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Un weekend scientifico nel centro del mondo

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Nell'immagine, il climatologo Antonio Navarra durante la sua lezione alla Festa di Scienza e di Filosofia a Foligno.

Nel canale YouTube della Festa si possono rivedere gli interventi degli ospiti.

Tempo di lettura: 7 mins

Per gli abitanti di Foligno essere "il centro del mondo" fa parte della loro identità culturale. Infatti, in Corso Cavour, nel cuore della città, si trovava il Caffè Sassovivo; al centro del locale c'era un biliardo e al centro di questo biliardo era posizionato un birillo che, tradizionalmente, indicava proprio il centro del mondo.
Dal 21 al 24 aprile 2022 Foligno è stata il centro del mondo della comunicazione scientifica. In queste giornate si è tenuta la Festa di Scienza e di Filosofia. Organizzato dal laboratorio di scienze sperimentali di Foligno diretto da Pierluigi Mingarelli e giunto alla sua undicesima edizione, l'evento ha animato la città con oltre 150 conferenze, laboratori per bambini ed esperienze a tema scientifico e filosofico. Per dirla con le parole di Gabriella Greison, che ha raccontato le donne della meccanica quantistica nell'incredibile scenario di Palazzo Candiotti, «si è sentita un'aria frizzante in tutta la città»: ovunque abitanti e turisti discutevano di scienza, del relatore appena ascoltato o della conferenza che si apprestavano a seguire.

L'incredibile quantità di attività proposte in quattro giorni non ha permesso di seguire ogni conferenza dal vivo, ma dopo una attenta selezione di luoghi e relatori e dopo aver recuperato alcuni interventi online, si può tracciare un bilancio del festival. Bilancio che può essere solo positivo, come raccontato anche dal direttore Mingarelli: «Siamo soddisfatti dei relatori proposti, della partecipazione dei cittadini e soprattutto dei giovani, oltre quattrocento, che hanno fornito grande supporto organizzativo e portato una ventata di freschezza. Undici anni fa siamo partiti da zero, oggi dimostriamo a tutti che la maggior parte dei cittadini ha voglia e bisogno di scienza».

In effetti la qualità degli interventi è stata generalmente molto alta. Da segnalare, in questo senso, gli spettacoli di Piergiorgio Odifreddi, da sempre maestro nel miscelare matematica e arte: il suo dialogo tra note e numeri, impreziosito dall'accompagnamento di due giovani violinisti, ha raccontato la forte simbiosi tra la musica e la matematica. La numerologia di Bach, lo stretto legame tra i numeri frazionari e gli intervalli musicali e l’utilizzo delle trasformazioni geometriche per la lettura degli spartiti hanno emozionato tanto quanto i brani interpretati dai giovani musicisti. Per la qualità del relatore, della tematica e degli interventi musicali è stato probabilmente il momento più alto di tutto il festival.

Anche l’intervista della giornalista scientifica dell'ANSA Enrica Battifoglia a Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica 2021, è stata un momento di grande interesse. Sull’intervento del personaggio di punta della scienza italiana moderna è comunque difficile esprimere un'opinione uniforme. Come recita il titolo della sua conferenza, “Il valore della scienza per la società”, il comitato organizzatore ha puntato su Giorgio Parisi per una discussione di ampio respiro sulle sfide della scienza moderna e il suo rapporto con la società. Ne sono scaturite considerazioni di grande valore, tra cui la necessità che ricercatori e istituzioni si occupino di comunicazione anche su media non tradizionali senza considerarla una perdita di tempo, oppure - altro tema quanto mai attuale, il ruolo di mediatori che gli scienziati possono avere durante i conflitti. Peccato non ascoltare il premio Nobel anche sul tema della fisica dei sistemi complessi, tematica di ricerca specifica che gli è valso il premio, le cui ricadute sulla società andrebbero comprese meglio anche al di fuori degli addetti ai lavori. 

Da questo punto di vista, l’intervista di Silvia Rosa-Brusin a Silvio Garattini e Roberto Battiston sono state più specifiche: rimanendo in un terreno a lui ben noto, il fondatore dell’Istituto Mario Negri non solo ha saputo tracciare un bilancio lucidissimo della pandemia, ma ha anche fornito spunti non banali su come affrontare le sfide sanitarie future. Una riflessione su tutte non lascia indifferenti: Garattini ritiene inadeguata la legislazione brevettuale rispetto al modo di operare delle aziende farmaceutiche. Riportare al centro dell’attenzione il paziente e vedere il farmaco come semplice strumento per migliorare la vita è una delle sfide per la medicina del futuro e, da persona competente della materia, ha saputo anche dare consigli pratici su come trasformare questi concetti in azioni concrete.

