fbpx Stato del clima 2022: il rapporto WMO | Scienza in rete

Milioni di persone colpite da siccità, caldo, eventi estremi: il rapporto WMO

Terra sempre più calda, impatti sempre maggiori - fra ondate di calore, siccità, uragani e grandinate - impellente necessità di abbandonare i combustibili fossili. In questo articolo riportiamo alcuni dei risultati principali del nuovo State of Climate 2022 dell’Organizzazione mondiale della meteorologia.

Foto di Grace Murry su Unsplash

Tempo di lettura: 4 mins

«Aumentare in modo massiccio gli investimenti per l'adattamento e la resilienza ai cambiamenti climatici, in particolare per i Paesi e le comunità più vulnerabili che hanno contribuito in misura minore a causare la crisi». Così Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite all’uscita del rapporto sullo stato del clima dell’Organizzazione mondiale della meteorologia.

La Terra è sempre più calda. E lo è stata anche nel 2022, nonostante La Niña sia tornata per il terzo anno consecutivo. La Niña è la corrente fredda che si alterna periodicamente a El Niño, quella calda, con cicli che hanno durate dai due ai sette anni. L’acqua dell’Oceano Pacifico Centro-Meridionale e Orientale in questi casi si scalda o si raffredda di 1-3°C. Alternativamente possono registrarsi anche periodi neutri, senza sostanziali variazioni di temperatura.

Nel 2022 la temperatura media globale è stata di 1,15°C più alta di quanto fosse un secolo e mezzo fa. E infatti i livelli di concentrazione di CO2 in atmosfera continuano a toccare nuovi record: solo qualche giorno fa, durante il picco stagionale, abbiamo toccato il record di 424,83 ppm. L’ultima volta che in atmosfera c’era così tanta CO2 era qualche milione di anni fa, Homo sapiens nemmeno esisteva. Il 2022 è stato il quinto o sesto anno più caldo da quando ci sono registrazioni.

Innalzamento della temperatura.

Temperatura più alta significa più energia in atmosfera, che viene per il 90% assorbita dagli oceani, anch'essi sempre (e purtroppo ormai irreversibilmente) più caldi. Gli oceani assorbono anche CO2 (fortuna che ci sono gli oceani, per inciso), questa reagisce con l’acqua e crea acido carbonico (H2CO3) e si acidificano anche per questo motivo. Tra il 1960 e il 2021 gli oceani hanno assorbito circa un quarto delle emissioni umane di anidride carbonica dall’atmosfera, fenomeno che ridurrà progressivamente la loro capacità di attutire gli effetti del cambiamento climatico.

PH oceanico relativo ai luoghi indicati dalla legenda.

Come è noto, il caldo crescente sta facendo fondere i ghiacciai terrestri. L’anno scorso, un set di ghiacciai di riferimento ha perso massa per -1,18 "metri equivalenti di acqua" (cioè la profondità dell'acqua che si avrebbe sull'area dei ghiacci fusi). Infatti nel 2022 il livello del mare è continuato a salire, con velocità doppia rispetto al periodo 1993-2002.

L'immagine a sinistra mostra la perdita di massa di ghiaccio, quella a destra l'innalzamento del livello del mare.

Anche il permafrost si scalda più velocemente, soprattutto nelle zone dove questo è più freddo: tra 0,4°C e 0,6°C di riscaldamento per decennio nell’Artico nordamericano, canadese e delle regioni siberiane. Per ora, il permafrost più caldo, come in Alaska e nella valle centrale del Mackenzie in Canada, si è scaldato di meno.

Più energia in atmosfera significa anche più eventi estremi, come le ondate di calore. Sono quindicimila i morti stimati in Europa l’anno scorso per ondate di calore. Nel Regno Unito la temperatura ha raggiunto i 40°C per la prima volta, in Svezia i 37,2°C. La Tunisia ha registrato il suo giugno più caldo e in Marocco c’è stato il record di 49,1°C. Quasi tutto il Mar Mediterraneo è stato colpito da ondate di calore marine tra marzo e dicembre (è il mese in cui si fa l’albero di Natale). Contemporaneamente, la Cina ha registrato la più lunga ondata di calore da quando ci sono registrazioni, con l’estate cinese più calda di sempre.

Nell’Africa dell’Est le piogge sono state sotto la media per cinque stagioni umide consecutive, mai successo in quarant’anni. Questo ha significato per quasi 40 milioni di persone forti insicurezze alimentari, per colpa della siccità. Al contrario, il Pakistan ha subito intense alluvioni che hanno comportato 1700 morti, 8 milioni di sfollati e 33 milioni di persone colpite in totale. Si stimano danni per 30 miliardi di dollari.

Siccità in Europa.

E anche il regime dei venti risente del riscaldamento. In Corsica le raffiche hanno raggiunto i 225 chilometri orari record, per cui ci sarebbero stati cinque morti. Sempre in Francia, un tornado ha raggiunto 206 chilometri totali di percorso, altro record. Ma la tempesta di vento più pericolosa c’è stata nel Regno Unito, per cui oltre un milione di famiglie tra Inghilterra e Galles ha subito l'interruzione di corrente elettrica. Danni anche in Italia, dove la grandine ha raggiunto gli otto centimetri di diametro.

Gli impatti complessivi sulla disponibilità di cibo sono considerevoli, con 2 miliardi e 300 milioni di persone in condizioni di insicurezza alimentare. A ottobre 2022, diversi Paesi in Africa e Asia (come Etiopia, Nigeria, Sud Sudan, Somalia, Yemen e Afghanistan) e nei Caraibi (Haiti) sono stati colpiti da carestie mortali e hanno richiesto interventi umanitari urgenti. Il fattore climatico si è aggiunto alle condizioni di instabilità esistenti.

Il rapporto del WMO ci ricorda che «l'aumento di CO2 dal 2020 al 2021 è stato uguale a quello osservato dal 2019 al 2020, ma superiore al tasso di crescita medio annuo dell'ultimo decennio», a dispetto dei lockdown e del rallentamento economico dovuti alla pandemia. Segno che nonostante i ripetuti allarmi e le buone intenzioni espresse in tanti simposi internazionali il sistema economico-industriale basato sui combustibili fossili non sta ancora davvero cambiando rotta.

 

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