Per il NITAG (National Immunization Technical Advisory Group), organo di consulenza del Ministero della salute, una vaccinazione antinfluenzale per tutti non è una priorità e rischierebbe di mettere in crisi il sistema di prevenzione ordinaria nel prossimo autunno, che si prospetta complicato, con la possibile ripresa di Covid. È anche sbagliato presentare questo vaccino come facilitatore della diagnosi differenziale con Covid-19. Meglio dunque dare la precedenza alla vaccinazione dei più fragili e del personale sanitario, e il Ministero rifaccia il punto sulla questione, così come valuti attentamente se mantenere l'obbligo vaccinale istituito nel 2017 dalla legge Lorenzin.
In un articolo del 18 giugno scorso, dal titolo “Ha senso estendere la vaccinazione antinfluenzale?”, chi scrive aveva esposto i dubbi che serpeggiavano in un settore della comunità scientifica sull’opportunità di far accedere alla vaccinazione antinfluenzale precoce e gratuita (e, in alcuni casi, fortemente raccomandata, in attesa dell’obbligatorietà imposta per legge) una parte della popolazione molto più ampia dell’attuale bacino di utenza. Ora, il NITAG (National Immunization Technical Advisory Group) ha dato sostanza ufficiale a quei dubbi, emanando un documento che contiene alcune osservazioni su quanto proposto dalla circolare del Ministero della Salute del 4 giugno 2020 (“Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2020-2021”).
Le preoccupazioni del Nucleo strategico del Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni del NITAG, istituito dal ministero della salute il 23 agosto 2018 con compiti di supporto tecnico alla definizione delle politiche vaccinali nazionali, sono, innanzi tutto, relative alla fattibilità del nuovo piano vaccinale contro l’influenza: l’epidemia ha causato un rallentamento dell’attività di prevenzione ordinaria, che richiede un lungo recupero e rende difficile mettere “altra carne al fuoco” (alcuni milioni di sedute vaccinali aggiuntive per coprire tutte le fasce d’età e le categorie indicate nella circolare), per di più contando sull’ormai stremato personale vaccinatore, parte del quale (MMG e PLS) ingaggiabile solo su base volontaria.
È proprio l’onere che dovrebbe essere addossato ai medici delle cure primarie che acconsentissero a prestarsi, a destare le principali perplessità del NITAG, sia per il loro possibile impegno assistenziale dell’autunno, sia per l’incompleta dotazione strumentale di molti ambulatori, che non forniscono garanzie per il mantenimento della catena dal freddo e le eventuali manovre rianimatorie.
Inoltre, i tecnici ricordano che c’è sempre da fare i conti con l’insufficienza dei sistemi informativi regionali e con l’incompiutezza dell’anagrafe nazionale delle vaccinazioni, non ancora entrata a pieno regime.
Il prevedibile affollamento delle persone da vaccinare a fronte della difficoltà di approvvigionamento dei vaccini rischia anche di determinare l’esclusione di molti soggetti con sicura necessità, ma minore possibilità di raggiungere i centri di inoculo.
Il NITAG ritiene, poi, che si configuri come grave errore comunicativo l’attribuzione al vaccino antinfluenzale del ruolo di facilitatore della diagnosi differenziale con Covid-19, imputabile alla scotomizzazione della sua alta percentuale (tra il 50 e il 60%) di inefficacia protettiva.
Le raccomandazioni del NITAG conseguenti al queste osservazioni sono, quindi, rivolte sia alle Regioni, perché diano la precedenza alla vaccinazione dei più fragili e del personale sanitario, sia al ministero, perché rediga le prossime circolari solo dopo avere fatto attentamente i conti delle necessità e dei vantaggi (alla luce delle prove di letteratura) e delle disponibilità (economiche e logistiche).
Con gli stessi criteri e la stessa attenzione, il NITAG invita anche il ministero a esaminare non solo la liceità, ma anche l’opportunità del mantenimento dell’obbligo vaccinale previsto dal all’art. 1-ter della Legge 31 luglio 2017, n. 119, anche nota come “Legge Lorenzin”, in vista della prossima scadenza della sua valutazione.
Un aspetto da non trascurare è, infine, quello della sicurezza igienica e libera da contagio dei centri vaccinali: l’Organizzazione mondiale della sanità si è espressa contro le vaccinazioni di massa nell’era Covid-19, raccomandando di dare la priorità al mettersi in pari con gli arretrati della prevenzione vaccinale per l’infanzia e alla vaccinare contro l’influenza stagionale i lavoratori della salute, i vecchi e le gravide, e solo nelle situazioni in cui sia possibile rispettare le cautele di distanziamento e di sanificazione degli ambienti utilizzati.
Bibliografia
WHO. Guiding principles for immunization activities during the COVID-19 pandemic: interim guidance Interim guidance 26 March 2020https://www.who.int/publications/i/item/guiding-principles-for-immunizat....