Un tema molto seguito è stato inevitabilmente anche quello dei cambiamenti climatici, con varie relazioni sia per le scuole sia per il pubblico generale. Fra questi si segnala la bella conferenza del direttore del CMCC Antonio Navarra che ha saputo raccontare la storia della climatologia, dagli esordi ottocenteschi a oggi con brio e profondità, segno che i nostri migliori scienziati hanno ormai imparato anche a essere ottimi divulgatori. E questo grazie anche alle palestre di questi festival della scienza.

Arrivato a questo punto, un lettore attento potrebbe aver notato che sono stati citati quasi esclusivamente interventi tenuti da uomini, forse a segnalare una prevalenza maschile nella scelta dei relatori: sebbene si noti un certo squilibrio, la presenza femminile nelle conferenze è stata buona e di grandissima qualità. La ministra dell’università e della ricerca Maria Cristina Messa è intervenuta personalmente da Roma all’avvio dei lavori. La Senatrice Elena Cattaneo ha portato a Foligno la sua trascinante passione, diffondendo l’importanza di un dialogo costante tra scienza e politica e di una cittadinanza attiva che abbia gli strumenti per essere sentinella delle attività parlamentari e scientifiche. La già citata Gabriella Greison ha messo in mostra tutte le sue qualità di performer teatrale raccontando come solo lei sa fare la storia di Lise Meitner, Ida Noddack e le altre ricercatrici che hanno fatto la storia della fisica novecentesca. Patrizia Caraveo, dirigente di ricerca presso l’Istituto nazionale di astrofisica (INAF), ha raccontato alle scuole quanto l’inquinamento luminoso sia un problema che coinvolge la salute umana e ambientale: non è solo un vezzo da astronomi che faticano a “vedere le stelle”. Il problema del gender gap nelle materie STEM (science, technology, engineering and mathematics) è stato poi discusso in modo molto approfondito da Maria Pia Abbracchio, pro-rettrice vicaria della Statale di Milano: una conferenza che avrebbe meritato un'affluenza maggiore di pubblico per accrescere la consapevolezza che il gender gap nelle STEM non è solo un problema istituzionale e legislativo, ma soprattutto culturale. Continuare ad affrontarlo e a discuterlo, come ha fatto la Festa di Scienza e di Filosofia, è una strada da percorrere per raggiungere un miglior equilibrio di genere in tutte le carriere scientifiche.

Uscendo dalle considerazioni sulle conferenze, la Festa di Scienza e di Filosofia di Foligno ha ospitato anche installazioni interattive e laboratori. Il lavoro più impressionante è senza dubbio Cellulaessenziale, un'esposizione interattiva in cui i partecipanti potevano muoversi all’interno dei principali apparati cellulari e partecipare ad alcune delle attività metaboliche che avvengono ogni secondo nel nostro corpo. Un'esperienza molto coinvolgente e convincente che ci auguriamo di rivedere in futuro.

I laboratori hanno infine messo una pezza a quello che, personalmente, considero uno dei due difetti del programma: la quasi completa assenza della chimica tra le conferenze, se si esclude uno stupendo intervento del Rettore dell’Università di Camerino Claudio Pettinari e poco altro. La chimica ha infatti preso la scena nei vari laboratori per ragazzi: alcune serie di esperimenti hanno permesso di vedere da vicino gli elementi della tavola periodica o di toccare con mano la variopinta chimica del cavolo. Esperienze di sicuro impatto che permettono di diffondere le scienze chimiche ai giovanissimi, ma che continuano a legare la chimica alla vita di laboratorio. La sfida più grande rimane, per i chimici e per gli organizzatori dei festival, quella di uscire dai laboratori per diffondere un'idea diversa di chimica, più legata alla società. C’è ancora molto da fare da questo punto di vista.

L’altro difetto che si può notare è la scarsa presenza di quei comunicatori della scienza più giovani e legati ai social, che sanno attirare una fetta di pubblico particolare ma piuttosto ampia. Avvicinare al mondo scientifico anche i giovani e i poco interessati è compito impegnativo che anche la Festa di Foligno può svolgere. A domanda diretta sul futuro della festa, anche Mingarelli conferma che è questa la sfida per i prossimi anni: «Allargheremo il comitato organizzatore a una maggiore presenza di giovani e di donne per costruire nuovi format, legati anche a media come radio e televisione, e per raggiungere un collegamento più organico con le realtà scientifiche internazionali. La scienza non si fa solo in Italia: vogliamo allungare lo sguardo anche a cosa succede negli altri paesi».

Dopo lockdown duri ed edizioni completamente online, la Festa di Scienza e di Filosofia ha ripreso il cammino a grandi passi, aprendo nel migliore dei modi l’annata dei festival scientifici in giro per l’Italia. Se il buongiorno si vede dal mattino, il 2022 della divulgazione scientifica promette molto bene.


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