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Scienza, politica e società: in affanno, e a ragione

È nata la nuova Collana editoriale Scienziati in affanno?, di CNR Edizioni, curata da tre ricercatrici che si occupano di tematiche ambientali e problematiche di scienza, politica e società: Alba L’Astorina, Cristina Mangia e Alessandra Pugnetti. Qui la recensione del primo volume, Scienza, politica e società: l’approccio post-normale in teoria e nelle pratiche.

Crediti immagine: Dunk/Flickr. Licenza: CC BY-NC 2.0

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Ci sono situazioni scomode che non si vogliono o non si possono vedere, problemi ridotti al mero aspetto tecnico, temi difficili da affrontare: c’è un elefante nella stanza. Per un’esposizione del 2006 a Los Angeles, l’artista Banksy installava in una stanza un imponente elefante dipinto in oro e rosso con lo stesso motivo della tappezzeria per richiamare l’attenzione sulla povertà nel mondo, evidentissima e ignorata. Sono molte le situazioni “scomode” che affliggono oggi il nostro quotidiano, in un momento storico in cui i cambiamenti ecologici, culturali e sociali nel nostro pianeta sono molti e di diversa natura. Restando nella metafora di Banksy, chi oggi nella scienza si sforza di mettere a fuoco e distinguerle, cercando quelle risposte “chiare e univoche” che la società chiede, non può dirsi esente da incertezza e inquietudine. Su questa base è nata la nuova Collana editoriale Scienziati in affanno? di CNR Edizioni, curata da tre ricercatrici, attive sulle tematiche ambientali e le problematiche di scienza, politica e società, Alba L’Astorina, Cristina Mangia e Alessandra Pugnetti.

Il titolo rende esplicito l’affanno di chi si spende in contesti di per sé ad elevata complessità e incertezza, quali per esempio le questioni sanitarie o socio-ambientali, ma per le quali è urgente prendere decisioni. Anche il punto di domanda è voluto, a sottolineare l’apertura del tema a un confronto critico e ad altre prospettive. Ma qui si rileva ugualmente l’osservazione di un altro elefante, il pachiderma della favola indiana citata dal filosofo Silvio Funtowicz, ideatore – insieme a Jerome Ravetz - della scienza post-normale (PNS), di cui si è parlato anche su Scienza in rete. Cinque uomini ciechi cercano, intorno a un elefante, di indovinare che cosa stanno toccando. Ognuno di loro si forma un'idea in base alla propria parziale percezione: la zampa sembra un albero, la proboscide un serpente, la coda una corda; solo un osservatore esterno può formarsi un'idea esatta della situazione. Ma quando non vi è alcun osservatore esterno, un risultato simile, o almeno paragonabile, può essere conseguito solo mettendo insieme le osservazioni di tutti, creando cioè un lavoro di squadra.

Alla scienza post-normale è dedicato il primo volume della Collana, Scienza, politica e società: l’approccio post-normale in teoria e nelle pratiche, un approccio che si offre quando si verificano quattro condizioni: fatti incerti, presenza di diversi interessi o valori dei soggetti coinvolti, poste in gioco elevate e decisioni urgenti. Tutte condizioni, queste, che rendono problematico il ricorso alla sola evidenza scientifica per prendere decisioni o predisporre politiche regolatorie. Davanti a quali e quanti elefanti restiamo oggi ciechi o invece riusciamo, insieme, a cogliere dei tratti distintivi?

Davanti a problemi complessi sono necessari più punti di vista. Il volume propone riflessioni e studi di caso partendo dalle comunità estese di pari, realtà in cui i cittadini entrano a pieno titolo tra i produttori e revisori di conoscenza. Un progetto per la definizione di un piano di mitigazione del rischio da frana di una città nell’entroterra campano, per esempio, presentava aspetti problematici e divergenze di interessi; al progetto hanno contribuito un team di ricerca interdisciplinare insieme ad alcuni residenti, e ciò ha consentito di mettere a fuoco oltre alle soluzioni iniziali un’ulteriore soluzione, elaborata sulla base delle priorità condivise, come soluzione di compromesso. Secondo un approccio post-normale, a un problema complesso, la qualità non risiede tanto in una verità, per sua natura incerta, ma nella ricerca di un compromesso, da ottenere attraverso una procedura basata su regole consensualmente accettate e condotta in modo trasparente. Si guardi, dunque, non tanto alla soluzione migliore, quanto al metodo per trovarla.

Le riflessioni nel volume proseguono entrando nello specifico di emergenze ambientali e sanitarie, affrontate prevalentemente in Italia, che hanno messo in evidenza l’urgenza delle decisioni. Sono illustrate poi le necessità di educare alla post-normalità, e pratiche di partecipazione e co-creazione. Infine, vengono fatti emergere i nodi politici della scienza post-normale e vengono richiamate le principali iniziative europee in cui sono presenti riferimenti a questo approccio, per esempio nella Agenzia Europa per l’Ambiente (EEA) o nel Centro di Competenza sulla Democrazia Partecipativa e Deliberativa della Commissione Europea. Il volume raccoglie esperienze e riflessioni di oltre 50 tra autori e autrici, con due articoli introduttivi e 38 articoli di approfondimento e studi di caso, in italiano, con un linguaggio e uno stile di scrittura pensato per un vasto pubblico. È scaricabile gratuitamente dal sito del CNR, qui, unitamente a un compendio di tutti i riassunti in inglese.

L’affanno del titolo della Collana è temperato dal sollievo che possiamo provare nel leggere i vari contributi, esperienze condivise da altri ricercatori e ricercatrici, testimonianze autentiche su sfide cruciali e attualissime.

 

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