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Il bicchiere mezzo pieno della COP28: intervista a Giulia Galluccio

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Prima, dopo e durante la COP28 si sono susseguite analisi e osservazioni sugli eventi in corso. L’annuncio col botto del finanziamento del fondo Loss and damage, i commenti poco raccomandabili del presidente Al Jaber, il testo finale con la nuova formula “transitioning away”. Come sempre, i negoziati sono un compromesso di posizioni diverse, ma, viste le premesse sul paese ospitante e la presenza di migliaia di pericolosi e potenti lobbisti del petrolio, poteva andare molto peggio. Soprattutto, è la prima volta che in un testo ufficiale, approvato da tutti i paesi del mondo, si riconosce che la causa del riscaldamento globale sono i combustibili fossili. Sono decenni che la ricerca scientifica lo dice: meglio tardi che mai.

Di questo e altro, come i complessi meccanismi finanziari, parliamo con Giulia Galluccio, che dirige la divisione di ricerca del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, l’Information Systems for Climate science and Decision-making e che è stata a Dubai a seguire la COP28 e dove ha partecipato all’evento Future Earth Research School, High-Level Education for a Sustainable Future and Green Jobs.

 

Intervista, musica e montaggio: Jacopo Mengarelli. Immagine di copertina: UNFCCC. Fonti audio: BloombergQuicktake, Guardian News
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The demonstration of God's existence on scientific and mathematical grounds is a topic that, after captivating thinkers like Anselm and Gödel, reappears in the recent book by Bolloré and Bonnassies. However, the book makes a completely inadequate use of science and falls into the logical error common to all arguments in support of so-called "intelligent design."

In the image: detail from *The Creation of Adam* by Michelangelo. Credits: Wikimedia Commons. License: public domain

The demonstration of God's existence on rational grounds is a subject tackled by intellectual giants, from Anselm of Canterbury to Gödel, including Thomas Aquinas, Descartes, Leibniz, and Kant. However, as is well known, these arguments are not conclusive. It is not surprising, then, that this old problem, evidently poorly posed, periodically resurfaces.