fbpx Prima analisi di confronto fra regioni del contagio per classi di età

La progressione della seconda ondata in Italia e nelle regioni per classi di età

Composizione gruppo di lavoro AIE: Paola Angelini, Serena Broccoli (Regione Emilia-Romagna); Lucia Bisceglia, Anna Maria Nannavecchia (Regione Puglia); Federica Michieletto, Eliana Ferroni, Filippo Da Re (Regione Veneto); Salvatore Scondotto, Alessandro Arrigo (Regione Sicilia); Paolo Vineis, Carlo Di Pietrantonj (Regione Piemonte); Mario Braga, Francesco Profili (Regione Toscana); Angelo D'Argenzio, Pietro Buono, Alessandro Perrella (Regione Campania); Daniel Fiacchini, Marco Pompili (Regione Marche); Paola Michelozzi, Federica Nobile, Francesco Vairo (Regione Lazio); Marco Cristofori (Regione Umbria); Danilo Cereda, Claudia Gallana , Manuel Maffeo, Andrea Cinnirella (Regione Lombardia). Francesco Forastiere, Stefania Salmaso, Carla Ancona, AIE.

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La seconda ondata della pandemia nel nostro Paese è stata caratterizzata da casi molto più giovani rispetto a quelli identificati nella prima ondata di marzo-aprile. Secondo l’ultimo report dell’ISS (18 novembre 2020), a partire dall’inizio di maggio si è verificata una diminuzione importante del numero di casi in tutte le fasce di età, con un decremento più marcato nei soggetti di età maggiore di 50 anni. Dalla metà di agosto, tuttavia, si è osservato un nuovo incremento dei casi in questa fascia di età e dalla fine di settembre un considerevole incremento dei casi nelle fasce di età 0-18 e 19-50 anni, con molti casi asintomatici  

Sebbene da agosto l’età mediana dei nuovi infetti sia andata progressivamente crescendo, l’età relativamente giovane dei casi ha fatto ben sperare in merito alla prognosi e alla letalità attesa.  
L’evoluzione e l’impatto dell’attuale pandemia dipendono dal grado di diffusione dell’infezione nei vari gruppi di età della popolazione e la mortalità elevata è soprattutto dovuta a infezioni acquisite in età molto avanzata.  Circa il 13% dei casi segnalati nelle prime due settimane di novembre aveva meno di 19 anni e il 41% un’età superiore a 50 anni.

Su richiesta dell’Associazione Italiana di Epidemiologia, undici Regioni italiane (con una popolazione residente pari a 50.539.834) hanno condiviso il numero dei casi notificati da fine settembre fino al 15 novembre, per settimana di diagnosi e per gruppo di età. I dati della settimana 2-8 novembre sono considerati consolidati e quindi sono stati utilizzati nella disamina totale per età. La frequenza di infezioni identificate nei vari gruppi di età dipende dal grado di accertamento in quella fascia di età, ma non in tutte le regioni è disponibile il dato del numero di tamponi eseguiti per qualsiasi motivo, per età. I dati dal 9 al 15 novembre potrebbero soffrire ancora di un ritardo di notifica.  

Nella figura 1 sono riportati i tassi di incidenza settimanali, per 100.000 abitanti, per classi di età del pool delle 11 regioni partecipanti. A partire da ottobre, le classi di età tra i 14 e i 24 anni, hanno contribuito maggiormente all’avvio della seconda ondata, mostrando i tassi di incidenza più elevati. Per contro i bambini fino ai 10 anni di età mostrano, durante tutte le settimane di osservazione, tassi di incidenza più bassi e una crescita meno veloce degli adolescenti e giovani adulti. Gli adulti tra i 65 e 84 anni di età hanno un andamento sovrapponibile ai bambini fino alla prima metà del mese di ottobre, ma nelle settimane successive, per questa fascia di età, l’incremento è simile ai giovani adulti. I ragazzi tra gli 11 e i 13 anni hanno un andamento parallelo a quello degli adolescenti e giovani adulti, ma con frequenze inferiori. La settimana 26 ottobre-1 novembre è stata quella di massima crescita. Successivamente per le classi di età tra 11 e 24 anni si nota una flessione. Il calo maggiore di crescita è registrato tra 11 e 18 anni.  Risultano ancora in crescita invece i valori di incidenza degli adulti tra i 45 e i 64 anni e tra persone con età oltre gli 84 anni. Quest’ultima osservazione è predittiva dell’elevato numero di decessi registrati recentemente, destinati a mantenersi nei prossimi giorni.

