Raffaello Nasini (Siena, 1854 – Roma, 1931), chimico toscano e Senatore del Regno, due lauree ad honorem a Cambridge e a Glasgow, è stato uno degli allievi più brillanti di Stanislao Cannizzaro. Dopo la laurea, conseguita a Roma, studia a Berlino con Hans Heinrich Landolt.
Nel 1891 sale in cattedra a Padova, presso l’università dove poi diventerà rettore nel 1900 e fino al 1905. Si trasferisce poi a Pisa dove resta fino al 1924 ed è chiamato a dirigere la scuola di farmacia.
Nel 1929, in pieno regime fascista, fu nominato senatore.
Ha studiato i rapporti tra costituzione e proprietà dei composti organici, ma ha avuto grandi interessi nel campo della chimica applicata (gas naturali, soffioni boraciferi, acque minerali) e ha contribuito più di ogni altro a rinnovare l’indirizzo tecnico e scientifico dell’industria chimica italiana a cavallo tra il XIX e il XX secolo.
I primi rapporti tra chimici accademici e mondo economico risalgono al 1895. Raffaello Nasini, che fu il più impegnato su questo fronte, iniziò lo studio dei soffioni boraciferi di Larderello con fondi messigli a disposizione da un imprenditore interessato al loro sfruttamento industriale (Lucio Russo ed Emanuela Santoni)