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Non tagliate senza criterio i fondi agli istituti culturali

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Abbiamo ricevuto dall'Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL, l'appello dell'Associazione delle istituzioni di cultura italiane contro i tagli agli istituti culturali previsti dalla manovra economica elaborata dal governo e in discussione in Parlamento e volentieri lo pubblichiamo. Lo trovate qui sotto.

Come si ricorderà, il testo iniziale prevedeva l'annullamento dei fondi statali per una lista di 232 enti culturali giudicati inutili (da non confondere con la lista di 20 istituti di ricerca che venivano invece soppressi e trasferiti al ministero o al CNR; questi sono poi stati ridotti a 14, grazie anche alla "moral suasion" del Presidente della Repubblica, salvando dalla soppressione almeno quelli con la valutazione di merito più alta). Poi, su pressione del Minsitro dei beni cluturali e di molti aventi causa, è stata abolita la lista stessa delle istituzioni culturali inutili, ma nel decreto è stato stabilito il dimezzamento di tutti gli stanziamenti a favore di enti culturali. Saranno i ministri competenti, entro 60 giorni dall'approvazione, a stabilire come distribuire il 50% ancora disponibile.

Pubblichiamo, dunque, questo appello con alcune notazioni. Di merito e di metodo. La prima riguarda l'entità dei tagli: possono le istituzioni culturali italiane sopportare la riduzione del 50% dei loro introiti pubblici complessivi? La seconda il criterio con cui i tagli verranno effettuati: quale metodo verrà adottato per distribuire i fondi che restano disponibili?

Nessun dubbio che viviamo in una fase di crisi finanziaria ed economica. E che, come ci chiede anche l'Unione Europea, dobbiamo mettere "i conti pubblici a posto". Anche perchè abbiamo il più alto debito pubblico al mondo, dopo il Giappone.

Nessun dubbio che tocca al governo decidere se il risanamento dei conti pubblici debba avvenire attraverso un aumento delle entrate o attraverso una riduzione della spesa o attraverso un'azione combinata dell'una e dell'altra leva.

ll governo italiano ha deciso di agire sul fronte della spesa. Tutta la manovra economica deve essere una riduzione dei costi. Il governo ha anche indicato dove e quanto tagliare. Nell'ambito dei contributi di stato agli istituti culturali ha deciso un taglio globale del 50%.

Resta da capire come si è giunti a questa cifra. Se sulla base di un'analisi documentata oppure di una decisione aprioristica. Nel primo caso si tratterebbe di una scelta razionale, che ha tenuto nel giusto conto il rapporto tra costi e benefici della manovra. Nel secondo caso si tatterebbe di una scelta al buio: con un rischio elevato che i danni per il paese siano maggiori rispetto ai benefici.

Pensiamo che quello che solleviamo sia un problema importante, addirittura decisivo: perchè nell'era che è stata definita della conoscenza la spesa nella cultura è un investimento nel futuro. E un taglio indiscriminato alla cultura è una rinuncia al futuro.

Una qualsiasi opera di razionalizzazione e di taglio delle risorse, soprattutto se necessaria, non può essere indiscriminata. Un governo non può buttare il bambino con l'acqua sporca. Deve porsi il problema dell'acqua sporca, ma deve salvaguardare prima di tutto il bambino. E allora cosa fa? Ordina - al meglio dei sistemi di analisi noti, su standard internazionali, per il tramite di un'agenzia terza - una valutazione delle istituzoni che finanzia, dei criteri di finanziamento, della congruità della spesa.

Quindi sulla base di quella valutazione toglie, in maniera congrua e trasparente, i soldi a chi non merita e li conferma o addirittura li aumenta a chi lo merita.

I tagli oggi in discussione sembrano improntati a un'altra logica. Poichè c'è poca acqua a disposizione si decide di buttare la metà di tutto: acqua sporca e bambino. Anzi, in primo luogo buttiamo il bambino (cos'era la richiesta di sopprimere alcuni Enti di ricerca di assoluto valore scientifico?). Così cessa l'esigenza di avere dell'acqua.

E' contro questa visione, che è l'esatto contrario della meritocrazia, che chiediamo di intervenire. Non per tenerci l'acqua sporca. Ma per salvare il bambino. E anche il futuro dell'intera famiglia (l'Italia) che lo accoglie.

Cari amici,
la manovra finanziaria attualmente in discussione al Parlamento prevede una riduzione del 50% del contributo statale agli istituti culturali. Se tale riduzione dovesse essere confermata, gli istituti culturali vedrebbero fortemente ridimensionata la propria attività.
Le conseguenze inevitabili sarebbero:
- Difficoltà a partecipare ai programmi e alle reti internazionali sminuendo l’apporto della cultura italiana a livello internazionale con grave perdita di credibilità. Gli istituti sarebbero infatti impossibilitati ad assicurare i cofinanziamenti ormai necessari per la partecipazione a qualsiasi progetto internazionale e locale, pubblico o privato.
- Riduzione di personale qualificato e creazione di ulteriore disoccupazione
- Riduzione degli orari di apertura al pubblico delle biblioteche, degli archivi, dei musei
- Riduzione dell’attività di catalogazione e inventariazione
- Riduzione o blocco delle acquisizioni di nuovi libri e degli abbonamenti ai periodici con grave danno di collezioni che derivano dalla completezza gran parte del loro valore e conseguente peggioramento del servizio al pubblico
- Diminuzione dell’ospitalità dei tirocinanti inviati dalle università
- Ridimensionamento di tutta l’attività di ricerca e di formazione

Vi chiediamo pertanto di sottoscrivere l'appello che segue, riportando in calce il vostro nome, cognome, città, indirizzo e-mail e reinoltrandolo a questo indirizzo di posta elettronica ([email protected]).
Un gruppo di studiosi tedeschi dell’Università di Münster  ci ha già fatto spontaneamente pervenire la propria solidarietà.

Cordialmente
L’Associazione delle istituzioni di cultura italiane

Appello in favore degli  istituti culturali

Quali utenti delle biblioteche, degli archivi e dei musei degli istituti culturali e delle Accademie scientifiche italiane, nonché fruitori dell’attività di ricerca e di formazione da essi perseguita, auspichiamo vivamente che vengano revocati i pesanti tagli ai contributi statali previsti dall'attuale manovra finanziaria.
La possibilità di consultare libri, periodici e documenti archivistici, di accedere a reperti museali, di fruire dei risultati di importanti e originali ricerche costituisce un aiuto prezioso alla nostra attività di studiosi e di studenti.
Se queste istituzioni fossero costrette dalla riduzione dei contributi a ridimensionare drasticamente il servizio al pubblico e a ridurre le iniziative di ricerca e di formazione, le conseguenze sulla nostra attività sarebbero molto gravi e i nostri studi ne risentirebbero in maniera notevole.
Giudichiamo molto negativamente ogni taglio ai finanziamenti di istituti e Accademie scientifiche che conservano e rendono disponibili documenti, archivi, letteratura di assoluta rilevanza per la storia e la cultura europea e svolgono una intensa attività di ricerca.

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L’Associazione delle istituzioni di cultura italiane

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