Angelo Mosso (Chieri, 1846 – Torino, 1910) è uno dei più grandi fisiologi italiani vissuti a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Il padre è un fabbro e, aiutandolo, Angelo acquista fin da giovane un’attitudine per gli strumenti meccanici. Si laurea tuttavia in Medicina nel 1870, a Torino. Spende i suoi primi anni dopo la laurea da ufficiale medico in varie città, prima di dedicarsi alla ricerca a partire dal 1873 presso il laboratorio di fisiologia di Moritz Schiff a Firenze. Poco dopo si reca a Lipsia per lavorare con Carl Ludwig e poi a Parigi, dove collabora tra gli altri con Claude Bernard, ma soprattutto con Étienne-Jules Marey.
Torna poi nella sua Torino dove, nel 1879, diventa professore di farmacologia prima di succedere al suo maestro Jakob Moleshott sulla cattedra di fisiologia.
Moleshott ha una formazione filosofica materialistica molto determinata. Filosofia che Angelo Mosso segue strettamente per un certo periodo, poi se ne distacca definitivamente.
Gli interessi di ricerca di Angelo Mosso sono orientati alla fisiologia umana in diverse condizioni ambientali. Studia l’affaticamento muscolare, ma anche il rapporto tra attività intellettuale e circolazione del sangue nel cervello, in diverse condizioni di lavoro. Per studiare la fisiologia ad alta quota, inaugura un laboratorio sul Monte Rosa.
Intorno ai cinquant’anni a causa di una malattia al midollo (la tabe dorsale, dovuta alla sifilide) deve cambiare stile di vita e, su consiglio medico, passare molte ore all’aperto. Angelo Mosso ne approfitta per cambiare mestiere. E inizia a interessarsi di archeologia: partecipa così a importanti scavi a Creta e scrive molti libri sull’argomento.
Dal 1904 è Senatore del Regno.
Sento il bisogno ed il dovere d'inchinarmi a questo intrepido ed indomito lavoratore, ispirato sempre ad alti ideali, che, durante l'epoca della salute, dedicò tutto se stesso al problema della vita e della fatica nei laboratori di fisiologia e sull'ardue vette dei monti; e poi, quando la sanità del corpo non gli consentì più né il lavoro chiuso del laboratorio né quello aperto ma arduo dell'alta montagna, si fece a ricercare nei campi sterminato della morte le prime tracce ed origini della nostra stirpe, e chiese alle tombe il segreto della vita primitiva dei nostri progenitori.
E fu bene che egli così facesse, perché non è a desiderarsi che i dominii sterminati di questa o di quella scienza siano sempre lasciati esclusivamente agli specialisti; né è la prima volta che chi abbia buona tempra d'ingegno e il culto del vero, entrato nuovo, senza preconcetti e senza direttive troppo determinate, in altro campo di studi, possa scoprirvi cose, che gli specialisti non potevano forse scorgervi, e trarne induzioni, congetture, divinazioni, ipotesi nuove, le quali in ogni evento potranno sempre essere combattute o meglio avverate da altri più agguerriti in quelle ricerche (Giuseppe Carle)
L'Istituto "Angelo Mosso", situato nella conca tra il Corno del Camoscio e lo Stohlemberg, a 2901 metri d'altezza presso il Col d'Olen, nel gruppo del Monte Rosa, venne inaugurato nel 1907.