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Non sottovalutiamo la ricerca militare della Corea del Nord

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Il leader del Corea del Nord, Kim Jong-un, incontra scienziati e tecnici impegnati nelle ricerche sulle armi nucleari in questa fotografia senza data, diffusa dall'agenzia ufficiale nordcoreana (KCNA) a Pyongyang il 9 marzo 2016. Credits: REUTERS / KCNA.

Tempo di lettura: 7 mins

Mentre non accenna a diminuire la tensione fra Corea del Nord e Stati Uniti, ci si chiede come sia possibile che il dittatore trentatreenne della Corea del Nord possa tenere sotto scacco il mondo intero. Eppure il giovane Kim Jong-un ci riesce minacciando di giorno in giorno un’imminente guerra nucleare, che ora sembra diretta alla base militare americana di Guam. Il piccolo stato della Corea del Nord, situato in una penisola nella parte più orientale del territorio asiatico, da oltre sessant’anni ha continuato a investire nella ricerca militare e a sperimentare nuove tecnologie belliche.

Gli Stati Uniti ne sono consapevoli, nonostante non conoscano il reale livello di perfezionamento che gli ingegneri militari hanno raggiunto negli ultimi anni. Se è vero infatti che, oltreoceano, istituti di pace e centri di intelligence statunitensi ed europei hanno monitorato costantemente l’attività bellica nordcoreana, è vero anche che il regime impone a scienziati e ingegneri di mantenere il massimo riserbo sulle ricerche in atto.

Una potenza nucleare crescente

Da quando nel 2003 la Corea del Nord si è ritirata dal Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), gli Stati occidentali hanno cercato di prevedere i test missilistici e la potenza delle nuove armi sviluppate dai laboratori militari di Pyongyang. Poiché le ricerche balistiche e gli studi sul nucleare sono condotti in primo luogo da scienziati, ci si chiede quale sia (stato) il ruolo della scienza nell’accrescimento della potenza della dittatura socialista nordcoreana. E quanto sia (e sarà) determinante il lavoro degli scienziati nella costruzione di una ipotetica guerra intercontinentale.

Dalla nomina a leader supremo avvenuta nel 2012 in seguito alla morte del padre, Kim Jong-un ha voluto da subito mostrare la sua forza alla casta dei generali che detengono gran parte del potere nel Paese. Sfidando il divieto internazionale di condurre test missilistici, il dittatore ha ordinato di svolgere una serie di lanci che, tra fallimenti e riuscite, ha ampliato sempre più l’arsenale bellico di Pyongyang.

I centri statunitensi ed europei che monitorano la situazione hanno registrato sismi o smottamenti del terreno in zone vicine alla capitale nordcoreana e ne hanno dedotto il lancio di missili a scopo di ricerca bellica e nucleare. Dall’intensità della magnitudo è possibile ipotizzare la potenza delle armi testate. I ricercatori occidentali che mirano a prevedere i test militari hanno quindi cercato di perfezionare le strumentazioni che permettono di rilevare particolari sismi causati dall’azione umana e hanno applicato alcune ricerche matematiche e scientifiche al miglioramento di software come Google Earth che permettono di individuare possibili mutazioni della conformazione del terreno. I missili utilizzati nei test vengono infatti sotterrati creando avvallamenti e rilievi anomali.

Dal 2006 gli esperti hanno stimato una maggiore crescita della potenza delle armi nordcoreane, arrivando nel 2013 a stimarle a oltre sette chilitoni.

Parallelamente alla potenza nucleare, il regime di Kim Jong-un ha sviluppato una tecnologia balistica in grado di raggiungere obiettivi intercontinentali. Dopo alcuni test a corto e medio raggio, la Corea del Nord ha progettato e sperimentato missili a lungo raggio sui quali poter montare testate nucleari 1.

La vita degli scienziati

"Tutti sanno che la Corea del Nord minaccia il mondo con programmi di armi nucleari, ma non si sa nulla di come Pyongyang tratta i propri scienziati", ha affermato Lee Ae-ran, attivista per i diritti umani dei nordcoreani fuggiti in Corea del Sud.

Lee Ae-ran racconta storie di donne costrette in giovane età a sposare uomini sconosciuti, come Lee Geum-suk, moglie di un ricercatore nucleare. La testimonianza della donna rivela le conseguenze inimmaginabili provocate da anni di lavoro nei laboratori. Agli scienziati e ai tecnici, la cui vita è segnata dalle radiazioni e dal contatto con sostanze nocive, il governo fornisce mogli come se fossero una sorta di ricompensa. Molte donne che hanno vissuto con questi uomini li descrivono come mostri, sia per l’aspetto fisico rovinato dalle esposizioni in ambienti tossici, sia per le disfunzioni mentali che sfociavano spesso in episodi di violenza domestica.

Già a partire dagli anni ’80 si era sparsa la voce che nei laboratori nucleari gli scienziati morissero prematuramente e, per annoverare un numero sempre costante di ricercatori, il governo prometteva una brillante carriera e la sicurezza di una moglie. Ma le conseguenze fisiche e mentali erano devastanti. Alcune donne raccontano che i loro mariti perdevano i denti prima dei trent’anni, non riuscivano a camminare o presentavano escrescenze in diverse parti del corpo. La punizione per chi, come Lee Geum-suk, chiedeva il divorzio, erano i campi di lavoro forzato dai quali difficilmente si poteva uscire vive.

