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Il caso e la necessità di tutto questo caldo

Dopo un giugno italiano piuttosto fresco, il caldo si è scatenato di nuovo anche in Italia. Nuovi record nel mondo e nuovi impatti su salute umana ed ecosistemi dovuti a ondate di calore e eventi meteo violenti. In questo articolo dati e risorse per capirli meglio.

Immagine: Foto di Luis Graterol su Unsplash

Tempo di lettura: 6 mins

Il Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) avverte che le «temperature superficiali nel bacino del Mediterraneo sono attualmente più calde del solito, raggiungendo livelli fino a 5-6°C al di sopra della media climatologica di luglio». L’ondata di calore (cioè anomalie di temperatura oltre i cinque giorni) di luglio si sta espandendo verso oriente, dice l’aggiornamento del CMCC, che ricorda come dall’11 luglio, un’ondata di calore «ha colpito il Golfo di Taranto, dove la temperatura dell’acqua superficiale ha raggiunto un picco di 30°C, 2°C oltre la temperatura di soglia». Inutile ricordare che queste anomalie hanno forti impatti sulla biodiversità marina e quindi sui servizi ecosistemici che traiamo da essa. Come noto il Mediterraneo è un hotspot del cambiamento climatico, per cui serve concentrarvi l’attenzione dei ricercatori.

Il Ministero della salute ha ripreso a pubblicare i bollettini sulle ondate di calore nel suo sito ed è stato riattivato il numero 1500 per le emergenze.

Tra i vari impatti sulla salute causati dall’innalzamento delle temperature a livello globale, ci sono quelli che dipendono per l’appunto dall’eccessivo caldo; vanno da possibili malattie alla morte per caldo, dagli esiti negativi delle gravidanze alla riduzione della produttività lavorativa, tra i tanti.

L’IPCC sintetizza i principali impatti sulla salute legati alla crisi climatica e relative soluzioni in questa scheda informativa.

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In questi giorni, ma anche durante il resto dell’anno, si può consultare il sito wxcharts per osservare le previsioni meteorologiche per vari parametri, come la temperatura, le perturbazioni, il vento, e altri, ottenuti da modelli a scelta. Ogni modello ha la sua risoluzione spaziale, per esempio quello del Global Forecast System (GFS) è più “sgranato” dell’European Centre for Medium-Range Weather Forecasts (ECMWF) ad alta risoluzione: 0,25° contro 0,1° (0,25° di latitudine sono circa 28 chilometri, 0,1° circa 11 chilometri).

Di seguito abbiamo scelto il modello ECMWF ad alta risoluzione per osservare le previsioni per le temperature a due metri da terra per lunedì 24 luglio ore 12. La legenda aiuta a vedere a colpo d’occhio le temperature grazie alla scala di colori e inoltre alcune sono scritte direttamente sulla carta. Sulle Alpi prevalgono i 12°C, in Puglia e Calabria 40°C, in Sicilia, Sardegna e in Tunisia si arriva anche 44°C.

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Utile dare un’occhiata anche ai grafici di alcuni parametri, del Global Ensemble Forecast System (GEFS), rappresentati per varie decine di volte in modo da osservare cosa succede considerando piccole perturbazioni. Quello che si ottiene è evidentemente un aumento dell’incertezza via via che i giorni passano. È così che funzionano i sistemi caotici, dove la fisica deterministica (quella che descrive alla perfezione il moto delle palle da biliardo, come ben sanno gli studenti di triennale) risente del comportamento non lineare dell'atmosfera.

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I parametri riportati sono la temperatura a 850 hPa (temperatura a 850 ettopascal cioè quella a circa 1,5 chilometri dal livello del mare, utile per studiare le caratteristiche delle masse d'aria "libere" dalla superficie), la temperatura a 2 metri (quella standard) e la pressione a livello del mare.

