa – fine a se stessa. Al contrario, il modo di comunicare di Angela è un’esigenza sociale. Per un motivo molto semplice. Se usi i toni forti, arrabbiati, polemici puoi avere successo: ma solo tra i tuoi. Consolidi le convinzioni di chi già prima la pensa come te e, in maniera speculare, anche quelle di chi a priori la pensa in modo diverso da te.

Ma in una società complessa, dagli interessi legittimi e persino dalle etiche diverse e contrastanti, in una società democratica della conoscenza, in cui i cittadini non esperti vogliono compartecipare alle scelte anche di carattere scientifico, non è necessaria affatto la polarizzazione. Al contrario, è necessario un pacato confronto per la ricerca di un consenso razionale di opinione. È l’unica ricetta per sfuggire ai venti della demagogia. Per questo il lungo viaggio – niente affatto concluso – di Piero Angela merita di essere letto e riflettuto.


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