fbpx Auguri Professor Stamler! | Scienza in rete

Auguri Professor Stamler!

Oggi il pioniere della prevenzione cardiovascolare compie 100 anni. Viene festeggiato alla North Western University di Chicago dagli amici, colleghi e collaboratori

Tempo di lettura: 6 mins

Quando lo incontri, Jeremiah Stamler, nella sua semplicità, sembra una persona fragile. In realtà, dietro a quella bonaria apparenza, si nasconde un uomo con grande senso dell’umorismo e un'attitudine a godere i piaceri della vita, ma allo stesso tempo chiaro e determinato negli obiettivi da raggiungere. Il pioniere della prevenzione cardiovascolare, che ha segnato più di 70 anni della ricerca epidemiologica e il contrasto alle malattie cardiache, il 27 ottobre festeggia il suo centesimo compleanno.

Jeremiah Stamler non è stato solo un grande ricercatore nell’ambito della salute pubblica, ma anche un attivista votato alla difesa dei diritti civili e sostenitore del Civil Rights Movements per l’affermazione dei diritti degli afro-americani. Quasi per caso (Stamler ne parla raramente) ho avuto l’opportunità di ascoltarlo qualche anno fa. Ci trovavamo nella sua casa di Chicago in compagnia di alcuni amici e, con molta semplicità, ci ha raccontato del suo impegno con i gruppi politici radicali e della sua vicenda giudiziaria: nel 1965 assieme a Yolanda Hall, attivista nel partito Comunista, fu chiamato a testimoniare davanti all’House Committee on Un-American Activities (HUAC), il Comitato per le attività antiamericane, sui trascorsi e sui legami avuti con i movimenti radicali.

Stamler fece ricorso: riteneva che il mandato fosse anticostituzionale perché era volto a esercitare un effetto di scoraggiamento sull'esercizio delle libertà civili. La richiesta venne rigettata e allora Stamler fece ricorso in appello. Quando ebbero inizio le audizioni dell’HUAC e giunse il suo turno per rendere testimonianza, si appellò al suo ricorso e si rifiutò di testimoniare fino alla conclusione del giudizio. Arrivò, anzi, ad abbandonare l’audizione. Per questa sua presa di posizione venne citato in giudizio per intralcio al Congresso e finì con essere incriminato. Il caso si trascinò per alcuni anni, fino a che, nel 1975, il Comitato venne abolito. La decisione politica sembra sia stata determinata anche dal discredito riversatosi sul Comitato per l’azione nei confronti di Stamler e la sua puntuale difesa dei diritti civili.

I primi studi di Jeremiah Stamler risalgono agli anni ’40 e riguardano la ricerca sperimentale, in particolare le interazioni tra dieta, ormoni, pressione arteriosa e lipidi nella genesi dell'arteriosclerosi e delle malattie cardiovascolari. Alla ricerca sperimentale segue una intensa attività clinica e la conduzione di trial farmacologici importanti a cui fa seguito una fase di studi osservazionali e di grandi trial preventivi. È fra i responsabili di grandi studi di coorte: Chicago People Gas Company Study, Chicago Heart Association Detection Project, INTERSALT e INTERMAP. Ma è stato anche ideatore di grandi trial preventivi: Hypertension Detection and Follow-up Programme (HDFP) e Multiple Risk Factor Intervention Trial (MRFIT). Sono stati questi gli studi che hanno confermato il ruolo predittivo dei classici fattori di rischio verso la cardiopatia coronarica, la relazione tra pressione arteriosa e consumo di sodio nella alimentazione, il ruolo favorevole del potassio e sfavorevole del sodio nei confronti della pressione arteriosa, nonché di indagare sul ruolo protettivo di alcuni minerali (calcio, magnesio, potassio, ferro di origine vegetale), fibre, vitamine e micronutrienti, tutti strettamente legati alla pressione arteriosa.

Stamler ha sempre mostrato grande interesse nel trasferimento dei risultati della ricerca in salute pubblica. È giustamente considerato fondatore dell’epidemiologia e della prevenzione cardiovascolare. I suoi studi non sono solo rivolti a indagare il ruolo causale dei fattori di rischio verso le malattie cardiovascolari, ma anche a misurare i benefici che derivano dal mantenere basso il livello dei fattori di rischio nel corso della vita: aumentare la proporzione dei “soggetti sani” nella popolazione, dando un nuovo impulso alla prevenzione rivolta a mantenere la salute. È stato promotore del Progetto Cuore fin dal 1998, quando con Marco Ferrario, Diego Vanuzzo e Salvatore Panico mi lanciavo nell’avventura di ricerca e salute pubblica, attività da me coordinata fino al 2018.

