Pubblichiamo la lettera aperta alle istituzioni e ai governi dell'Unione Europea promossa dal Forum Disuguaglianze e Diversità per chiedere il supporto alla proposta di creare un'infrastruttura di ricerca biomedica dedicata a lavorare nei settori dove gli investimenti da parte dell'industria farmaceutica sono più scarsi. Fra i primi firmatari: Silvio Garattini, presidente dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri; Massimo Florio, professore di Economia pubblica, Università degli Studi di Milano; Giuseppe Remuzzi, direttore scientifico dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e professore all'Università degli Studi di Milano; Fabrizio Barca, co-presidente del Forum Disuguaglianze e Diversità.
Crediti immagine: Julia Koblitz/Unsplash
Nonostante i generosi sussidi governativi, le priorità e le strategie della ricerca biomedica sono di fatto controllate dall'industria farmaceutica. Il governo statunitense, per esempio, attraverso l'operazione Warp Speed ha trasferito ad alcune aziende 18 miliardi di dollari per sviluppare vaccini, farmaci e test diagnostici per Covid 19: di questi, 12 miliardi sono stati destinati esclusivamente ai vaccini, in particolare per lo sviluppo clinico in fase avanzata e la produzione iniziale1. Tuttavia, i sussidi non sono una soluzione. Le malattie e i campi di ricerca meno redditizi rimangono poco studiati: questo vale per le malattie infettive e la resistenza agli antibiotici, per le malattie rare (che colpiscono cumulativamente milioni di pazienti), per alcune condizioni correlate al basso reddito, all'invecchiamento e ai fattori di rischio delle economie meno sviluppate (meno dello 0,5% dei prodotti attivi è destinato a una delle malattie incluse nell'elenco dell'OMS delle malattie tropicali trascurate, e solo lo 0,4% riguarda agenti patogeni che sono inclusi nell'elenco di quelli considerati prioritari dall'OMS)2. Inoltre, vi sono diverse questioni irrisolte riguardanti i prezzi, gli studi clinici per l'analisi dei dati della popolazione, le analisi comparative indipendenti sull'efficacia dei farmaci e dei vaccini esistenti, i brevetti e i nomi dei marchi. Questa situazione evidenzia i limiti dei sussidi nell'indirizzare l'agenda della ricerca, così come i limiti dei meccanismi finanziari orientati al profitto in mercati poco competitivi.
Da qui, la necessità di orientare efficacemente la ricerca farmaceutica nell'interesse pubblico. Un recente studio per il Parlamento europeo3 propone la creazione di un'infrastruttura pubblica europea permanente che si concentri sulle minacce e sulle aree di ricerca e sviluppo per le quali i sussidi risultano ridotti a causa dell'attuale modello commerciale. Questa infrastruttura, guidata da principi scientifici, avrà la missione di sviluppare nuovi farmaci, partecipando a tutte le fasi del processo di sviluppo, dalla ricerca indipendente alla commercializzazione. Dovrebbe inoltre concentrarsi sulle priorità della salute pubblica e creare conoscenza e innovazione biomedica come bene comune. Sostenuta dai governi dell'UE, aperta a terzi e in dialogo con la società civile, l'infrastruttura dovrebbe rinunciare ai privilegi economici derivanti dai brevetti.
Grazie all'adozione di contratti trasparenti e senza concedere diritti di brevetto esclusivi, l'infrastruttura per la ricerca biomedica, orientata ai bisogni della salute, permetterebbe di valorizzare le eccellenti capacità disponibili in Europa, come le università, gli istituti no-profit e le imprese innovative.
Con un budget annuale paragonabile a quello dell'Agenzia Spaziale Europea (circa 7 miliardi di euro nel 2022)4, ispirato anche all'esperienza del CERN, del Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare e di altri enti scientifici di eccellenza, in vent'anni la nuova infrastruttura potrebbe diventare la prima al mondo per la ricerca biomedica, grazie a un ampio portafoglio di progetti innovativi in settori poco investiti dall'industria.
Chiediamo alle istituzioni europee e ai governi nazionali di prendere in considerazione la proposta di questa infrastruttura pubblica (un evento è organizzato dal Parlamento europeo, Science and Technology Panel)5 e di appoggiarla, oltre che di svilupparla con urgenza.
Questa lettera aperta alle istituzioni e ai governi dell'Unione Europea è promossa dal Forum Disuguaglianze e Diversità (Italia) e da diverse associazioni e singoli cittadini, tra cui Silvio Garattini, presidente dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri; Massimo Florio, professore di Economia pubblica, Università degli Studi di Milano; Giuseppe Remuzzi, direttore scientifico dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e professore all'Università degli Studi di Milano; Fabrizio Barca, co-presidente del Forum Disuguaglianze e Diversità.
Per firmare la lettera, si può inviare una mail a [email protected]
1. Kim, J. H., Hotez, P., Batista, C., Ergonul, O., Figueroa, J. P., Gilbert, S., ... & Bottazzi, M. E. (2021). Operation Warp Speed: implications for global vaccine security. The Lancet Global Health, 9(7), e1017-e1021
https://www.bloomberg.com/news/features/2020-10-29/inside-operation-warp-speed-s-18-billion-sprint-for-a-vaccine
2. Taghreed A., Ralaidovy, A. H., & Swaminathan, S. (2019). Biomedical research; what gets funded where?. Bulletin of the World Health Organization, 97(8), 516–516A; https://apps.who.int/iris/handle/10665/326270
3. European pharmaceutical research and development: Could a public infrastructure overcome market failures?. The study develops an initial idea of the Forum Diseguaglianze e Diversità.
4. Per confronto: l'Intramural Research Program, National Institutes of Health, con 1,200 principal investigator, ha un budget annuale di circa 4,5 miliardi USD. https://irp.nih.gov/about-us
5. https://www.europarl.europa.eu/stoa/en/events/details/creation-of-a-public-eu-pharma-r-d-infra/20220610WKS04282