Francesco Giordani (Napoli, 1896 – Napoli, 1961) è stato un buon chimico: si è laureato a Napoli nel 1918, dove diventa professore di Chimica generale e direttore del laboratorio di elettrochimica della stessa università. Si è interessato di elettrochimica, in particolare dei cloruri alcalini, e ha ideato un metodo adattato in moltissimi paesi del mondo per l'estrazione della cellulosa dalla paglia di cereali.
Ma è stato soprattutto uno dei grandi manager della ricerca italiana nel XX secolo. Basta l’elenco delle cariche ricoperte a dare un’idea del ruolo che ha avuto.
E' stato presidente dell’IRI dal 1939 al 1943. Ha diretto il CNR per due periodi, dal 1943 al 1944 e poi dal 1956 al 1960. È stato Accademico d’Italia a partire dal 1960. Presidente dell’Accademia dei Lincei dal 1958 al 1961. Dal 1952 al 1956 ha diretto il neonato Comitato Nazionale per le Ricerche Nucleari. (CNRN). Dal 1956 al 1957 è stato membro del gruppo dei “tre saggi” che hanno elaborato il progetto di costituzione dell’EURATOM. È stato anche Presidente della Pontifica Accademia delle Scienze.
Nella prospettiva dell'integrazione tra la ricerca scientifica e le sue applicazioni, il Giordani promosse la ricerca applicata e favorì la creazione di appositi istituti presso grandi industrie, quali l'Istituto Donegani della società Montecatini (della quale per alcuni anni fu vicepresidente), l'Istituto siderurgico Finsider, l'Istituto sperimentale metalli leggeri. Ma anche alla ricerca fondamentale volse la sua attenzione: a partire dal 1931 concorse a dare una nuova struttura al Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) istituendo comitati nazionali e centri di studio; fu presidente del Comitato nazionale per la chimica e poi (1943-44) dello stesso CNR. Nel periodo bellico contribuì, tramite il CNR, a salvare i laboratori universitari (Enciclopedia Treccani)