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I due astronauti della NASA bloccati nello spazio, flop della Starliner della Boeing

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Per tornare a casa, i due astronauti della NASA Sunita Williams e Butch Wilmore (nella foto) dovranno prendere la navetta CrewDragon di SpaceX anziché la Starliner della Boeing con cui sono arrivati alla Stazione spaziale internazionale (ISS). Il tutto a causa di un guasto ai propulsori della Starliner di cui non si è ancora venuti a capo. In questo articolo Patrizia Caraveo racconta l'imbarazzante performance della Boeing rispetto alla concorrente Space X, che costringerà i due astronauti a restare nella stazione spaziale per un tempo molto più lungo del previsto, quando la navetta di SpaceX farà ritorno con due posti vuoti per loro. E con le tute pulite della giusta taglia... (Immagine: Butch Wilmore e Suni Williams all'interno del vestibolo tra il portello anteriore della Stazione spaziale internazionale e la navicella spaziale Starliner, foto NASA).

Sunita Williams e Butch Wilmore, i due astronauti della NASA partiti il 5 giugno 2024 con la navetta Starliner della Boeing avrebbero dovuto trascorrere 8 giorni a bordo della Stazione spaziale Internazionale. Il viaggio, benché partito con 4 anni di ritardo rispetto ai piani originali, doveva servire per certificare che la Starliner fosse pronta per effettuare il servizio passeggeri ponendo fine al monopolio di SpaceX che la fa da padrone sia per i lanci delle sonde, sia per il trasporto degli astronauti. Nella conferenza stampa di sabato 24 agosto alle (19 ora italiana), l'amministratore della NASA Bill Nelson ha annunciato che gli astronauti NON torneranno con Starliner che non è reputata abbastanza sicura. Aspetteranno la missione Crew Dragon 9 di SpaceX che partirà con due sedili vuoti. E bisognerà che aspettino a bordo della Stazione spaziale internazionale fino al 2025.

La storia dello sviluppo di Starliner da parte della blasonata Boeing offre un ottimo esempio di come anche le industrie di grande tradizione siano in affanno e non riescano a tenere il ritmo travolgente di SpaceX. Ricordiamo che, nel 2014, la NASA aveva dato in parallelo a Boeing e a Space X due contratti all’interno del Commercial Crew Program per la fornitura di navette per trasportare gli astronauti sulla ISS dal suolo americano, liberandosi così dalla dipendenza dall’Agenzia russa Roscosmos. Colleghi informati dei fatti mi hanno detto che la NASA si era concessa la libertà di dare un contratto a SpaceX perché si sentiva le spalle coperte dalla Boeing. Tutto sommato SpaceX era il nuovo arrivato, in un settore dove Boeing aveva una lunga tradizione.  Tuttavia, quello che sta succedendo racconta una storia diversa.  Benché Boeing avesse avuto un contratto da 4,2 miliardi di dollari contro i 2,6 di Space X, quest’ultima nel marzo del 2019 otteneva un pieno successo con la missione Demo2 mentre il prototipo della Starliner, lanciato nel dicembre 2019, aveva problemi e non riusciva ad agganciarsi alla ISS. Era l’inizio di una serie di ritardi che avrebbero tenuto a terra la Starliner mentre SpaceX nel novembre 2020 iniziava il suo servizio astronauti alla ISS trasportando gli equipaggi NASA, ma anche quelli privati della Axiom, e mantenendo aperta la strada per le missioni orbitali di facoltosi clienti privati, come il miliardario Jared Isaacman con la missione Inspiration4 del settembre 2021. L’esperienza deve essere piaciuta ad Isaacman che si prepara a ripeterla con la missione Polaris Dawn in partenza il 27 agosto.

Pur decollato con un ritardo imbarazzante rispetto alla concorrenza (che offre la stesso servizio a prezzi decisamente inferiori), il volo di prova di Starliner avrebbe potuto fare la differenza e offrire alla NASA, che non ama dipendere da un unico fornitore, la tanto agognata alternativa a SpaceX.  Invece, un guasto ancora non capito ai propulsori della navetta preoccupa la NASA, che ha ritardato il rientro della Starliner, in modo da poter fare una serie di test ai propulsori per cercare di venire a capo del problema tecnico. In parallelo, la Boeing faceva test a terra con copie dei propulsori. Purtroppo tutti gli sforzi sono stati vani e non si è capito da dove abbia origine il problema che blocca i propulsori, ma solo in modo temporaneo perché dopo un certo tempo tornano a funzionare. Visto che i propulsori di Starliner sono nel cilindro di servizio che viene sganciato prima della manovra di atterraggio, tutti sanno che il problema va capito adesso dal momento che non sarà più possibile mettere la mani sui maledetti propulsori. Tuttavia, propulsori difettosi potrebbero non essere in grado di mantenere la navetta nell’assetto giusto per la manovra di rientro e questo rappresenterebbe un rischio mortale per gli astronauti, rischio che la NASA non è affatto sicura di voler accettare. Da qui la decisione della NASA di far rientrare io due astronauti a bordo della navetta Crew Dragon della concorrente SpaceX. 

La capsula Starliner attraccata alla ISS scattata dall’oblò della capsula Crew Dragon. (NASA).

Una decisione che rappressenta una sconfitta bruciante per la Boeing. La cosa richiede tempi lunghi perché ci sono problemi di logistica spaziale e la NASA ha comperato da SpaceX due voli con astronauti all’anno. Inoltre, anche nell’ipotesi che si volesse inviare una navetta di salvataggio, la ISS ha tre portelli di attracco che ora sono tutti occupati: da una navetta Soyuz, da una Crew Dragon (la numero 8) e dalla Starliner. 

Bisogna che Starliner si stacchi e ritorni vuota a terra per permettere ad un’altra navetta Crew Dragon (la numero 9) di attraccare. Nel frattempo la Crew Dragon 8 che adesso è attraccata si staccherà per portare a terra i suoi 4 occupanti, ma per Sunita e Butch non c’è posto, sulle navette ci sono 4 sedili ma non ci sono posti in piedi. 

Davanti ad una situazione dove 8 giorni sono diventati 8 mesi, la NASA non vuole che si dica che i due astronauti sono stranded (bloccati) nello spazio. Sulla ISS ci sono un sacco di rifornimenti, quindi non dovranno razionare le porzioni, forse dovranno utilizzare i capi di vestiario più a lungo del solito (sulla ISS non ci sono lavatrici ed i vestiti sono usa e getta), ma certo non si annoieranno. Apparentemente, con 9 astronauti, a bordo c’è il tutto esaurito e bisogna arrangiarsi per cercare un posto dove dormire. Ma nessuno si lamenta, dopo tutto gli astronauti si battono per poter partecipare a missioni di lunga durata e questa è caduta dal cielo. 

Crew Dragon 9 dovrà ripartire a settembre con due posti vuoti (dove ci sarà della zavorra) per poi tornare non prima di febbraio. Inoltre dovrà portare le tute di volo SpaceX per i due astronauti dal momento che le tute di volo Starliner sono troppo ingombranti e non permettono la chiusura delle cinture di sicurezza sui sedili di SpaceX. Evidentemente nessuno aveva pensato che le tute avessero la necessità di  essere intercambiabili. Forse sarebbe il caso di essere più previdenti per il futuro.


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