Sotto la direzione di Stamler ho avuto il privilegio di frequentare come visiting scholar nel 1986 il Department of Community Health and Preventive Medicine della North Western University Fleinberg School of Medicine in Chicago. Sognavo di trascorrere un periodo di studio con Jeremiah e Rose, la sua prima moglie, di cui conoscevo alcune pubblicazioni. Quando incontrai gli Stamler per la prima volta, mi vennero incontro sorridenti e, parlando in italiano, mi dettero il benvenuto. Avevano intuito le mie difficoltà. In quell’istante ho capito che i “grandi ricercatori” esternano la loro competenza con la semplicità, sono abituati a seguire nella formazione studenti e dottorandi provenienti da ogni parte del mondo e sanno, dallo sguardo, coglierne il disagio.

Per frequentare il Department of Community Health and Preventive Medicine ho dovuto smettere di fumare: per Jeremiah e Rose i comportamenti dovevano (e debbono) essere coerenti con i risultati della ricerca. L’esempio era e rimane fondamentale: insegna a capire come è difficile modificare le proprie abitudini di vita e scegliere il modello della salute. Abolizione del fumo, attività fisica regolare, alimentazione sana sono scelte per mantenere la salute il più a lungo possibile: pochi grassi, principalmente di origine vegetale, legumi, cereali integrali, pesce, poca carne, verdura e frutta abbondante. Niente zucchero e niente sale aggiunti, sempre porzioni modeste, ogni giorno almeno 20 minuti di attività fisica mattina e sera, concetti oggi totalmente acquisiti, ma ci sono voluti più di trenta anni perché l’Organizzazione mondiale della sanità li facesse propri nelle sue raccomandazioni.

Quel periodo trascorso nel dipartimento diretto da Stamler ha profondamente segnato la mia professionalità nell’epidemiologia cardiovascolare: ho approfondito le mie conoscenze sulle indagini trasversali e longitudinali, sulle tecniche di standardizzazione delle misure, dei controlli di qualità, dei criteri diagnostici, sulle attività di follow-up e validazione degli eventi nelle popolazioni. Jeremiah mi ha insegnato che dietro ai numeri ci sono sempre le persone, che gli animali sono classificati in maschi e femmine, gli umani in uomini e donne. Con lui ho imparato a interpretare i risultati, a scoprire le distorsioni e a stare in guardia dagli interessi commerciali e di potere, ma anche a evitare di perdere tempo dimostrando ciò che anni di ricerca hanno già dimostrato: meglio concentrare le risorse per promuovere politiche sociali dirette a mantenere la salute e non solo a curare la malattia.

Le presentazioni, gli articoli o le letture di Jeremiah Stamler sono un concentrato di informazione, derivano da analisi approfondite e accurate, contengono pochi numeri derivati da molti anni di osservazione. Ogni lavoro che lui approvi viene revisionato più volte, non importa se in italiano o in inglese, con la sua minuscola scrittura, utilizzando, nei numerosi giri di bozze, esclusivamente il fax. Ho il privilegio di trascorrere assieme a Jeremiah e a Gloria, la sua seconda moglie, a Pioppi - e in questi ultimi anni a New York - giornate indimenticabili a conversare sugli studi di prevenzione, valutare aspetti di politica sanitaria, discutere di metodologie per la raccolta dei dati nelle indagini nutrizionali, dei modelli più appropriati per le analisi statistiche, e l’interpretazione dei risultati, non tralasciando mai le implicazioni sulla salute e gli aspetti socio-economici. Ogni chiacchierata è accompagnata dalla sua bonomia e da una profonda generosità nel condividere luoghi, amicizie, esperienze e allegria.

Per la sua semplicità, la sua disponibilità e per il suo rigore scientifico Jeremiah Stamler è per gli epidemiologi cardiovascolari il punto di riferimento, sempre pronto ad ascoltare, e a dare il miglior suggerimento sia per gli aspetti scientifici che per le difficili scelte di vita, a chiarire i punti deboli e quelli di forza e a stare lontani dai conflitti di interesse.


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Why science cannot prove the existence of God

The demonstration of God's existence on scientific and mathematical grounds is a topic that, after captivating thinkers like Anselm and Gödel, reappears in the recent book by Bolloré and Bonnassies. However, the book makes a completely inadequate use of science and falls into the logical error common to all arguments in support of so-called "intelligent design."

In the image: detail from *The Creation of Adam* by Michelangelo. Credits: Wikimedia Commons. License: public domain

The demonstration of God's existence on rational grounds is a subject tackled by intellectual giants, from Anselm of Canterbury to Gödel, including Thomas Aquinas, Descartes, Leibniz, and Kant. However, as is well known, these arguments are not conclusive. It is not surprising, then, that this old problem, evidently poorly posed, periodically resurfaces.