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Meno oneri fiscali sugli acquisti per la ricerca

In Parlamento si sta discutendo degli emendamenti alla Legge di bilancio, tra cui l’istituzione di un credito d’imposta del 17% sulle spese per la ricerca biomedica. Fondazione AIRC, AISM e Fondazione Telethon ne auspicano l’approvazione.

Immagine: Pixabay License.

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Sono in discussione in Parlamento gli innumerevoli emendamenti alla Legge di bilancio, tra cui un emendamento all’articolo 90 che prevede la riduzione degli oneri fiscali per gli acquisti finalizzati alla ricerca scientifica, a partire dai reagenti e dalle apparecchiature di laboratorio. Fondazione AIRC, AISM e Fondazione Telethon auspicano che sia approvato in sede di conversione.

Questo il testo del primo comma:

Al fine di favorire lo sviluppo della ricerca biomedica e la capacità degli enti di ricerca nazionali di competere sul panorama europeo, è istituito a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2020, un credito d'imposta pari al 17 per cento delle spese sostenute da Università, enti pubblici di ricerca, istituti di ricovero e cura a carattere scientifico e enti di ricerca privati senza finalità di lucro per l'acquisto di reagenti e apparecchiature destinate alla ricerca scientifica nel campo delle biotecnologie.

L’emendamento in questione, usando le risorse del cosiddetto «fondo per le esigenze indifferibili», prevede lo stanziamento di 100 milioni all’anno per il trimestre 2021-2023. Investire sulla ricerca e in particolare sulla salute – e questo 2020 l’ha più che confermato – è il più grande investimento sul futuro che può fare uno Stato. Per prima cosa, com’è ovvio, si aumenta il livello di benessere delle persone, ma cresce anche la produttività lavorativa così come, dall’altro lato, si abbattono le spese sanitarie dall’attuale 9% del PIL al 2/3%.

Come le tre realtà di ricerca ricordano, la proposta si lega a «un impegno specifico presente nella risoluzione di maggioranza approvata alla NADEF e richiama al rispetto degli impegni già assunti dal Governo con specifici ordini del giorno approvati alla Camera e, da ultimo, al Senato su iniziativa della scienziata e senatrice a vita, prof.ssa Elena Cattaneo».

Niccolò Contucci, direttore generale di Fondazione AIRC, dice: «Ogni giorno infatti mille persone in Italia ricevono una diagnosi di cancro e attendono risposte dalla ricerca». In particolare, in un anno sono circa 377.000 le nuove diagnosi, di cui 195.000 fra gli uomini e 182.000 fra le donne, numeri che, seppur in calo relativo, restano piuttosto elevati dato il graduale processo di invecchiamento della popolazione. «I cittadini ci hanno dato fiducia donandoci denaro per sostenere la ricerca sul cancro. Noi abbiamo la responsabilità di tradurre queste donazioni in progresso scientifico».

Per Mario Alberto Battaglia, direttore generale AISM e Presidente della sua Fondazione (FISM), «con questo emendamento il Parlamento ha l’opportunità di investire sui ricercatori italiani e riconoscere l’importanza, come più volte evidenziato dal Ministro della Ricerca Gaetano Manfredi, della ricerca del sistema pubblico e della ricerca non profit italiana che rappresentano assieme un valore strategico di futuro e di ripartenza del Paese».

Sulla stessa lunghezza d’onda si trova Francesca Pasinelli, direttore generale di Fondazione Telethon, che afferma come «in questo momento più che mai è chiaro a tutti quanto la ricerca scientifica rappresenti un valore fondante dello sviluppo e della salvaguardia della società. Il Parlamento ha ora l’opportunità per dare sostanza e seguito a questa esigenza collettiva, investendo sui ricercatori italiani e sul settore del non profit che sta dimostrando di poter essere, se dovutamente sostenuto, un punto di riferimento per il Paese, valorizzando gli sforzi di tutti noi e i contributi dei donatori che credono nella nostra missione».

Gli emendamenti alla Legge di bilancio sono veramente in numero molto elevato, ma AIRC, AISM e Telethon auspicano che questo in particolare non si perda tra le procedure delle Commissioni e del Parlamento: sarebbe un’occasione persa per la ricerca e per la salute del nostro Paese. Per questo sperano che si uniscano all’appello sia le Università che gli enti di ricerca per sollecitare le forze parlamentari e lanciano l’hashtag #RilanciamoLaRicerca. Ricerca e ricercatori devono tornare al centro delle agende politiche e questo può certamente essere un primo passo importante.


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