Le previsioni meteorologiche – cioè prevedere se e quando pioverà, che temperatura ci sarà, che vento soffierà e da che direzione, in un determinato luogo molto circoscritto nello spazio – diventano sempre meno attendibili al passare dei giorni. Tendenzialmente, non si riescono a fare previsioni meteorologiche molto affidabili oltre la settimana circa. Diverso è il discorso degli scenari climatici sul lungo periodo. In questo caso non interessa più conoscere il dettaglio spazio-temporale del meteo, ma semplicemente le stime sul lungo periodo e generalmente su spazi molto più ampli. Si riescono a fare stime di questo genere proprio perché sul lungo periodo si “cancella” la variabilità meteorologica. E tuttavia, anche i modelli climatici stanno aumentando la loro risoluzione spazio-temporale proprio per avere delle stime più precise almeno a livello regionale per poter pianificare al meglio le politiche di adattamento climatico. Quando avevamo intervistato Claudia Tebaldi, ci aveva detto che «in genere la scala spaziale è di 100 chilometri in lungo e largo. Ci sono modelli anche più raffinati, che però sono molto più costosi. […] Sulla scala temporale, questi modelli hanno una risoluzione anche di tre o sei ore, però l'interpretazione di quello che esce dal modello è un po’ più complessa. Questi non sono infatti i modelli delle previsioni del meteo, per cui si deve comunque tenere un approccio statistico: ci danno un'idea dei trend, della variabilità delle distribuzioni e così via. Ogni modello genera moltissimi eventi locali giornalieri possibili, che però vanno considerati nella loro totalità per ottenere degli scenari affidabili, che in genere sono sulla scala dei decenni».

Come accennato all’inizio, questo gran caldo e questi eventi meteorologici violenti che si stanno verificando in questi giorni in Italia si inseriscono coerentemente in una tendenza ben nota riconducibile agli effetti del riscaldamento globale. Ma una singola estate calda non dimostra di per sé nulla, come una singola estate fredda. Quello che conta è la tendenza pluriennale, al di là della normale variabilità naturale tra stagioni e tra anni. A titolo di esempio ecco di seguito come è variata la temperatura in Italia dal 1961.

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Grafico tratto dal rapporto Gli indicatori del clima in Italia nel 2021 dell’ISPRA.

In ogni caso, in aggiunta all’osservazione delle tendenze, i ricercatori stanno sviluppando sempre di più metodi scientifici che provano ad attribuire la causa del riscaldamento globale a specifici eventi meteorologici, e la cosa riesce particolarmente bene per le ondate di calore (considerata la loro natura), come si può vedere qui, qui e in un recente articolo del Scientific American. Sono molti i casi in cui si può ragionevolmente affermare che senza innalzamento della temperatura media globale determinati eventi non si sarebbero verificati. Da questo punto di vista è di particolare utilità la guida per giornalisti Reporting extreme weather and climate change del World Weather Attribution, che spiega come inquadrare i vari possibili fenomeni atmosferici estremi a seconda della loro tipologia e, soprattutto, come eventualmente inserirli in una tendenza climatica palese o meno.

Un’ultima risorsa sono i dati del Climate Change Service del progetto europeo Copernicus che registrano temperature record (i record si stanno più o meno susseguendo di anno in anno) dell’Oceano Nord Atlantico, con conseguenti ondate di calore marine.

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Tra le temperature record segnalate dall’Organizzazione mondiale della meteorologia (WMO), in Italia in Sicilia ci sono Licata con 46.3 °C il 18 luglio e Riesi con 45.8 °C il 18 luglio. La stessa WMO, per questo 2023, indica il mese di giugno come il giugno a livello globale più caldo di sempre. In Italia è stato piuttosto fresco, ma attenzione a non confondere le tendenze globali con quelle locali: le temperature non aumentano uniformemente in tutto il globo e le loro oscillazioni non sono le stesse in tutto il globo.

Il Segretario generale dell'WMO Petteri Taalas ha detto: «Le condizioni meteorologiche estreme, sempre più frequenti nel nostro clima in riscaldamento, stanno avendo un forte impatto sulla salute umana, sugli ecosistemi, sulle economie, sull'agricoltura, sull'energia e sull'approvvigionamento idrico. Ciò sottolinea la crescente urgenza di ridurre le emissioni di gas serra il più rapidamente e profondamente possibile». Ridurre le emissioni di gas serra vuol dire eliminare il prima possibile i combustibili fossili, per cui nuove estrazioni di gas, petrolio e carbone non sono compatibili con gli obiettivi climatici internazionali. Quando si parla di ondate di calore, conviene ricordarsene.

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