Giovanni Antonio Amedeo Plana (Voghera, 6 novembre 1781 – Torino, 20 gennaio 1864) è stato un matematico e astronomo. Ha studiato a Grenoble, dove diventa amico di Stendhal, e poi all’École Polytechnique di Parigi. Tra i suoi maestri ha Lagrange, di cui sposerà una nipote. Tornato in Italia è nominato, nel 1811, professore di astronomia a Torino. Nel 1813 di fatto fonda e diventa primo direttore dell’Osservatorio astronomico della città piemontese. Si occupa di astronomia geodetica, ma anche di astronomia teorica e di calcolo infinitesimale. Nel 1832 porta a termine la redazione di un trattato, la Théorie du mouvement de la lune (Teoria del moto della Luna), considerato fondamentale. Per questo lavoro, iniziato con Francesco Carlini nel 1813, ma completato da solo, Plana ottiene la medaglia d’oro della Royal Astronomical Society.
Giovanni Plana è considerato anche uno dei massimi matematici del suo tempo. Per i suoi meriti nel 1861 è nominato senatore del primo Senato italiano.
Permettete ancora, onorevoli Colleghi, che le mie particolari impressioni s’aprano l’adito innanzi a voi, e che mosso da queste, vi dica come l’illustre Plana, col quale da più di quarant’anni io ebbi la sorte di tener relazione, vagheggiasse nel mattino della sua vita, e quando pareva strana e quasi impossibile tale speranza, il risorgimento politico della Nazione Italiana; come sul tramonto degli anni ne salutasse con gioia l’avvenimento, come colla direzione superiore degli studi matematici pe’ giovani che si destinavano alla carriera dell’armi egli preparasse quella splendida generazione che trae così giusto orgoglio dai nomi di Camillo di Cavour, di Luigi Federico Menabrea, di Alfonso della Marmora, di Giovanni Cavalli e d’altri non pochi che ne seguono le orme; come infine si associasse a tutto che di grande e di nobile gli lampeggiasse davanti agli occhi (Dalla commemorazione in morte di Giovanni Plana da parte di Federigo Sclopis de Salerano, Presidente del Senato. Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 21 gennaio 1864)