Formazione scientifica

Lo sviluppo del programma balistico e nucleare dell’ultimo trentennio coreano ha presumibilmente comportato la perdita di un numero consistente di vite umane. Questo significa però anche che il regime ha potuto contare su un contingente numeroso di scienziati e di matematici formati per rendere quanto più innovativa e performante l’ingegneria bellica.

Fin dai primi anni di scuola i bambini apprendono le discipline scientifiche attraverso la propaganda del regime. Nei problemi di matematica dei manuali scolastici, per esempio, il contesto nel quale vengono calati è spesso militare e si inneggia al conflitto, all’esaltazione patriottica e all’odio nei confronti degli stranieri. Ecco un esempio di quesito proposto agli allievi:

Durante la Guerra di Liberazione della Patria i coraggiosi dell'Esercito Popolare Coreano uccisero 265 bastardi imperialisti americani nella prima battaglia. Nella seconda battaglia hanno ucciso 70 di quei bastardi in più di quelli che avevano ucciso nella prima battaglia. Quanti bastardi hanno ucciso nella seconda battaglia? Quanti bastardi hanno ucciso in tutto? 2

Vista la mancata partecipazione alle prove internazionali di valutazione della formazione e della didattica, non si conosce con precisione il livello di preparazione scientifica degli studenti nordcoreani. Si possono formulare ipotesi e stime basandosi sulle scarse informazioni che si riescono a reperire in merito alla ricerca universitaria nel Paese e alla partecipazione, sempre più rara, di studenti a competizioni scolastiche.

Una delle occasioni di confronto internazionale per gli studenti nordcoreani è stata la partecipazione alle Olimpiadi Internazionali della Matematica (IMO), ma sia nel 1991 sia nel 2010 la Corea del Nord è stata espulsa dalla competizione perché accusata di aver barato nella risoluzione dei problemi. Dopo l’ascesa al potere di Kim Jong-un, il regime ha imposto un isolamento sempre maggiore degli scienziati nei confronti della comunità internazionale.

Nell’estate scorsa tuttavia, venne concesso a uno studente, noto come Jong Yol-ri, di partecipare alle Olimpiadi Internazionali di Hong Kong. Il diciottenne, considerato un prodigio della matematica in patria, dopo aver vinto la medaglia d’argento, ha approfittato di un momento di distrazione dei sorveglianti che lo scortavano durante la gara per fuggire in Corea del Sud, così come gli aveva suggerito il padre, insegnante di matematica e del quale non si conosce la sorte dopo il gesto del figlio.

Ricerche e pubblicazioni

Ma la scienza è il frutto della cooperazione internazionale. Non esiste progresso senza apertura alle altre culture. Ne sono consapevoli anche i quindici nordcoreani che nel 2004 hanno preso parte ad alcuni seminari di Matematica Applicata e Fisica organizzati a Heidelberg (Germania) dalla fondazione Gottlieb Daimler e Karl Benz. Il professor Gisbert Freiherr zu Putlitz, presidente del comitato esecutivo della fondazione, ha affermato: "Gli scienziati vedono i seminari come un passo verso lo smantellamento dell’isolamento internazionale del paese. La mia esperienza con l'Unione Sovietica nel 1970 suggerisce che la scienza può essere il fattore che unisce le nazioni poiché in grado di creare un clima di fiducia tra le élite nazionali molto più velocemente della politica e dell’economia”. L’ottimismo del professore è stato in parte deluso dagli avvenimenti degli ultimi anni e dall’ulteriore chiusura del Paese.

Attualmente la maggior parte delle ricerche svolte sono criptate e recentemente il gruppo di hacker Anonymous ha reso pubblici alcuni articoli di ricerche matematiche che permettono di comprendere il livello di avanzamento degli studi nordcoreani. Mentre all’inizio del progetto nucleare gli scienziati si sono rivolti soprattutto agli aspetti tecnici e ingegneristici, apprendendo le più recenti ricerche teoriche dagli studi occidentali, accessibili in tutto il mondo, negli ultimi anni si nota sempre di più uno spostamento verso l’astrazione matematica e la generalizzazione dei concetti. Questa esigenza, scaturita da problemi di natura tecnologica, comporta il bisogno degli scienziati di condividere quanto più le idee e di confrontarsi con ricerche internazionali.

Anche il problema della lingua non è secondario e il difficile reperimento delle riviste locali accresce l’isolamento degli scienziati. Uno studio bibliometrico ha tuttavia mostrato un trend in crescita delle pubblicazioni scientifiche in lingua inglese su riviste internazionali da parte di ricercatori nordcoreani.

Tuttavia, nonostante in questi ultimi anni sia rimasta la Cina il solo spiraglio di apertura (anche scientifica) della Corea del Nord, l’accrescersi della tensione con gli Stati Uniti rende sempre più vana l’esigenza degli studiosi di una cooperazione globale.

 

Note:
1. Rapporto annuale del Congressional Research Service (CRS), 2017.
2. Andrei Lankov, The Real North Korea: Life and Politics in the Failed Stalinist Utopia, Oxford University Press, 2013.


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