Gregorio Ricci Curbastro (Lugo di Romagna, 1853 – Bologna, 1925) è il matematico che ha consentito ad Albert Einstein, dopo anni di ricerche a tratti angosciate, di trasformare in teoria fisica una geniale intuizione sulla relatività generale. Ricci Curbastro è uno dei più grandi matematici italiani di ogni tempo. Persona molto riservata, cattolico fervente, nasce il 12 gennaio 1853 a Lugo di Romagna da Antonio (ingegnere, figlio di ingegnere e ultimo gonfaloniere dello Stato Pontificio) e da Livia Vecchi, gentildonna a sua volta figlia di ingegnere.
È a Lugo che coltiva la sua formazione. Gli studi liceali li compie a casa e a soli 16 ottiene il diploma di maturità. In quel medesimo anno, il 1869, si sposta per iscriversi all’università. Ma il padre lo richiama a casa poco dopo, quando i bersaglieri si aprono una breccia a Porta Pia e conquistano Roma. Continua i suoi studi prima a Bologna, poi alla Scuola Normale di Pisa prima di trasferirsi definitivamente a Padova, dove si laurea nel 1875, discutendo una tesi sulle equazioni differenziali.
Subito dopo è in Germania, a Göttingen, dove lavora con Felix Klein. Nel 1877 si trasferisce a Monaco di Baviera, presso la Technische Hochschule. È assistente di Ulisse Dini, poi nel 1880 diventa professore straordinario di Fisica matematica all’Università di Padova. Dieci anni dopo diventa, sempre a Padova, ordinario di Algebra, anche se mantiene l’incarico di fisica matematica.
Nei primi anni di studio creativo si interessa sia di Analisi che di Geometria, oltre che della Fisica matematica. Ma, a partire dal 1884, inizia a sviluppare le idee che a partire dalle “derivate covarianti” di Elwin Bruno Christoffel e di Rudolf Lipichitz, «lo porteranno - come scrive Livio Pizzocchero – a costruire il suo calcolo differenziale assoluto», che consente di rendere le proprietà geometriche e fisiche dello spazio in una forma analitica indipendente dalla scelta di un particolare sistema delle coordinate.
Il calcolo differenziale assoluto (o calcolo tensoriale) era forse troppo in anticipo sui tempi. In ogni caso viene compreso tardi dai suoi colleghi matematici. Tra i pochi a comprenderlo e a svilupparlo è il suo allievo, Tullio Levi-Civita.
Sebbene Ricci Curbastro sia Accademico dei Lincei fin dal 1899, la potenza del suo metodo viene compresa solo dopo che Albert Einstein, entrato in corrispondenza con Levi-Civita grazie a un’intuizione di Marcel Grossmann, lo utilizza per tradurre in termini formali «l’idea più bella della sua vita»: la relatività generale.
Einstein darà sempre atto ai due matematici italiani dell’aiuto diretto e indiretto che gli hanno fornito. A partire dal 1916, data di pubblicazione della relatività generale di Einstein, il nome di Gregorio Ricci Curbastro diventa famoso, almeno nella sua comunità disciplinare.
Ma intanto il matematico si è dato alla politica, dando il suo contributo ad amministrare sia il suo paese natale, Lugo, che la città scientifica d’adozione, Padova.
Diede alla scienza il calcolo differenziale assoluto, strumento indispensabile per la teoria della relatività generale, visione nuova dell'universo (Targa posta sulla casa di Ricci Curbastro)
Aiutami, sennò divento pazzo (Invocazione di Albert Einstein al matematico Marcel Grossmann)