Figura 1. Tassi incidenza settimanali, per 100.000 abitanti, per classi di età nel totale delle 11 regioni.

La distribuzione per età della popolazione tra le diverse aree italiane non è uniforme, come non lo sono le dimensioni dei nuclei di conviventi e le modalità di relazione tra diverse generazioni. La frequenza di casi presenta incidenze differenti per regione (ed è particolarmente variabile nelle regioni con il minor numero di abitanti) e sembra quindi lecito chiedersi quale sia nei diversi gruppi di età e regioni la traiettoria della pandemia in questa seconda ondata. Per ciascuna regione sono stati calcolati i tassi di incidenza per classe di età (i dati di ogni regione sono in appendice). Per consentire un confronto tra regioni che tenga conto della diversa struttura per età dei residenti sono stati calcolati i tassi di incidenza standardizzati per età.  In questa seconda analisi è stata inclusa anche la settimana 9-15 novembre, che presenta dati ancora provvisori in attesa del consolidamento che avviene, solitamente, nelle settimane successive.

Nella figura 2 si riporta il confronto tra i tassi di incidenza settimanali, standardizzati per età, delle 11 regioni. 

Data la maggiore incidenza registrata nelle età degli adolescenti e giovani adulti, le regioni con popolazioni più anziane hanno tassi di incidenza standardizzati più bassi rispetto ai tassi grezzi.
L’analisi conferma la maggiore incidenza in Piemonte e la diminuzione di incidenza da nord a sud, con Puglia e Sicilia che riportano i tassi più bassi, pur avendo sperimentato l’ondata pandemica come le altre regioni. Il tasso standardizzato per età della regione Marche risulta inferiore a quello dell’Umbria e del Lazio. Nel trend nord-sud è da segnalare quanto osservato in Campania, dove l’incidenza è superiore a quella osservata in Lazio. 

Il netto aumento dei tassi di incidenza è osservabile ovunque a partire dal mese di ottobre.  In alcune regioni la crescita esponenziale della curva epidemica ha inizio in modo più brusco con i dati riportati nella settimana 12-18 ottobre. Nelle altre regioni la crescita è, se non lineare, più progressiva. Le regioni del nord e del centro Italia, ad eccezione di Piemonte e Marche, registrano un rallentamento della crescita nelle ultime due settimane, ma il dato andrà confermato una volta certi del suo consolidamento.  Tra le regioni del sud la Puglia si dimostra ancora in ascesa.  
I provvedimenti presi per ridurre la diffusione di Covid-19 sia a livello regionale che nazionale hanno avuto verosimilmente impatti diversi sui diversi gruppi di popolazione e l’analisi per età costituisce il punto di partenza per valutarne l’efficacia 

La sorveglianza per classi di età nelle prossime settimane permetterà di valutare l’effettivo grado di flessione della curva epidemica su tutta la popolazione e sarà un indicatore della evoluzione della pandemia nel nostro Paese.

Figura 2. Tassi incidenza, standardizzati per età, per 100.000 abitanti nelle 11 regioni

Appendice. Tassi incidenza per 100.000 abitanti per classi di età nelle 11 regioni

Il dato dell’ultima settimana, 9-15 novembre, è da considerarsi ancora provvisorio in attesa del consolidamento che avviene, solitamente, nelle settimane successive.


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